Lavoro e sviluppo, Coppotelli: “Siamo al bivio. Niente errori”

L'analisi a 360 gradi del segretario generale della Cisl Lazio. Dalla difesa delle categorie più fragili alle possibilità di crescita economica ed ecologica passando per il tema sicurezza: "Siamo in una fase di transizione. Ci vuole una grande visione generale per superare le sfide che ci attendono"

Alessio Brocco

In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo

A ogni bivio sul sentiero che porta al futuro, la tradizione ha posto diecimila uomini a guardia del passato. Il suono delle parole di Maurice Maeterlinck, poeta belga e vincitore del premio Nobel per la letteratura nel 1911, conservano ancora oggi una melodia potente. Oggi che il concetto di bivio è qualcosa di tangibile. Così come quello di opportunità che, però, stride con gli avanzi di oltre un anno caratterizzato da lockdown, crisi occupazionale ed economia messa in ginocchio dall’effetto Covid. Eppure una prospettiva esiste. Non ha dubbi Enrico Coppotelli, segretario generale della Cisl Lazio. Per lui «siamo a un bivio». Ma non si possono commettere errori.

Parola chiave transizione

Enrico Coppotelli

Conosce la precarietà. L’ha vissuta sulla sua pelle. La prima volta che ha messo piede alla Cisl era un ragazzino di 23 anni con un lavoro atipico ed era andato ad informarsi; poi aveva portato quelle soluzioni agli altri ragazzi precari come lui. Si era ritrovato ad essere il loro punto di riferimento. Senza scorciatoie, ma soprattutto senza che nessuno gli cedesse mai il passo.
Da lì è partito per un percorso fatto di fatica, notti insonni a studiare e a lavorare. Ed a distanza di qualche anno è diventato il Segretario Generale della Cisl per tutta la provincia di Frosinone. Il primo della Categoria dei precari che diventa a Frosinone, avamposto Metalmeccanico e Chimico del Centro Italia, il Segretario Generale.

Poi è arrivata la chiamata a Roma per guidare la Cisl in tutto il Lazio. È lui ad avere reintrodotto il concetto del sindacato che va dai lavoratori, i sindacalisti con il tablet che fanno consulenza on the road.

Ora dice «Ci vuole grande visione generale per parlare oggi di opportunità. Ma adesso è il momento di farlo con i temi cardine della ripresa che devono essere rappresentati dalla centralità della persona e da una nuova sostenibilità economica, sociale ed ecologica».

Il segretario generale della Cisl Lazio traccia la rotta da seguire. «Siamo in una fase di transizione e bisogna prevedere il risanamento delle problematiche che ancora insistono nella regione. In questo quadro la provincia di Frosinone non è esclusa. Parlo, ad esempio, dei ritardi sulla diffusione del digitale per i cittadini, per le imprese e per le pubbliche amministrazioni. O, ancora, della necessità di lavorare per un potenziamento infrastrutturale che rappresenta uno dei motori chiave per la ripartenza del Paese. Immaginiamo, a tal proposito, quanto un’opera infrastrutturale possa produrre in termini di occupazione diretta e indiretta e nel valore aggiunto».

Il Patto di Coppotelli per il lavoro

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Molto è legato alla prosecuzione del piano vaccinale e alla capacità di indirizzare gli investimenti.

«Abbiamo davanti importanti possibilità: la prima è rappresentata dal piano vaccinale. Il Lazio, pur riscontrando alcune difficoltà, ha intrapreso questa direzione con tre milioni di persone che hanno effettuato almeno la prima dose. L’altro piano è rappresentato dal Pnrr o se preferite Recovery Plan che, anche in questo territorio, impatterà in maniera importante. Noi, come organizzazioni sindacali, di concerto con Unindustria e con le forze sociali del territorio abbiamo tracciato delle linee guida per un patto per il lavoro e per il clima». C’è già un concetto chiave tra le righe: Coppotelli usa il noi, parla di sindacati al plurale, riconosce ad Unindustria il contributo dato alla discussione.

Tra i punti qualificanti del Patto per il lavoro e per il clima c’è che il Lazio. «Deve proporsi come uno dei poli nazionali del settore automotive che in questo periodo sta subendo una rilevante riorganizzazione, anche sul piano territoriale, con il depotenziamento dell’area torinese a favore della Motor Valley emiliana. È un processo da monitorare accuratamente in special modo dopo la realizzazione di uno dei principali gruppi mondiali come Stellantis». Facendo leva sul polo di Cassino, il Patto potrebbe progettare un suo ulteriore sviluppo.

Lavoro e clima sono legate da un filo conduttore. Quello di un’altra parola chiave che per Enrico Coppotelli è transizione. «Transizione nel lavoro, nel digitale e nel mondo energetico ed ecologico – spiega il segretario Cisl Lazio – Siamo in un momento di passaggio e in questi momenti è chiaro che bisogna cercare di avere una visione di bene comune. Senza accaparramenti, ma lavorando insieme per una crescita globale del tessuto economico e sociale. Ci sono oltre 200 miliardi di euro messi a disposizione per modernizzare il Paese e questo rappresenta un’occasione che deve essere sfruttata nel migliore dei modi”. (leggi anche 1° maggio senza sorriso. Il lavoro spera nel maxi piano)

Più lavoro, ma anche più precariato

(Foto: Yury Kim)

L’ultima elaborazione Istat evidenzia, da una parte, un aumento nel numero degli occupati ad aprile 2021 (+120mila rispetto a gennaio 2021). E dall’altra, una consistente diminuzione (-800mila) rispetto al numero di febbraio 2020.

«Non c’è un quadro di ripresa strutturale analizza Coppotelli – ma parliamo di ripresa fisiologica derivante dalle riaperture che pian piano stanno andando avanti. Nel dettaglio regionale dobbiamo considerare anche che secondo le stime più attendibili nel 2020 il Lazio, rispetto all’anno precedente, ha perso l’8,1% del valore aggiunto pari a 14,3 miliardi di euro. Nel 2021 ne dovrebbe riprendere solo una quota che porterebbe un saldo negativo di 7,5 miliardi rispetto al 2019. E questo si riverbera sulle imprese, sui lavoratori, sulle fasce produttive del Paese e, nello specifico, della regione».

Numeri Istat che vanno letti con attenzione. Come quello che vede la diminuzione degli inattivi (-138mila), ma al contempo l’aumento di contratti a termine.

Sotto questo punto di vista per Coppotelli «un esempio importante è rappresentato dai rider. Un fenomeno che se visto da un punto di vista statistico rappresenta un aumento in termini di occupazione, ma bisogna considerare che restiamo nel campo del precariato. Uno dei problemi, in questa fase ibrida, è il persistere della cosiddetta economia dei “lavoretti”. Cioè quella che prevede lavori per cui si va avanti anche a giornata. E lo Stato deve farsi protettore sociale di questi lavoratori perché sono i più deboli».

La difesa delle fasce più deboli

FOTO: ALBERTO LO BIANCO / IMAGOECONOMICA

“In una fase di timida ripresa anche il tema del blocco dei licenziamenti è di grande importanza. Mi spiego: non si può lasciare che il mercato faccia il suo corso senza contromisure perché così a rimetterci saranno i più fragili”.

Il segretario parla di “lavoratori precari e imprese operanti nei settori messi in ginocchio dalla pandemia. È essenziale, dunque, mantenere il blocco dei licenziamenti generalizzato almeno fino alla fine di ottobre e al contempo immaginare un prolungamento della cassa integrazione Covid. Così come è fondamentale mettere in campo strumenti di protezione sociale. Questo affinché i più deboli non siano sempre più deboli.

Nelle azioni finalizzate alla difesa dei diritti dei più fragili rientra il piano delle politiche attive. Iniziative da mettere in campo per reinserire nel ciclo produttivo quei lavoratori che hanno perso la propria occupazione.

Le Politiche Attive

«Abbiamo sottoscritto il protocollo sulle politiche attive con la Regione Lazio – spiega Coppotelli – Si tratta di uno dei pilastri per uscire dalle difficoltà sociali ed economiche che si sono acutizzate con la pandemia. Un accordo importante che disegna la cornice nella quale, attraverso la contrattazione, saranno definite le procedure per attivare le azioni. La Regione ha stanziato, per l’anno in corso, 245 milioni di euro in aggiunta alle misure che erano già in essere».

E parla di «orientamento al lavoro, autoimpiego, creazione di impresa, ma anche e soprattutto di formazione. In un momento di transizione come questo molti posti di lavoro andranno persi e altri se ne creeranno. È chiaro che per i nuovi lavori ci sarà bisogno di nuove competenze. Qui sindacati, imprese e, in particolar modo, istituzioni devono mettere in campo gli strumenti adeguati per formare sui nuovi lavori. Quelli, nella sostanza, che saranno protagonisti del futuro».

Coppotelli: il tema è la sicurezza

Un ultimo passaggio, ma non per importanza, è riservato al tema della sicurezza sul lavoro. Due i morti al giorno in Italia nel primo trimestre 2021. A livello nazionale un’indagine Inail evidenzia che nel primo trimestre del 2021 le denunce di infortunio con esito mortale riferite al periodo gennaio-marzo 2021 sono state 185, a fronte delle 166 denunce rilevate nello stesso periodo del 2020 (+11,45%).

«Come Cisl, insieme a Cgil e Uil ci siamo mobilitati e continueremo a farlo, per rimettere al centro il tema della sicurezza. Perché ancora una volta vediamo l’aumento di infortuni e
di morti sul lavoro anche e soprattutto nella nostra Regione
. Anche nel Lazio bisogna puntare
– conclude Enrico Coppotelli – in maniera decisa sulla formazione e sui controlli, prevedendo un piano di assunzioni nei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro delle ASL. Il personale addetto ai livelli di controllo non può essere in sottorganico nei Spresal laziali».

E infine un rilancio della formazione: «con risorse Regionali poderose e tangibili. La prevenzione e la sicurezza passano da qui con una altrettanta valorizzazione di coloro i quali sono preposti al controllo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro».