Lazio senza neve e turismo giù, ma la tv olandese promuove la Ciociaria

Meno 5% a livello regionale, con Frosinone a picco del 10% nel turismo invernale e con la sfida da vincere delle nuove frontiere

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Un servizio televisivo ripetuto più volte dalla tv di stato olandese per decantare le bellezze nascoste della Ciociaria e le mete turistiche che non rientrano nel cono di luce dei grandi spot italiani come Roma, Napoli, Firenze, Venezia, Pompei etc. E pare proprio che (anche) sulla scorta di quella mini campagna di informazione i cittadini dei Paesi Bassi si siano gradualmente innamorati della terra di Cicerone, Vittorio De Sica, Nino Manfredi, San Tommaso, San Benedetto e cento altri grandi. Le più gettonate pare siano state Fiuggi e Cassino-Montecassino, ma si sono registrate visite anche a Veroli, Anagni ed in tutti gli spot di una terra splendida e che forse di esser tale ancora non lo sa.

Non ancora almeno al punto da fare sistema con la sua bellezza e mettere il turismo a regime, equalizzandolo con le nuove rotte del mondo. Rotta tra cui spicca quella indicata da tempo e con forza da Guido D’Amico, ad esempio. Il presidente di Confimprese Italia è un fiero, concreto ed ormai “datato” fautore di un nuovo modello di eco turismo. Quello che prevede come a livello sistemico le strutture ricettive puntino su un approccio green.

La ricetta D’Amico che alla fine torna sempre

Guido D’Amico (Foto: Paolo Cerroni © Imagoeconomica)

E ancora, “selezionando gli esperti nel campo ambientale, costituendo collaborazioni con scuole e altri enti, implementando le attività proposte, raccogliendo dati e informazioni”. Il ragionamento è sistemico ed a vasi comunicanti, e le notizie che arrivano da questi giorni sul turismo invernale nel Lazio lo confermano. Spieghiamola meglio e senza iperboli parolaie: l’eco-turismo getta i presupposti per un rispetto ambientale massivo che alla lunga e su scala massima finisce per calmierare in parte le bizze del meteo.

E quando il meteo è “fuori squadra” rispetto ai cicli stagionali consueti i sistemi complessi umani che su esso fondano vanno in crisi. Quindi c’è un legame nettissimo tra un certo modo di concepire e gestire anche il comparto turistico e la possibilità che lo stesso prosperi. Questo anche al netto di Zes mancanti e di burocrazia invasiva e perniciosa in Italia come in nessun altro luogo.

Insomma, non è tutta colpa del cielo e “la terra” ci mette del suo, ma limando entrambi gli spigoli forse si va a meta.

Il Natale da dimenticare: parola di Corsera

La riprova o quanto meno il sottofondo mesto? Arriva da un articolo del Corriere della Sera che traccia il quadro dell’ennesimo “Natale da dimenticare per l’Appennino laziale”. L’analisi l’ha fatta Confcommercio e il cardine sarebbe stato l’assenza di neve da novembre a oggi. Una carenza che “avrebbe spinto un turista su 6 a cambiare meta rispetto allo scorso anno”. Sono briscole dolorose assai, poco ma certo. Quanti visitatori in meno si sono registrati? Quasi 70mila, per una stima di ammanco che arriva al mostruoso tetto di 1,2 milioni di danni.

Ci sono margini di recupero ma sono legati alla possibilità che a gennaio e febbraio nevichi, ma si tratta di recupero smilzo: un misero 5%. Percentuale che con l’arrivo delle piogge marzoline non compenserà alcunché, non al punto da far combaciare sistema turismo e nove rotte dello stesso. Più che di riscossa perciò parliamo di un auspicabile cerotto.

Il Corsera ha spiegato che “a farne le spese è in primis il Terminillo, che conta solo 7 strutture ricettive con appena 800 posti letto totali, 16 esercizi tra bar e ristoranti, 13 negozi e una farmacia”. Che significa? Che la scarsità di neve è mezzo movente o al limite concausa, ma che il vero problema sta in una logistica di settore che paga pegno alla presunzione per cui avere location fighe basti ad avere flussi turistici tali da fare economia di scala.

Domanda ed offerta non si incrociano

Campocatino

Un errore gravissimo questo. Errore su cui Leonardo Tosti, presidente Confcommercio Lazio Nord, ha dato sembianze precise ed implacabili. Qui gli olandesi c’entrano poco: qui c’entra la famiglia frusinate che ha pochi soldi da spendere ed il locatore che per fare massa tariffa al rialzo, con un’offerta media e spesso senza neanche la neve. “Il turismo di prossimità, rinato con la pandemia, non si è consolidato”.

“Il mancato adeguamento degli stipendi alla recente inflazione poi ha causato una forte contrazione dei consumi. I proprietari degli appartamenti, acquistati dopo il cambio di destinazione d’uso dei vecchi alberghi in residence, faticano a trovare affittuari disposti a pagare per settimane tutt’altro che bianche”.

E come sta accadendo con le Zes, che premiano la vicina Campania e penalizzano Ciociaria e Pontino, anche nel turismo ci sono “vicini più attrezzati”.

Come sta messa Frosinone: meno 10%

Vicini come l’Abruzzo, che dal Frusinate è raggiungibile in modo agevole tramite l’autostrada A24, la rotta cominense o usando il casello A1 di San Vittore del Lazio come “bouquet interregionale”. Sempre dalle colonne del Corsera ha detto la sua Marco Salvatore dell’agenzia Terminillo trekking 360. “Da noi non è raro avere inverni senza neve. Ecco perché l’offerta comprende ciaspolate, escursioni, tour in ebike e alpinismo, oltre alle ultime 5 piste ancora attive”. Insomma, le alternative non mancano ma alla fine “vince il turismo mordi e fuggi”.

Foto © Stefano Strani

E Frosinone? Da ottobre a dicembre è stato un mezzo disastro, con i flussi “crollati del 10%”. Gennaio pare possa essere mese di riscossa, ma si tratta della riscossa mogia di chi è partito in perdita e punta al pareggio se va bene. Pietro Di Alessandri, della cooperativa Monte Nebo che gestisce l’albergo diffuso Monastero di Sant’Erasmo a Veroli, è da tempo fautore della “ricetta D’Amico”.

La nuova strada del turismo è quella aziendale

Per lui il turismo non è un filone da spremere fino ad esaurimento, ma un organismo in evoluzione. E al quotidiano di via Rizzoli ha detto: “Stiamo osservando un aumento della domanda di ‘workation’, località dove villeggiare e lavorare in smart working”. Che significa?

Che “le aziende scelgono luoghi appartati come il nostro per fare il punto sull’anno passato e quello venturo e sottoporre ai dipendenti esperienze che possano cementificare il loro legame, alternando riunioni a giochi di ruolo”.

Ad Alessioporcu aveva già affermato che “la priorità è rimettere le persone al centro ed il turismo sostenibile è un ottima strada”. E’ stato lui a spiegare che “il mercato fiammingo, come mi ha detto un nostro ospite, è molto attento alla parte sud del Lazio. C’è una grande attenzione ai tesori nascosti attorno a Roma perché la televisione di stato olandese fece più servizi sui tesori nascosti del Lazio.

Ciocie e tulipani, ma serve un metodo

Il dato è che gli olandesi “conoscono, anche se magari solo di nome, la Ciociaria: Isola del Liri, Montecassino, Fiuggi”. Da qui una sorta di “innamoramento” della terra dove si portano gli zoccoli (e dove la sensibilità per il green è altissima) per quella dove si calzano le ciocie.

Ma come in tutti i feeling serve che quel sentimento sia corrisposto, e che il “nido d’amore” sia ben approntato. Altrimenti la Ciociaria rischia di restare al palo con un mordi poco ed un fuggi subito. Cioè con roba che non fa e non farà mai economia di sistema e che vivrà solo di picchi estemporanei. Che nevichi o meno a quel punto poco importa.