Conclamata a Ceccano la frattura tra Riccardo Del Brocco e Stefano Gizzi, che crea consenso attorno alla candidatura a sindaco di Alessio Patriarca. E cita Giovannino Montoni per sminuire gli eventi estivi. Mentre il Psi chiede di intitolare una strada proprio allo storico assessore al commercio. Gizzi? Ne dedicherebbe subito una al podestà Michele Tanzini
Sono nuovamente come cane e gatto: l’underdog Riccardo Del Brocco ed il gattopardiano Stefano Gizzi. Sono stati i grandi tessitori del Caligiore 2, l’amministrazione comunale di centrodestra che oggi guida Ceccano: nata grazie a loro che con pazienza hanno incollato i cocci del Caligiore 1 finito in frantumi dopo quattro anni di governo. Il feeling tra i due tessitori pare ormai intaccato. È una rottura conclamata quella tra l’odierno assessore all’Ambiente e l’ex assessore alla Cultura.
A dirlo è anche il tenore dei post sui più frequentati social network. «Vatti a ricoverare», arriva a dire Del Brocco. «Inizi con gli insulti da cafone che sei», gli risponde Gizzi. Che non ha più bisogno di troppe presentazioni.
Scintille su Facebook
da dove nasce l’attrito? Riccardo Del Brocco, candidato sindaco in pectore per il dopo Caligiore, su Facebook esultava per il successo del trekking urbano: «Centinaia di persone questa sera in giro per i nostri vicoli, scoprendo scorci della nostra città che troppo spesso perdiamo, presi dalla frenesia e velocità di tutti i giorni». Da Gizzi, di contro, due velenosi paragoni. «Per il numero di persone ti stai sbagliando con le iniziative del 2021 – non se la tiene Gizzi, allora delegato alla Cultura -. Ci sono le foto, bello».
Replica l’esponente di FdI Del Brocco: «Ci sono le foto anche degli eventi del 2023, quelli da record»; il riferimento è alle “Notti della Contea” iniziativa in corso ed organizzata dall’amministrazione in carica. Come mai tanta acredine? Gizzi oggi è civico: lo hanno cacciato dalla Lega e dalla Giunta comunale oltre un anno fa perché fraternizzò con la guerra scatenata in Ucraina da Vladimir Putin; adesso è coordinatore del Gruppo Indipendente in maggioranza. Con una punta di veleno risponde: «Come quelli del grande Giovannino Montoni. Anche lui faceva feste con numeri da record. Era meno bravo nell’autoesaltazione». (Leggi qui Gizzi: «Il Sindaco Caligiore? Pare il Conte Ugolino»).
Gizzi cita Montoni
L’ex leghista Gizzi si rifà al Movimento Sociale. È distante da An e FdI: le ritiene mammolette. Parla come uno dell’opposizione di Centrosinistra. Menziona Giovanni Montoni, detto Giovannino: storico e compianto assessore al Commercio di fede socialista. Scomparso nel marzo 2018, all’età di 71 anni, è ricordato dalla gente per i successi delle “sue” feste patronali e dal Psi per il suo operato da uomo di Partito.
Nelle scorse ore, chiedendo uno strappo alla regola che non lo consente per i defunti da meno di dieci anni, il Psi ha chiesto di intitolare una strada proprio al “Re di San Giovanni” Montoni. Gizzi, ovviamente, lo esalta per ridimensionare il successo del format odierno. Gian Franco Schietroma, segretario regionale e leader provinciale del Psi, lo ha celebrato più volte come «Socialista nell’animo e nei fatti, un autentico pilastro per il nostro Partito».
Schietroma ha lanciato la proposta nel corso di un recente convegno tenuto in città a tema Pnrr al fianco del segretario nazionale Enzo Maraio e di quello locale Antonio Ciotoli, Sindaco dal 2002 al 2012. Vogliono riprendere da dove hanno lasciato, dall’intitolazione fatta da “quelli di prima” a un esponente di spicco del Partito Socialista: il frusinate Dante Schietroma, già Ministro e Sottosegretario di Stato, padre di Gian Franco a sua volta già sottosegretario e componente del Consiglio Superiore della Magistratura.
Il Psi vuole “Via Montoni”
L’ex amministratore Giulio Conti, oggi segretario del Pd Ceccano, ha condiviso a pieno la proposta di Schietroma. Lo ha fatto definendo Montoni «un amministratore di lungo corso, che ha amato follemente la nostra comunità, impegnandosi per essa in prima persona per ogni miglioramento necessario – ha detto il suo ex collega di fede Democrat -. Di un’intelligenza politica sopraffina, non erano da meno le sue qualità umane e il consenso elettorale che le persone gli hanno corrisposto ne è stata sempre la riprova».
È proprio per non dilapidare quell’eredità che si torna a celebrare Montoni a oltre cinque anni dalla sua scomparsa. Schietroma è già andato oltre la proposta di intitolazione protocollata a inizio settimana. «Mi permetto di suggerire, ad ogni buon fine – comunica il capo politico dei Socialisti – l’istituzione di una Commissione speciale per la toponomastica».
Perché di nomi di amministratori di Centrosinistra da dare ad anonimi spazi pubblici, come esemplifica lo stesso Schietroma, ce ne sarebbero: «Questo organismo specifico potrebbe esaminare in via istruttoria non solo la proposta riguardante Giovanni Montoni – così il segretario del Psi Lazio – ma anche altre situazioni di cittadini particolarmente degni di attenzione, a cominciare dai sindaci di Ceccano purtroppo scomparsi. E cioè Vincenzo Bovieri, Luigi Piroli, Francesco Battista, Angelo Compagnoni, Edoardo Papetti, Orazio Trotta e Carlo Spinelli, tutti certamente meritevoli dell’intitolazione di strade o piazze».
La festa di San Giovanni
Nelle strade e piazze, intanto, vanno avanti le “Notti della Contea” curate dal consigliere Fabio Giovannone (Grandi eventi e Commercio) in collaborazione con Pasquale Bronzi (Turismo). Giovannone, già presidente del Consiglio comunale, è civico in sala consiliare ed esponente di FdI fuori. Bronzi, già tra le file della Lega, è ora capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia. In vista delle prossime Elezioni Comunali, programmate nel 2025 salvo imprevisti, sono entrambi alleati di Del Brocco.
Come del resto tanti altri, eccetto il Gruppo Consiliare Indipendente: incarnato in Consiglio da Alessio Patriarca, delegato alla Cultura in successione al mentore Gizzi. Un Patriarca fuori dalla Lega anche lui: è arrivato allo scontro con il suo ex Partito per via della candidatura del civico Marco Corsi alle passate Elezioni Regionali; non l’ha condivisa, non l’ha appoggiata.
Corsi suscita una certa orticaria nel centrodestra: quando non era ancora con la Lega fece cadere il Caligiore 1; per questo ora che è salito sul Carroccio sono scesi quasi tutti quelli che ci stavano da prima. L’assessore Angelo Macciomei, nel mentre, è passato a Forza Italia: facendo così riparlare di un’Amministrazione di Centrodestra e non di un Monocolore di Fratelli d’Italia. (Leggi qui Patriarca da Caligiore con Gizzi: «Priorità alla Cultura». E poi qui Macciomei pianta il seme di Forza Italia a Ceccano).
Un sentore di elezioni
Gizzi, storico oppositore del Centrosinistra e amministratore di Centrodestra, sente una strana frenesia nell’aria. Vede Riccardo Del Brocco presenziare a tutti gli eventi cittadini, dai più grandi ai più piccoli, come se fosse già il candidato se non il sindaco di Ceccano. Ha avviato, per certi versi, la campagna elettorale sottotraccia. Il primo cittadino di FdI Roberto Caligiore, a un paio d’anni dalla fine del suo doppio mandato, gli sta cedendo spazio. Sembra molto più sereno rispetto a quando rivendicava un posto al sole in Provincia o Regione.
A stretto giro politico non restano che le Elezioni Europee 2024. Potrebbe essere candidato di Fratelli d’Italia, pareggiando la spinta territoriale che potrebbe innescare la candidatura di Mario Abbruzzese (Lega) e Francesco De Angelis (Partito Democratico). La candidatura alle Europee viene vista come la soluzione più probabile perché qualunque poltronissima in uno dei tanti enti è resa impossibile dalla legge che ora impone due anni di raffreddamento a chi ha ricoperto cariche pubbliche. Il tempo non manca. Ci sta lavorando il deputato di casa nonché coordinatore provinciale FdI Massimo Ruspandini. Che per la successione al Comune non vede affatto male l’assessore Del Brocco.
Sarà per questo che non sono mancate frecciatine social di Gizzi nei confronti del Leader Maximo di Fratelli d’Italia. Nel maggio 2006, quando erano consiglieri di Centrodestra all’opposizione, Gizzi e Ruspandini si resero protagonisti planetari del rogo di un libro in pubblica piazza, “Il Codice da Vinci” di Dan Brown, in quanto «volume blasfemo che offende gravemente Gesù Cristo». Gizzi lo rifarebbe altre mille volte, mentre Ruspandini, suo malgrado, se lo sente ricordare di tanto in tanto. Esaltazioni di gioventù. (Leggi qui).
Lui era il gatto, io la volpe
Ora, per usare un eufemismo, il “gatto” e la “volpe” di un tempo non sono più in buoni rapporti. Ruspandini, per la festa patronale di San Giovanni, aveva postato: «La potenza di San Giovanni e la forza della devozione. Ragazzi impegnati in politica (tra cui Del Brocco, Ndr) che portano il Santo Patrono, una comunità che si ritrova oggi come ieri attorno alla fede e alla speranza. La nostra storia e le nostre tradizioni vanno preservate ad ogni costo. Senza di queste l’Italia non sarebbe il paese più bello del mondo».
Gizzi non se l’è tenuta neanche quella volta: «Sono commosso – ha scritto ironicamente -. Come esprimi bene tu i messaggi spirituali nemmeno il Parroco di Casamicciola». Ovvero don Gino Barillaro, che durante la frana autunnale ad Ischia raccontò all’Ansa: «Sono qui nella zona dei soccorsi, ho cercato i dispersi e ho visto una vittima, era una donna».
Ruspandini risponde: «Non sono messaggi spirituali. Mica sono un santone. Spero, però, di continuare a meritarmi la tua scomunica». Gizzi, dal canto suo, ha un proverbio irlandese: «Avendo amici come te, Riccardo Del Brocco presto non avrà bisogno di nemici».
L’Udc e il suo Patriarca
«A Pastena con il Sindaco, l’Onorevole Angelo D’Ovidio. Una chiacchierata sulle prossime Elezioni Comunali». È così che l’ex assessore Gizzi lancia Alessio Patriarca come candidato sindaco: a fianco al segretario provinciale dell’Udc: l’Unione dei democratici cristiani e di centro, in sintesi Unione di Centro. Gizzi cerca di allargare il consenso a favore di Patriarca all’interno dell’universo del Centrodestra. Ma, tolti eventualmente Lega e Udc, resterebbe il peso di Fratelli d’Italia, Forza Italia e liste satellite a favore di Del Brocco.
Gizzi, a sentire quella del Psi, ha intanto tutt’altra proposta di intitolazione di uno spazio pubblico: a Michele Tanzini, Podestà di Ceccano nei primi anni Trenta con il Partito Nazionale Fascista. «La toponomastica di Ceccano soffre un antico difetto – esterna l’ex assessore alla Cultura – È retaggio totale della Sinistra, che ha voluto imprimere anche in questo settore la sua visione delle cose civiche». Ritiene che sia «davvero singolare che la quasi totale indicazione dei nomi proposti dal dopoguerra siano solo ed esclusivamente di Sinistra».
Vorrebbe che fossero intitolate strade a «personaggi medievali di caratura internazionale come il cardinale Annibaldo da Ceccano», che dà il nome alla Biblioteca-Mediateca di Avignone e a una via di Caserta, «mentre a Ceccano è un illustre sconosciuto nella toponomastica». Secondo lui mancano tutti i big del Medioevo: il Conte Giovanni, i Cardinali Giordano, Stefano, Teobaldo. Manca Donna Egidia, figura apicale dei Conti de’ Ceccano.
I secoli mancanti in strada
«Mancano anche tutti i secoli dei Colonna, con Marcantonio vincitore della Battaglia di Lepanto – lamenta ancora Gizzi, cultore di storia locale – nonché tutto l’Ottocento, con i celebri cardinali Pasquale Gizzi, Giuseppe Berardi e Giacomo Antonelli, ma anche i professori Francesco Bovieri e Giovanni Giuseppe Gizzi».
Cosa ne pensa degli ex sindaci di Sinistra? «È davvero avvilente e riduttivo proporre i nomi di questi decenni controversi pure, dimenticando volutamente tante figure storiche apprezzabili e meritevoli del ricordo in una strada».
Gizzi, allora, contropropone l’intitolazione di una strada all’Onorevole fascista Michele Tanzini: «Non soltanto figura di rilievo nazionale, come membro della Camera, ma anche come amministratore pubblico di Ceccano, negli anni Trenta – lo ricorda -. Durante il Fascismo fu apprezzato da tutti per la sua visione generosa e umana delle vicende politiche. Viene ricordato da tutti come un eccellente amministratore pubblico».
Quando c’era lui
Quando c’era lui, Tanzini, furono costruiti l’acquedotto pubblico, lo stadio comunale, la facciata del cimitero, nonché «le fontane monumentali disegnate dall’ingegner Giovanni Iacobucci – rammenta il coordinatore del Gruppo Indipendente – e ci fu la ristrutturazione dell’ospedale civile, un fiore dell’occhiello della nostra città, che quasi cent’anni dopo continua a discriminare una figura che tutti ricordano con affetto e rispetto».
Questa intitolazione, per Gizzi, sarebbe «un atto di giustizia storica, civica e politica – conclude -. Appena eletto consigliere comunale del Movimento sociale italiano-Destra nazionale, ricordo molte persone anziane che mi fermavano per suggerire la proposta di intitolare una strada proprio all’Onorevole Michele Tanzini, un esempio per le nuove generazioni che si avvicinano alla Politica Per la sua onestà personale e per le sue doti di amministratore».
Non che sia venuto meno, nel mentre, un altro suo auspicio: vedere la centrale Piazza 25 Luglio cambiare nome per essere intitolata al medievale Conte Giovanni. Attualmente è dedicata al giorno della Caduta di Mussolini. (Leggi qui Gizzi: «Intitoliamo la piazza antifascista a uno dei Conti de’ Ceccano»).