Quei Comuni in prima linea che hanno bisogno dell’aiuto del Governo

Foto © Stefano Strani

Anche in Ciociaria i sindaci stanno dando tutto. Ma gli enti non incassano più nulla e devono garantire i servizi. Occorrono 5 miliardi di euro, altrimenti sarà la catastrofe.

Non si stanno limitando ad attuare le disposizioni del Governo o della Regione. Sono invece in prima fila a sostegno di cittadini e imprese. Tutti travolti dalla pandemia Covid-19. Tutti determinati a cercare di tappare le falle e di dare un sostegno. Parliamo dei sindaci, nessuno escluso.

Quello di Frosinone Nicola Ottaviani sta distribuendo personalmente le mascherine fatte realizzare a tempo di record per la gente. Quello di Ferentino Antonio Pompeo ed il suo collega Enzo Salera (Cassino) stanno sospendendo ogni tipo di pagamento ed hanno innescato una gara contro il tempo per consegnare il prima possibile i buoni spesa alla popolazione.  Roberto De Donatis (Sora) e Tommaso Ciccone (Pofi) ha aperto una finestra quotidiana sulla pagina social del Comune ed all’ora di pranzo aggiorna la cittadinanza sulla situazione sanitaria e su quella amministrativa; in più sta partecipando a tutte le funzioni religiose in onore del Patrono e per la Pasqua, solo ed unico ospite nella cattedrale, in rappresentanza della città.

Anselmo Rotondo, Roberto De Donatis, Giuseppe Morini

Daniele Natalia (Anagni) e Giuseppe Sacco (Roccasecca) non stanno praticamente dormendo più per cercare  di mantenere il presidio h24, all’improvviso lasciano il loro studio da avvocato e vanno in giro per controllare che le loro città siano deserte, poi tornano a studiare i fascicoli. Simone Cretaro (Veroli) ha avuto la sfortuna di ritrovarsi due cluster in città: uno nell’abbazia di Casamari ed uno all’Ini, si è prodigato nel fare la spola, individuare le mascherine, appianare ogni ostacolo burocratico o pratico si creasse.

Alioska Baccarini (Fiuggi) è arrivato al punto di organizzare un’ispezione nei boschi per verificare se ci fosse gente a caccia, raccogliere legna, svolgere attività sportiva. Allo stesso modo Anselmo Rotondo (Pontecorvo) piomba all’improvviso nelle zone a rischio e senza peli sulla lingua poi accende la webcam e rimprovera i concittadini, arrivando al punto di dire “ce n’è una minima parte che ci fa vergognare per tutti: mentre la gente muore in ospedale loro vanno allegramente a fare gli asparagi“. Ha chiuso le strade di accesso ai luoghi delle scampagnate, così come ha fatto il sindaco Simone Costanzo (Coreno Ausonio) ed il suo collega Lucio Fiordalisio (Patrica) che ormai beve soltanto caffè per restare sveglio il più a lungo possibile.

I sindaci di Piedimonte S.G. e Ferentino. Foto © Michele Di Lonardo

Nel suo Comune sta facendo di tutto Claudio Guerriero (Vico nel Lazio): il mattino presto apre il portone del municipio, controlla il paese a bordo di un mezzo del Comune diverso ogni giorno in modo da metterli in moto tutti a turno e non far scaricare la batteria. Giuseppe Morini (Alatri) non ha esitato ad innescare il confronto ad ogni livello quando ha avuto l’impressione che le informazioni arrivassero con ritardo. A Piedimonte San Germano Gioacchino Ferdinandi è arrivato a mettersi in macchina ed a percorrere le strade cittadine parlando all’altoparlante, come nel periodo della campagna elettorale, per raccomandare a tutti di restare a casa. Ad Aquino Libero Mazzaroppi ci manca solo che si infili la tuta bianca, la mascherina e gli occhiali per accompagnare il personale sanitario.

Tutti meriterebbero una citazione per quello che stanno facendo. A dimostrazione che resta quello di sindaco il ruolo più vicino alle istanze della gente. Il ruolo più bello e più ingrato al tempo stesso. Eppure sono preoccupati. Alle loro ansie ha dato voce Antonio Decaro, presidente dell’Anci, l’associazione che rappresenta i Comuni italiani.

Il sindaco di Bari Antonio Decaro con Matteo Renzi

Il quale nel corso della Conferenza Unificata ha detto: “Cinque miliardi subito ai Comuni o costretti a interrompere servizi. La capacità fiscale dei Comuni è drasticamente ridotta. Non per volontà di noi amministratori, né per volontà di cittadini e imprese che versano i tributi. E’ ridotta, se non in alcuni casi azzerata, per la situazione che si é creata con il blocco delle attività economiche a seguito dell’emergenza sanitaria”.

Anche i Comuni hanno bisogno di sostegno, perché non stanno incassando più nulla e non lo faranno per chissà quanto tempo. E dovranno continuare a garantire la pulizia delle strade e delle città, i servizi sociali, il sostegno ai meno abbienti e tutto il resto. Non potranno farcela. Non possono essere lasciati soli. I Comuni hanno bisogno di cinque miliardi di euro subito.

Altrimenti andranno in crisi e, con loro, la coesione soociale del Paese.