E tutti governarono felici e contenti (Il riepilogo della giornata)

Il riassunto della giornata per chi va di fretta. E per chi ha poco tempo per leggere. Il trappolone per le dimissioni in massa con cui far cadere lo Zingaretti bis. La smentita di Parisi. L'incontro Zingaretti - Raggi. La non belligeranza del M5S. La confessione di Pirozzi

Dimissioni in massa per far cadere lo Zingaretti bis subito dopo la proclamazione degli eletti”: la notizia è apparsa in mattinata su Il Messaggero.

Testata autorevole, firma sempre bene informata, eppure tutti negano: qualcosa non quadra.

Il capogruppo del centrodestra Stefano Parisi su La7 giura di non saperne niente. Il gruppo di Forza Italia non ne è informato. Mario Abbruzzese che è ancora in forza alla Pisana smentisce e dice che questo «è il momento della responsabilità, non delle trappole». (leggi qui Dimissioni in massa per far cadere Zingaretti? Un suicidio ma per l’opposizione)

Nicola Zingaretti in mattinata va in Campidoglio ed incontra Virginia Raggi: un confronto che riporta il sereno tra Regione e Comune di Roma, al punto che viene annunciato un metodo di confronto costante sui temi che vedono coinvolti i due enti, primo tra tutti la gestione dei rifiuti e dei trasporti. (leggi qui Zingaretti – Raggi è disgelo: vertice positivo in Campidoglio)

A stretto giro, dal M5S regionale Roberta Lombardi smentisce la storia delle dimissioni in massa e dice che non sfiducerà Zingaretti andando dal notaio: semmai lo farà in aula e per politiche che non vanno a favore dei cittadini. (leggi qui Il M5S non sfiducerà Zingaretti)

In serata si scopre che l’iniziativa è idea di Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice che si era candidato come Governatore. E dice di averlo fatto per smascherare chi sta davvero con Zingaretti e chi no: chi vuole farlo cadere – dice Pirozzi – ha solo da firmare, il notaio lo metto io. (leggi qui L’idea delle dimissioni in massa? È stata di Sergio Pirozzi)

Dal pensatoio di Parisi gli risponde l’ex assessore regionale Donato Robilotta. E lo accusa di avere sollevato questo polverone con un solo scopo: coprire l’intesa che si sta costruendo tra Nicola Zingaretti ed il Movimento 5 Stelle, sugellata dall’incontro di oggi con Virginia Raggi.

Un incontro che sancisce l’avvio delle prove di dialogo a 360 gradi, e alla luce del sole, tra Pd e M5S, triangolando tra Comune di Roma e Regione Lazio.

L’incontro di questa mattina in Campidoglio é servito anche a predisporre le basi di un rapporto politico molto diverso da quello che ha contraddistinto gli ultimi due anni.

Secondo l’agenzia Dire, che ha contattato esponenti di entrambi gli schieramenti, i vantaggi di questa nuova dinamica potrebbero essere reciproci. Il Campidoglio potrebbe ottenere più facilmente risorse per progetti specifici e una maggiore velocità burocratica su alcuni dossier. Almeno é quello che sperano in Campidoglio. Alla Pisana, invece, si aspettano un atteggiamento di collaborazione nell’aula del Consiglio regionale dove, come è noto, Zingaretti non ha la maggioranza.

Questo non si dovrebbe tradurre né in un’alleanza né in patti di non belligeranza, ma in un atteggiamento meno aggressivo e di maggior confronto sui punti programmatici che lo stesso Zingaretti ha annunciato i giorni dopo la sua rielezione.

Un primo indizio? Proprio la nota dell’ex candidata alla presidenza, Roberta Lombardi, che ha escluso dimissioni di massa per far cadere il governatore, come accaduto per l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino (leggi qui Il M5S non sfiducerà Zingaretti). La Lombardi si é detta soddisfatta della convergenza tra Raggi e Zingaretti sul tema dei rifiuti.

La nuova collaborazione tra Comune e Regione non avverrà, dunque, nelle stanze segrete, ma sui fatti. E chissà che questo non aiuti anche a rasserenare il clima a livello nazionale, dove la situazione é ribaltata: in quel caso é il leader dei 5 stelle, Luigi di Maio, a non avere i numeri per poter governare in Parlamento.

E tutti governarono felici e contenti.