Scherzi a parte: la Lega brucia anche il candidato dell’Ugl

Nuova fumata nera. Dopo un pomeriggio da Scherzi a Parte nel quale tentare una convergenza sul candidato indicato dall'Ugl, Giuseppe Sebastianelli. Nessuno sapeva niente.

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Piacerebbe molto al dottor Sigmund Freud. Il caso della Lega di Cassino e della crisi politica che ha ostinatamente voluto determinare sarebbe capace di intrigare il padre della psicoanalisi moderna. Solo un profondo investigatore dei segreti meccanismi del comportamento umano, nascosti nei suoi più inaccessibili recessi, potrebbe essere in grado di trovare una logica politica a quanto sta compiendo nella città martire il Partito di Matteo Salvini. Un altro, più superficiale del dottor Freud, li prenderebbe tutti per matti e li avrebbe già mandati a quel paese.

Corto circuito

L’inizio e la fine, bastano questi due elementi per avere la chiara percezione d’essere di fronte ad un caso clinico. L’inizio: la Lega logora per mesi il governo di centrodestra guidato da Carlo Maria D’Alessandro (Forza Italia) che ha contribuito ad eleggere. Reclama un cambiamento di sostanza e pur di ottenerlo rifiuta poltrone, assessorati, vice sindaci e gestione di appalti. La notte in cui finalmente il sindaco si arrende e sventola una bandiera bianca arrangiata con le mutande politiche che s’è dovuto sfilare… la Lega rifiuta.

Una vulgata vuole che sia stata una tumultuosa telefonata da Terracina fatta dal coordinatore regionale Francesco Zicchieri a dire no all’intesa. Che prevedeva: vice sindaco, assessorato ai lavori Pubblici, via libera al progetto per la Sicurezza, un paio di Commissioni. L’ordine perentorio impartito quella notte, con il profumo della salsedine nell’aria, fu ‘Non si fanno prigionieri, l’amministrazione deve cadere: chi non firma è fuori dalla Lega’.

L’indomani mattina i consiglieri comunali leghisti di Cassino Robertino Marsella e Claudio Monticchio (il primo fermamente convinto, il secondo molto meno) sotto l’occhio vigile del mancato vicesindaco Carmelo Palombo firmarono, con i Consiglieri di opposizione, le dimissioni in massa che determinarono la caduta dell’amministrazione: quella che tre anni prima loro stessi avevano eletto.

Il nulla del presente

Un sacrificio politico. Doloroso ma dovuto (per la Lega). In modo da mandare a casa un’amministrazione nella quale non ci si riconosceva. E sostituirla con una di stampo radicalmente opposto. E di sani principi leghisti.

Chi è allora il nuovo sindaco da insediare al posto del decaduto Carlo Maria D’Alessandro? Chi è l’uomo che deve rappresentare il cambiamento? A chi compete l’onere di salire sul Carrocco di Cassino e condurre l’armata di Salvini verso il rinnovamento morale della città di San Benedetto?

La Lega non ha un candidato. Non lo aveva. Ha mandato a casa un’amministrazione senza avere idea di come sostituirla. Si è privata del ruolo di vicesindaco e tutto ciò con cui avrebbe potuto controllare la macchina amministrativa… per sostituirla con un gigantesco nulla.

La riunione tenuta venerdì pomeriggio a Pontecorvo è stata un caso clinico. Con candidati fantasma, sostenitori che solo alcuni vedevano e che altri giurano non si siano presentati.

I fantasmi per il candidato

L’incontro si è tenuto a Pontecorvo, città dell’onorevole Francesca Gerardi, responsabile delle trattative con cui individuare il candidato. Nei fatti ha esautorato il coordinatore provinciale Carmelo Palombo. “Da oggi dovete parlare solo con me, delle trattative: e sia chiaro che con Forza Italia non ci andremo mai“, viene attribuito alla deputata di Pontecorvo che non va a Cassino per trattare.

Il primo nome finito sul tavolo una settimana fa è stato preso in prestito al Partito Democratico. A Matteo Salvini giurano che non lo abbiano detto ma solo accennato e in maniera molto sfumata. Troppo difficile spiegargli che a Cassino la Lega ha buttati giù l’amministrazione di centrodestra che aveva eletto, nella quale aveva in mano vicesindaco e commissioni varie, per sostituirla con un Massimiliano Mignanelli che è il vice presidente della Provincia di Frosinone governata dal Pd, eletto nella lista del Pd, storicamente uomo di fiducia di Beatrice Lorenzin che sta alla Lega come Carla Fracci sta alla Saf di Colfelice.

Venerdì a Pontecorvo si è riusciti a fare di meglio. Il nuovo esempio del cambiamento radicale e del rinnovamento con cui far dimenticare D’Alessandro è stato Giuseppe Sebastianelli. Che è stato spesso e volentieri la stampella dell’amministrazione mandata all’aria dalla Lega, l’unico che non ha voluto firmare le dimissioni in massa con cui mandare tutti a casa, l’ultimo difensore di Carlo Maria.

Scherzi a Parte

Il nome lo ha indicato l’Ugl dopo una disperata conversazione con il sottosegretario Claudio Durigon (che proviene dai quadri di quel sindacato). Al quale ha spiegato che a Cassino c’è un po’ di confusione, serve un candidato: noi ne abbiamo uno sotto mano. E allora Francesca vedi se c’è convergenza.

Così, venerdì poco dopo mezzogiorno, i leader degli schieramenti civici e dei Partiti alleati iniziano a ricevere la telefonata di convocazione per il conclave di Pontecorvo. Già, ma perché a Pontecorvo? Perché pare che a Cassino sia pieno di spie che poi riferiscono ogni cosa ad Alessioporcu.it.

È il contenuto della telefonata a far pensare che sia tutto uno scherzo, un pesce d’aprile fuori tempo massimo. “Si, allora senti: c’è convergenza sul nome di Sebastianelli. Ci vediamo a Pontecorvo e formalizziamo la candidatura così partiamo con la campagna elettorale. Su di lui oggi convergono Mignanelli, Rossella Chiusaroli, De Nisi, Fratelli d’Italia, Maurizio Russo…

I nomi sono quelli dello schieramento civico capace di sostenere la candidatura. Ma a Cassino sono abituati a trappole e liste falsificate. E fanno una semplice verifica. Inizia un intreccio di telefonate con cui ognuno chiede all’altro perché abbia dato la sua disponibilità ad appoggiare Sebastianelli senza nemmeno consultarsi.

Si scopre così che era tutta una balla. Massimiliano Mignanelli non aveva dato alcuna disponibilità a sostenere Sebastianelli. Il segretario provinciale del sindacato Fenadip Enzo De Nisi (altro potenziale candidato) giura che lui non ha dato proprio nessuna disponibilità. L’avvocato Francesco Malafronte, esponente del Polo Civico, è in Campania per seguire un caso penale e giura di non sapere proprio nulla. Rossella Chiusaroli nega ogni cosa e prova a difendere la sua amica Francesca Gerardi: “Sicuramente è estranea a questa cosa e le hanno fatto credere che ci fosse una convergenza”. Il vice coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Gabriele Picano ha declinato direttamente l’invito, la coordinatrice cittadina Angela Abbatecola nemmeno viene chiamata.

Un altro candidato bruciato

Fatto sta che nessuno di loro va a Pontecorvo. Non si presenta nemmeno il coordinatore provinciale esautorato dalla gestione di Cassino Carmelo Palombo.

Al cospetto dell’onorevole Gerardi ci sono l’aspirante sindaco indicato dall’Ugl Giuseppe Sebastianelli, suo cugino Franco Evangelista (fedelissimo assessore uscente nell’ultima giunta di Carlo Maria D’Alessandro, per fare quadrato su di lui è nata la crisi finale che ha mandato tutti all’aria). C’è Maurizio Russo ed Enrico Iemma ex coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia. Più un altro cugino di Sebastianelli. C’è il coordinatore cittadino Ernesto Di Muccio.

Discutono un po’. E arriva un’indicazione politica. Secondi alcuni, l’onorevole Gerardi ha deciso di mettersi contro le indicazioni nazionali del Partito. E tuona “Mai con Forza Italia“, nonostante l’ordine di scuderia dati da Mattei Salvini sia il contrario, perché dovunque si è andati uniti si è vinto.

La Lega 2 è pronta

A Cassino intanto vengono rispolverate le foto che ritraggono Giuseppe Sebastianelli insieme al leader di Forza Italia Mario Abbruzzese quando sfiduciarono il sindaco Bruno Scittarelli. Attendono solo l’annuncio della candidatura per mettere in rete quelle immagini. Ma fino a tardi l’annuncio non arriva.

La base che ha detto no alla candidatura di Mignanelli ora dice no anche a Sebastianelli. E rilancia con il nome di Carmelo Palombo. Che a questo gioco al massacro non intende partecipare: sa benissimo che presentarsi alle urne con una premessa simile equivarrebbe ad un suicidio politico.

Tra le sue file c’è chi ha già in mano il simbolo ed il nome alternativo Lega di Cassino. Un po’ come è avvenuto ad Anagni alle scorse Comunali: un pezzo della lega qui ed un altro pezzo lì. Lunedì la Lega di Cassino si riunisce, deve decidere se appoggiare il candidato imposto da Roma Ladrona. Oppure confluire in una civica con il simbolo Lega 2. A sostegno di chi?

Chiunque sia in grado di non far vincere Mario Abbruzzese e Forza Italia. Almeno su questo sono tutti d’accordo.