Sora, la “tomba” delle coalizioni

Il centrodestra sta affondando nella palude della manovre democristiane di Abbruzzese, nell’impossibilità di Ottaviani a governare la Lega. Poi ci sono gli imbarazzi di Forza Italia e le manovre trasversali che arrivano da tutte le parti. Ma questo è il risultato di anni di silenzi e guerre intestine nel centrodestra. E Fratelli d’Italia non riesce a prendere la leadership. Tana libera tutti nel Pd

In questi giorni, a proposito dell’immane tragedia della riconquista del Paese da parte dei Talebani, sentiamo parlare dell’Afghanistan come la “tomba degli Imperi”. Nella storia in diversi lo hanno conquistato, ma nessuno poi è riuscito a governarlo. Nemmeno Alessandro Magno. Poi ci hanno provato gli inglesi, i russi, gli americani. Ma alla fine si conclude sempre con la ritirata degli eserciti.

Fatte le debite differenze, nel nostro panorama piccolissimo, quanto sta accadendo in provincia di Frosinone in questi giorni (e quanto accadrà ancora) dimostra che la tomba delle coalizioni è il Comune di Sora. Ma attenzione: le coalizioni tutto possono fare meno che lamentarsi. Perché non hanno costruito nulla, perché non governano i processi interni, perché non esistono più. Nonostante i voti dei singoli Partiti.

Nel centrodestra sta andando in onda una commedia dell’assurdo che però non sorprende.

Sopra al Carroccio

Lino Caschera, Nicola Ottaviani, Pasquale Ciacciarelli

Il coordinatore provinciale Nicola Ottaviani e il responsabile dell’organizzazione Pasquale Ciacciarelli non controllano il Partito. La dimostrazione sta in due casi emblematici: il capogruppo al Comune di Cassino Franco Evangelista che ha sempre rifiutato di rispondere politicamente ai suoi dirigenti; il signore delle preferenze su Sora Lino Caschera che prima accetta l’accordo unitario di centrodestra e poi lo fa saltare a due settimane dalla presentazione delle liste mettendo in imbarazzo l’intero Partito. Ogni Comune è un Suk con il suo warlord armato di sostenitori e gli arsenali pieni di preferenze.

Ottaviani e Ciacciarelli non hanno punti di riferimento. Perché il sottosegretario al Mef e coordinatore regionale Claudio Durigon ha altre gatte da pelare. A cominciare dalla difesa del ruolo di sottosegretario dopo le parole sul parco di Latina da reintitolare alla memoria di Arnaldo Mussolini. E gli altri parlamentari (Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa) si guardano bene da metterci la faccia adesso.

I primi due sono stati accusati da Caschera di sostenere segretamente un altro candidato: Luca Di Stefano. Come dimostrazione hanno indicato i Like messi da Zicchieri sotto ai post del candidato ed i nomi delle persone riconducibili all’onorevole Gerardi in lista.

La storia politica della Lega in Ciociaria è fatta di responsabili provinciali “saltati” uno dietro l’altro: Kristalia Rachele Papaevangeliu, Fabio Forte, Carmelo Palombo, Francesca Gerardi. E Nicola Ottaviani sta ballando la mazurka. Ma sta capitalizzando ad ogni giro: su Alatri ha piazzato uomini suoi, su Ceccano pure, ora su Sora metterà uomini suoi. Al termine del ballo, Ottaviani avrà una rete di uomini che rispondono a lui in ogni Comune cercando di bilanciare la rete collaudata della quale Ciacciarelli dispone da tempo.

Uno scenario che Pasquale Ciacciarelli non può permettere. È per questo che, tranne il ricorso all’ipnosi, sta facendo anche l’impossibile per convincere Lino Caschera a tornare suoi suoi passi.

L’abilità di Abbruzzese

Pasquale Ciacciarelli e Mario Abbruzzese

Mario Abbruzzese continua a imperversare nel centrodestra come dirigente di Coraggio Italia. Ha sempre fatto così, anche quando era il potentissimo leader degli “azzurri”. A Sora Fratelli d’Italia è convinta che stia interpretando il ruolo di Penelope: scuce (e brucia) di notte la tela che imbastisce (ma non tesse) di giorno. FdI o ha messo nel mirino: Massimo Ruspandini lo vorrebbe fuori dalla coalizione, anche per il gioco di sponda che Abbruzzese riesce a fare con il leghista Pasquale Ciacciarelli. Paolo Trancassini ha fatto un altolà al candidato sindaco di Roma Enrico Michetti:  fuori Abbruzzese dall’entourage o salta tutto.

Mario Abbruzzese è straordinario nel mandare all’aria equilibri consolidati. Ma in questo caso c’è una variabile impazzita che è Lino Caschera. Nessuno accetta l’idea che l’ex responsabile comunale alle Manutenzioni nel governo De Donatis stia agendo da solo e non sia telecomandato da Abbruzzese e Ciacciarelli.

Massimo Ruspandini, senatore e leader di Fratelli d’Italia, non è nelle condizioni in questo momento di prendere la guida della coalizione. E quindi guarda al voto della lista. Ma la coalizione non c’è. Forza Italia resta a guardare. Di più adesso non può fare, nonostante la leadership forte di Claudio Fazzone. Ma è evidente che gli “azzurri” potrebbero spostarsi.

Tana libera tutti

Il centrodestra è lacerato e in frantumi. In questi anni non si è mai riunito e certamente non può pretendere adesso di viaggiare come un carro armato. Ha mandato allo sbaraglio un candidato sindaco come Giuseppe Ruggeri, in un’arena che vede già tre battitori liberi in grado di aggregare gli scontenti delle coalizioni: Roberto De Donatis, Luca Di Stefano, Eugenia Tersigni. Sullo sfondo resta l’opzione di Alberto La  Rocca. Al quale guarda anche una parte del Pd.

Già, il Partito Democratico: il passo di lato di Maria Paola D’Orazio aveva liberato il campo per la candidatura di Maria Paola Gemmiti. Ma adesso anche in quel che resta del centrosinistra si penda ad un ribaltone dell’ultima ora. Con Alberto La  Rocca possibile punto di riferimento. D’altronde nel Pd siamo al tana libera tutti. Pensare Democratico di Francesco De Angelis non si è fatto sentire. Mentre il presidente della Provincia Antonio Pompeo non ha preso le distanze dal sostegno del suo “vice” Luigi Vacana ad Eugenia Tersigni.

E allora di che ci si lamenta dopo? Ma il caos di Sora non è niente rispetto alla disgregazione che si prospetta tra poco più di dieci mesi a Frosinone.