Top e Flop, i protagonisti del giorno: giovedì 4 agosto 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di giovedì 4 agosto 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di giovedì 4 agosto 2022.

TOP

MARCO CAPPATO

Marco Cappato © Imagoeconomica, Stefano Carofei

È vero, oggi più che mai la nostra attenzione è calamitata dall’intrigante gioco di alleanze che precede il voto politico del 25 settembre. E le cose stanno così perché non è affatto vero che a noi italiani la politica faccia schifo. È vero solo che per parte maggioritaria da essa non ci aspettiamo più quasi nulla se non una frizzante stagione di gargarismi dialettici.

Tuttavia le sue dinamiche, i suoi bizantinismi, le sue ubbie strategiche e parolaie ci intrigano come quando dobbiamo parlare di calcio al bar. Togli il diritto di opinione ad un italiano e lo avrai crepato, spera che l’esercizio forsennato di quel diritto si muti in condotta reale e costante e creperai tu.

Insomma, oggi parlare di uno come Marco Cappato in mezzo ai patemi di Letta-Calenda o del Cav-Capitano che fanno team con la Meloni pare proprio fuori luogo ed inutile. E se fosse il contrario? E se la vera inutilità stesse nel domino di un sistema di potere che a prescindere dai colori che indossa tende sempre a dimenticare le grandi questioni etiche?

La politica ormai è diventata così: roba terragna che bada al sodo e punta alla giugulare l’attenzione degli elettori con questo mantra cretino delle “cose pratiche”: economia, tasse, spread, bollette, paghette Ue, bus e prezzo degli sfilatini di pane. C’è stato un tempo in cui la politica era chiamata a decidere anche di cose “alte” ma quel tempo non è più di moda: il mondo è povero e la gente ragiona con pancia, fegato e ugola social malata di raucedine canina.

Tutto ruota intorno ai maledetti soldi, tanto maledetti e tiranni che l’Italia non ha ancora una legge completa sul fine vita e se ne è data una monca da pochi mesi solo perché due anni fa la Consulta cazziò il governo di allora. Costretta come fu ad intervenire d’anticipo con una sentenza su una politica che ancora non aveva un legiferato.

Nel frattempo Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, lo ha fatto di nuovo dopo aver portato la croce di Dj Fabo. Lo ha fatto ed ha accompagnato in Svizzera una donna che non ha potuto scegliere di morire a casa sua e nella sua patria: Elena, malata terminale di tumore ma priva dei requisiti normativi che qui renderebbero legale il suicidio assistito.

Marco Cappato ha portato Elena all’oblio cercato ed ha scritto: “Elena ha appena confermato la sua volontà: è morta, nel modo che ha scelto, nel Paese che glielo ha permesso. Domattina in Italia andrò ad autodenunciarmi”. Ed Elena, cosa ha detto Elena prima di trovare la morte cercata? “Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia e la mano di mio marito”.

Poi le sue ultime parole che suonano come una condanna a noi tutti: “Purtroppo questo non è stato possibile e, quindi, ho dovuto venire qui da sola“. Ecco, senza il voto di Elena e con Cappato dai carabinieri, buona campagna elettorale a tutti.

Il vuoto del voto.

FEDERICO DIONISI

Federico Dionisi (Foto Mario Salati)

Se sei un campione lo sei sempre. Nella vita e non solo sul campo, sia esso d’erbetta verde o lucido parquet. Non solo con chi ti è attorno ma anche con chi lo è stato. Come ha fatto Federico Dionisi, indimenticato bomber del Frosinone Calcio, protagonista delle due promozioni in Serie A, uomo-derby con 5 gol rifilati al Latina in 4 partite. Al suo attivo 209 presenze con la maglia canarina indosso e 63 reti. A fine novembre del 2020 era finito rosa: a gennaio 2021 l’addio commosso per abbracciare l’Ascoli.

Ha radici a Cantalice. Ed un campione non dimentica dove ha le radici. Cerca di ridare con gli interessi una parte di ciò che ha avuto grazie a quella linfa che ha succhiato. A Cantalice Dionisi ha investito in un negozio, creato una scuola calcio per i più giovani, giocato amichevoli importanti per finanziare la ricostruzione quando il terremoto ha buttato giù tutto.

Ora a Rieti è finito il calcio. La squadra locale è stata radiata dai ruoli della Serie D. Schiacciata da ciò che aveva previsto il presidente del Frosinone Maurizio Stirpe. Colpa del covid, del calo di spettatori, di costi non più sostenibili. Allora Federico ha regalato alla sua Rieti una nuova società di calcio. È nata così la Nuova Rieti, un progetto sportivo ma anche e soprattutto sociale. (Leggi qui: Il “re” dei bomber diventa patron per regalare una chance ai giovani).

Ripartirà dal basso. Ma questo poco conta. Conta invece l’esempio del campione. Che non è quello del riccone pronto a mettere una pacca di banconote sul tavolo per finanziare una nuova squadra. No: quello di Dionisi è un progetto di rinascita sostenibile, di coinvolgimento del territorio, nel quale tutti potranno fare la loro parte. Per lasciare il calcio in una città che ha sempre più bisogno di simboli. Come il suo Federico Dionisi.

Il cuore negli scarpini.

FLOP

DIBATTISTA E RAGGI

Giuseppe Conte e Virginia Raggi (Foto: Imagoeconomica)

Nel mondo degli animali, tutti sono uguali. Ma qualcuno è più uguale degli altri”: è il celebre concetto espresso da George Orwell nel suo libro La fattoria degli Animali. Se fosse stato scritto mezzo secolo più avanti si sarebbe potuto tranquillamente intitolare La fattoria dei 5 Stelle. L’ultimo diaframma che separava le due realtà è stato abbattuto ieri. Con l’approvazione del regolamento per scegliere i candidati grillini a Camera e Senato.

Le regole valgono per tutti. Non per Alessandro Dibattista e nemmeno per Virginia Raggi. Il nuovo regolamento è stato scritto per trovare una scappatoia e consentirgli la candidatura. Nonostante non ne abbiano i requisiti in base alle attuali norme interne.

Nel regolamento non c’è più il codicillo che avrebbe impedito la candidatura di Dibba. Cioè il fatto di non essere iscritto alla piattaforma Skyvote da almeno sei mesi: infatti l’ex deputato non è più iscritto al Movimento da oltre un anno. A leggere bene c’è anche l’esenzione per l’ex sindaca: le hanno costruito un salvacondotto, pare in cambio della rinuncia a pretendere il principio della territorialità per i candidati. Cioè?

Virginia Raggi siede nel comitato che ha scritto le nuove norme. Pare che si sia impuntata sul principio della territorialità cioè la norma in base alla quale i candidati devono essere espressione dei territori; regola saggia che evita di paracadutare nei collegi sicuri le persone che si vogliono eleggere, segando così gli esponenti del territorio. Questa norma però avrebbe impedito a Giuseppe Conte di avere le mani libere sulla scelta dei capilista nei collegi blindati: quindi di non poter salvare i suoi fedelissimi. Anche loro sono più uguali degli altri.

Le primarie online inizieranno alle 14 del 5 agosto e finiranno alla stessa ora dell’8 agosto. 

La fattoria dei Cinque Stelle.

GERARDO STEFANELLI

Gerardo Stefanelli

Ripensarci è lecito. Lo è contrariamente a quello che insegnava la massima resa celebre in epoca fascista: “Chi ci ripensa è becco”. Del resto, il mondo di oggi è molto più rapido e smart di quello lento e granitico di cinquant’anni fa. La società cambia, si evolve. Ed anche chi si candida a governare quella società, deve avere il diritto di ripensare alle sue visioni del mondo ed alle sue prospettive. Come ha fatto Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno e presidente della Provincia di Latina.

C’è però un tempo per la riflessione ed un tempo per l’azione. Anzi: Azione, con la a maiuscola come il Partito fondato dall’ex ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda. Cioè quello che ha stretto un accordo con il Pd ed andrà alle prossime elezioni con lui e Demos più Articolo 1. Non ci sarà Italia Viva, la formazione di Matteo Renzi: perché nel mondo Dem se gli nomini Renzi vengono ancora le bolle, geniale ma al momento d’andare via ha lasciato un Pd in macerie.

Ma Italia Viva fino a ieri è stata il Partito di Gerardo Stefanelli. Che appena saputo dell’accordo tra Calenda e Letta ha iniziato a dialogare con il segretario provinciale di Azione. Interloquendo non solo di politica ma anche di una sua eventuale candidatura al Proporzionale del Senato Latina – Frosinone. (Leggi qui: L’improvvisa voglia di Azione per Stefanelli)

Tutto legittimo, ci mancherebbe. Ma è la scelta dei tempi a far apparire il tutto come una scelta di opportunismo e non come una scelta di ideali.

Il tram dei (possibili) vincitori.