Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 20 agosto 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di sabato 20 agosto 2022

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire, attraverso di loro e quanto hanno fatto, cosa ci attende nella giornata di sabato 20 agosto 2022.

CLAUDIO DURIGON

Claudio Durigon

Torna da Milano con la conferma della sua candidatura al Senato nel nord del Lazio e soprattutto con quella del due volte sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani alla Camera dei Deputati. Ed una soluzione dignitosa per l’onorevole Francesca Gerardi. Tra le tante operazioni di questi giorni era questa la più difficile e la meno scontata. (Leggi qui: Durigon a Milano: Ottaviani a Cassino e Zicchieri a casa).

Lo era perché sui due collegi blindati della Lega nella Circoscrizione Lazio 2 (quella che unisce le province del Lazio) avevano messo gli occhi diversi big nazionali in cerca di una conferma tranquilla. Il taglio dei 350 seggi disposto dal Referendum ha stretto di molto i margini e quei due collegi rappresentavano la soluzione ideale per nomi come il Re della sanità privata Antonio Angelucci appena arrivato da Forza Italia; o Barbara Saltamartini, geniale stratega delle candidature; il magistrato Simonetta Matone (candidata come vice sindaco di Roma insieme ad Enrico Michetti) ed il successore di Durigon nel ruolo di Sottosegretario alle Finanze Federico Freni.

Con la conferma delle due candidature locali invece, Claudio Durigon centra tre bersagli con un colpo solo. Il primo: la Lega potrà dire di avere premiato i territori senza paracadutare nelle province del Lazio alcun forestiero; il secondo: il Coordinatore regionale, già due volte Sottosegretario, papà della riforma pensionistica nota come Quota 100 dimostra che ha voce anche in via Bellerio; il terzo: spiana la strada a Nicola Ottaviani, due volte sindaco a Frosinone e fondamentale per la terza vittoria del centrodestra poche settimane fa; trova inoltre una collocazione per l’onorevole Gerardi che continuerà a fare politica per la Lega ma fuori dal Parlamento; dimostra così che sul Carroccio c’è spazio per il merito.

Il tutto accade nello stesso giorno in cui il suo ex amico Francesco Zicchieri annuncia l’addio alla politica ed il ritorno alla vita del privato cittadino.

Quadriplete leghista

BRUNO ASTORRE

Bruno Astorre

Tutta la discussione sul movimentato dopocena dell’ormai ex Capo di Gabinetto del Comune di Roma Albino Ruberti si sviluppa all’esterno del perimetro della sua corrente. Potrebbe soffiare sul fuoco, il Segretario provinciale Bruno Astorre; alimentando così un incendio in grado di bruciare un po’ di suoi robusti avversari interni. Non lo fa. Saggiamente. Perché la faccenda ha nulla di politico e infatti dopo pochi giri di lancette arriva puntuale l’intervento della Procura di Frosinone. (Leggi qui Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 19 agosto 2022).

Senza clamori, il Segretario compie però due azioni. La prima: fornisce al Segretario nazionale Enrico Letta la sua visione delle cose, condividendo l’immediata presa di distanze senza ambiguità. La seconda: impedisce che i romani approfittino della situazione ed usa la immediata rinuncia alla candidatura di Francesco De Angelis sul Proporzionale di Roma per spegnere sul nascere i fuochi che si erano innescati a Viterbo. Al posto di De Angelis infatti andrà il consigliere regionale viterbese Enrico Panunzi. E non Patrizia Prestipino come subito avevano sollecitato i romani (Leggi qui Durigon a Milano: Ottaviani a Cassino e Zicchieri a casa).

L’effetto mediatico in politica rappresenta un’arma micidiale e talvolta decisiva, come insegnò il suo inventore Silvio Berlusconi a Romano Prodi sul finire del celebre confronto in tv quando sulla sigla disse “Italiani vi toglierò l’Imu“. Ma la politica resta soprattutto sostanza: altrimenti si vincono le elezioni ma non si amministra, non si risolvono i problemi. Con quelle due azioni, Bruno Astorre ha ricordato che c’è uno spazio per la politica ed uno nel quale la politica non deve esserci. E non ha varcato il confine.

Il silenzio degli intelligenti.

PIER LUIGI LOPALCO

Pier Luigi Lopalco

Batte il record assoluto di questa rubrica e prima di essere eventualmente eletto a Palazzo Madama con il centrosinistra lo acclamiamo noi coram populo “Uomo Clessidra” del decennio. Già, perché proprio come una clessidra le sorti politiche di Pier Luigi Lopalco si sono capovolte in meno di 12 ore. E da trombato per eccellenza, il detentore delle medesime si è ritrovato candidato al Senato.

Spieghiamola: una cucchiaiata di ore fa Lopalco e il suo mentore politico, Roberto Speranza, sembravano due aspidi di Cocullo pestati sulla coda da una carriola. Dalla stanza dei bottoni di Enrico Letta non era arrivato l’assenso alla datata richiesta dell’esperto covid pugliese di candidarsi per il 25 settembre.

I media (noi compresi) avevano ripreso la cosa e dato risalto al fatto che forse uno come Roberto Speranza qualche freccia nel suo arco ce l’ha, e se ti dice sotto il grugno che hai fatto un po’ come volevi forse qualche domanda te la devi fare. Ma da quella stanza da cui partono siluri e serti si sono fatti molto di più di una domanda.

E perciò addirittura in sette ore i “master and commander hanno fatto quello che a detta di Lopalco non avevano fatto in quattro settimane: ci hanno ripensato e lo hanno candidato. E’ stato proprio il diretto interessato a comunicarlo, tremenbondo come il cresimando di un film di Germi: “Ho avuto la proposta ufficiale della mia candidatura che ho accettato. Sarò nel collegio uninominale per il Senato in provincia di Lecce, casa mia. Spero di portare il mio contributo da tecnico“.

Insomma, l’epidemiologo è passato da sfrattato in casa d’altri a runner di élite in casa sua e giureremmo, dato che siamo modesti, che a far cambiare idea a Letta non sia stato il mainstream di cui siano stati modesta panatura. Ma il fatto che se Enrico Letta cercava gli occhi veri della tigre non aveva che affidarsi… alla Speranza di vederli. E di sentirne il peso alla resa dei conti fra qualche settimana.

Io Tigro, tu Tigri, egli pure.

FLOP

ADRIANO LAMPAZZI

Geniale, efficace, pragmatico, silenzioso: il sindaco di Giuliano di Roma Adriano Lampazzi le doti del problem solver in politica le possiede tutte. Non c’è materia amministrativa nella quale non sia competente. Non c’è persona, personaggio, funzionario, dirigente o usciere con cui non abbia contatti.

Proprio per questo, uno come lui non può dire con brutalità ciò che pensa della finale di Conference League e del rigore non dato alla Lazio nel derby con la Roma. Soprattutto se è consapevole di avere di fronte a sé, a tavola, un tifoso laziale sfegatato come il (in quel momento) potentissimo Capo di Gabinetto del Comune di Roma Albino Ruberti.

La vulgata vuole che nasca da lì tutto il movimentato dopocena di due mesi fa a Frosinone svelato da Simone Canettieri su Il Foglio e culminato con le dimissioni di Ruberti e la rinuncia alla candidatura di Francesco De Angelis alla Camera.

Ora, uno così’ avveduto, conoscendo la passione calcistica del suo commensale, non tira fuori un argomento così esplosivo. Non esaspera il suo interlocutore al punto di spingerlo a gridare di notte, in mezzo alle strade di Frosinone, pretendendo inginocchiamenti, prospettando esecuzioni, minacciando di rivelare cosa gli era stato appena chiesto a tavola.

Perché non sta bene chiedere il Var su un rigore negato tra Roma e Lazio. Una richiesta così è inaccettabile. Soprattutto se sei notoriamente juventino.

E non vuoi sbroccà?