Unicas, elezioni rettore. Capelli punta sul gioco di squadra

Il docente di Igiene generale e applicata è pronto a giocarsi le sue carte nell'elezione per la successione di Giovanni Betta. Punta sul senso di appartenenza, sullo spirito di inclusione e sulla condivisione delle idee per raggiungere gli obiettivi. E traccia la rotta: "Fondamentale stare al passo con i tempi"

Alessio Brocco

In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo

È come quando, giocando a pallacanestro, c’è sempre qualcuno che pensa soltanto alla sua partita personale. Certo, magari fa più canestri di tutti gli altri compagni. La squadra, però, non vince. Resta, così, soltanto uno che ha fatto più punti degli altri, ma dal campo esce sconfitto.

Una parte importante della visione di Giovanni Capelli, 56 anni e docente di Igiene generale e applicata al dipartimento di Scienze umane, sociali e della salute, sta in questo incipit. Il candidato alle elezioni di giugno per il ruolo di rettore nell’università degli studi di Cassino e del Lazio meridionale batte sul tasto della condivisione, del confronto costruttivo, del gioco di squadra.

“Bisogna far comprendere a tutti l’importanza del loro ruolo all’interno dell’ateneo – spiega – Da ragazzo ho giocato a pallacanestro e mi è capitato quel compagno che, pensando solo a sé stesso, a fine partita si è vantato di aver fatto più punti di tutti gli altri. Buon per lui, ma non aveva vinto. E con quell’idea la sua strada non è stata lunga. Il vero gioco è il gioco di squadra. Il pallone si passa al momento giusto e al compagno che ha più possibilità di fare canestro. Questo è il concetto chiave”.

Il modello inclusivo di Capelli

A giugno, per la successione di Giovanni Betta, sfiderà i candidati Marco Dell’Isola, 59 anni, e docente di Fisica tecnica al dipartimento di Ingegneria civile e meccanica e Carmelo Intrisano, 61 anni, docente di Finanza aziendale al dipartimento di Economia e giurisprudenza. Giovanni Capelli da vent’anni è nell’ateneo e cioè da quando entrò nell’area di Lettere: ha annunciato la sua candidatura a marzo attraverso una lettera rivolta a docenti, personale tecnico amministrativo e bibliotecario, studenti. (Leggi qui Tre nomi per un rettore: le chiavi della sfida per Unicas).

Chiede partecipazione. “Ho scelto di organizzare incontri online aperti a tutte le componenti – afferma – Si tratta di uno spazio, arrivato già al quarto appuntamento, fondato sulla condivisione, sulla proposta di idee e sul confronto costruttivo. Finora abbiamo messo sotto la lente d’ingrandimento diverse tematiche di rilievo. Come la questione economica, il benessere del personale, il futuro del campus. Sono in programma altri appuntamenti in cui sarà importante parlare di ricerca, didattica, terza missione. Lo scambio è la base per il raggiungimento di risultati positivi e comuni”.

Giovanni Capelli

Inclusione, certo. Ma anche interdisciplinarietà. Nelle sue parole rafforza questo concetto. “La ricchezza di anime è un punto di forza dell’università. Lo scorso anno ho avuto l’onore di fare la prolusione all’anno accademico e ho avuto la possibilità di parlare di un argomento che mi sta molto a cuore. Quello dell’interdisciplinarietà. Noi non dobbiamo rimanere chiusi nei nostri sottosistemi e tra gli “uguali” a noi. Anzi. Molta della letteratura recente, a tal proposito, asserisce che il futuro delle università va nella direzione della costruzione di equipe interdisciplinari. Questo significa che più noi ci apriamo agli altri docenti e alle altre componenti e più agevolmente possono essere raggiunti i risultati”.

Le sfide di domani

I prossimi anni saranno decisivi. Lo aveva già sottolineato nell’annuncio della candidatura. Lo aveva fatto dicendo che “definire un’agenda e un programma di governo seri e credibili non è facile né scontato, stanti i vincoli legati al piano di risanamento del nostro ateneo. In particolare al piano di anticipazione del prestito ministeriale”.

La vicenda è quella del piano di riordino dei conti, finiti all’improvviso fuori dal loro percorso qualche anno fa a causa dei tagli imposti dal Governo. La scure venne calata sull’Ateneo di cassino senza tenere conto che aveva in corso la costruzione di un’intera cittadella universitaria: con i cantieri avviati e le penali da pagare se avesse tardato ad onorare le parcelle. Proprio partendo dal caso di Cassino, negli anni successivi il Ministero si è fatto promotore di una formula di rientro estesa a livello nazionale. Come funziona? Semplice: il Ministero fa una trattenuta annuale dal Fondo di Finanziamento Ordinario destinato all’università che chiede di applicare quel piano.

L’Università di Cassino

Evidenzia oggi il professor Capelli che “pur alleggerito dall’estensione al 2029 il piano comporterà da parte del Mur una trattenuta progressivamente crescente sull’FFO (Fondo di finanziamento ordinario) degli anni del prossimo mandato rettorale”.

Ritiene però che questo “non debba limitarci nel lavorare per immaginare e ridisegnare insieme una prospettiva che possa andare anche oltre il periodo dei sei anni del prossimo rettore. Far salire il valore degli elementi che compongono il denominatore del rapporto tra spese per il personale e FFO saranno priorità irrinunciabili nella gestione e nella programmazione delle nostre attività e dei nostri futuri bilanci”.

Il rapporto con gli studenti

Non dimentica il rapporto con gli studenti. Il loro futuro. Perché chiudere un ciclo di studi e incorniciare una laurea troppo spesso non è sufficiente per trovare lavoro. Non è sufficiente per avere un domani.

“Agli studenti – dice Capelli – dobbiamo far sentire la nostra vicinanza. Questo fa la differenza. I ragazzi hanno molto da dare e dobbiamo fargli capire che abbiamo voglia di ascoltarli. È fondamentale, nel concetto di un’università moderna, anche la progettazione dei corsi. Che sia, mi spiego, al passo con i tempi. Noi, sostanzialmente, dobbiamo capire quali saranno le richieste del mondo del lavoro tra tre o cinque anni. Questo è assolutamente rilevante nel rapporto tra università, studenti, territorio e imprese”.

Senso di appartenenza, inclusione, condivisione, spirito di servizio. Sono queste le parole chiave del candidato rettore Giovanni Capelli che parla di “orgoglio di far parte di questa università. L’ho sempre rivendicato. È questo uno dei motivi che mi ha spinto a candidarmi. E ci credo, indipendentemente da come andrà”. (leggi anche Entro giugno l’erede di Betta al timone dell’Unicas)