Via alla conta sulle Europee pensando al dopo Morini

Foto: © Giornalisti Indipendenti

Il via alle elezioni Europee coinciderà con una nuova conta ad Alatri. Che Perm metterà di bilanciare gli equilibri in vista delle Comunali per il dopo Morini. Ecco come.

La maggioranza guidata dal sindaco Giuseppe Morini ad Alatri sarà chiamata, a breve, a esprimersi sul Piano di Rigenerazione Urbana. È la mappa sulla base delle quale incentivare la razionalizzazione del patrimonio edilizio, promuovere la riqualificazione di aree urbane degradate, recuperare edifici in abbandono. Tralasciando il dato tecnico e il ping pong sul tema con la Regione Lazio, vale la pena sottolineare come alcuni mal di pancia siano stati avvertiti nel corso di quella che è stata chiamata “verifica tutta teorica“.

Sì, perché il fatto che Tommasina Raponi, espressione del Partito Democratico, non sia stata eletta in Consiglio Provinciale non poteva essere bypassato così, come se nulla fosse accaduto. (leggi qui Effetto Provinciali/ Le conseguenze del voto su Alatri)

Un summit c’è stato, seppur sul piano meramente astratto. Ne è venuto fuori questo: il possibile dissapore della consigliera Raponi, esclusa pure
per via di un paio di defezioni interne, è rientrato. La panacea è
stata trovata grazie al dialogo col duo composto da Mauro Buschini
(nel frattempo è divenuto presidente del Consiglio regionale) e Luca Fantini.

Chi sembra avere qualche perplessità è la parte civica della maggioranza che sostiene l’ingegner Morini. Il consigliere comunale Romano Giansanti ed il presidente del Consiglio comunale Fausto Lisi, che proviene da Alleanza Nazionale prima e da Progetto Alatri poi, avrebbero più di qualche remora a far passare il piano di rigenerazione urbana così come Giuseppe Morini l’ha immaginato e presentato.

Nella sostanza però la tenuta della maggioranza, guardando pure al calendario, non dovrebbe essere a rischio. Certo: “la strada è lunga”, ma diviene complesso immaginare che l’amministrazione cada proprio alla soglia delle elezioni valide per il rinnovo del Parlamento Europeo. Alatri, rispetto ai fasti del passato (leggi qui Il viale del tramonto politico di Alatri),
conterà anche meno, ma vota come tutti gli altri.

Vota, per esempio, la componente del Pd guidata dal vicesindaco Fabio
Di Fabio
, che sosterrà le candidature di David Sassoli e di Simona
Bonafè.
Vota pure il correntone del duo Buschini – Fantini, che
sosterrà invece la causa di Massimiliano Smeriglio. Attenzione al
segretario regionale dei Giovani Democratici: Fantini ha un candidato
“suo”. Potrebbe essere utile contare le preferenze assegnate ad
Alessandra Nardini, consigliere regionale della Toscana e oggi in
lizza per Bruxelles, per iniziare a soppesare il ruolo che i Gd
alatrensi, quando si tratterà di eleggere il prossimo primo cittadino,
potrebbero recitare.

C’è unità, insomma, ma esistono anche dei distinguo. Fabio Di Fabio è l’uomo forte individuato per la successione, ma quello che sta accadendo nel cosiddetto “Polo civico” potrebbe cambiare, e di molto, le carte in tavola. A spuntare è l’ipotesi delle primarie.

Programma Alatri, la creatura dell’avvocato ed ex sindaco Patrizio Cittadini, la stessa cui è appartenuto Morini nel corso del suo primo mandato, è ricomparsa sulla scena. Nella giornata di sabato si è svolta una riunione presso la biblioteca comunale. C’era buona parte degli esponenti della lista civica che ha vinto le elezioni ad Alatri per un quindicennio. Il titolo del conciliabolo è esemplificativo: “Quale futuro per la città di Alatri“. Da una parte c’è la volontà di rimettersi in gioco, magari al fianco dell’avvocato Enrico Pavia e del consigliere comunale Tarcisio Tarquini – quelli che stanno dando vita a una grande alleanza civica – dall’altra – però – potrebbe esistere la necessità di guardare a un centrosinistra rinnovato, quello a trazione Nicola Zingaretti.

Cosa impedisce, del resto, a un Partito politico che aspira a tornare maggioritario, lo stesso che ha da poco aperto a una rappresentazione unitaria di se stesso, di dialogare con il civismo di centrosinistra? Programma Alatri ha già governato con Margherita e Democratici di Sinistra. Tarcisio Tarquini, che siede in consiglio come candidato sindaco di Alatri in Comune, viene dal Partito Socialista. Il “pesce fuor d’acqua”, in quella che potrebbe essere una coalizione tanto larga da comprendere Pd e Progetto Alatri di Fausto Lisi, sarebbe l’avvocato Enrico Pavia, che oltre una certa latitudine di centro non si è mai posizionato.

Perché lo scenario è possibile? Perché l’ingegner Giuseppe Morini, l’uomo con cui Programma Alatri non ha più voluto politicamente avere a che fare, è al secondo mandato consecutivo e non potrà ricandidarsi.

In tutto questo marasma, c’è pure il MoVimento 5 Stelle di Luca Frusone: un polo civico slegato dal Partito Democratico, consentirebbe ai grillini di riflettere su una alleanza; un polo civico con il Pd, condannerebbe i pentastellati all’isolamento.

Per ora dalle parti di Programma Alatri non possono che dirsi indipendenti, ma finché Giuseppe Morini è in campo non può essere altrimenti. Sarà il tempo a girare le carte.

A farne le spese, in caso, sarebbe un centrodestra costretto a rincorrere. Forza Italia, dopo l’adesione di Antonello Iannarilli e Maria Teresa Graziani a Fratelli d’Italia, è sostanzialmente scomparsa dai radar. L’ex presidente della provincia di Frosinone e l’ex consigliera provinciale “porteranno” a Strasburgo la causa di Alfredo Antoniozzi, mentre gli uomini del territorio che erano stati piazzati da Massimo Ruspandini, “grazie” pure al movimentismo di Samuel Battaglini, voteranno e faranno votare per Nicola Procaccini, che è il candidato di punta degli uomini legati a Francesco Lollobrigida (mentre gli uomini di Fabio Rampelli si conteranno su Fabrizio Ghera).

La Lega non trova pace. Gianluca Borrelli è stato pizzicato a pranzo, nel
giorno di San Sisto, con qualche dirigente locale e una schiera di
vertici romani. Tra questi c’erano il consigliere regionale Daniele
Giannini
e soprattutto la candidata alle elezioni europee Simona
Baldassarre
. Non è stata Maria Veronica Rossi a occupare il posto che
sarebbe dovuto spettare a Sara Petrucci, ma proprio la donna espressa,
last minute, dalla componente del consigliere Giannini. Ci sarà tempo
per raccontare i perché di questa storia.

Il centrodestra appare sempre più frastagliato e sempre meno incline a trovare una quadra. Se Borrelli dovesse sostenere la Baldassarre, è pronosticabile che l’altro consigliere comunale leghista Roberto Addesse faccia un’altra scelta.

Da una parte si ragiona di eventuali primarie allargate, dall’altra nessuno sembra aver ancora in mente il da farsi. Alatri, un tempo, era una delle roccaforti di Antonio Tajani. C’era spazio giusto per qualche briciola elettorale. Guardando la situazione attuale, sembrerebbe adeguato aspettarsi il contrario.

A.A.