Via all’iter di decadenza per chi ha firmato contro il Comune

Via all'iter di decadenza per i Consiglieri comunali Tasca e Fioramonti. Gli altri avevano ritirato la firma dal ricorso al Tar contro il Comune ed il biodigestore.

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Il consiglio comunale che, ad Anagni, è stato fissato per il prossimo 25 novembre sul tema dell’incompatibilità di due consiglieri comunali (Valeriano Tasca e Fernando Fioramonti) che hanno firmato il ricorso al Tar contro il biodigestore rischia di essere la scintilla che potrebbe far deflagrare una serie di contraddizioni latenti all’interno di tutto l’arco costituzionale del consiglio anagnino. In opposizione ma anche in maggioranza. Con effetti che, al momento, non sono prevedili.

Dal ricorso alla decadenza

Valeriano Tasca

Per chi si fosse messo al momento in ascolto, la situazione è la seguente: dopo la firma sul ricorso al Tar contro il biodigestore, i consiglieri di minoranza, secondo più di qualcuno, sarebbero diventati incompatibili con la loro presenza in consiglio. (leggi qui “Il ricorso mette in bilico i Consiglieri”: il sindaco ci pensa).

Una eventualità che ha spinto 3 dei 5 consiglieri (Alessandro Cardinali di Fdi, Nello Di Giulio di Anagni Cambia Anagni e Sandra Tagliaboschi del Pd) a fare un passo indietro, peraltro estremamente criticato, dalla maggioranza e dell’opposizione. (Leggi qui Dietrofront, in tre ritirano il ricorso contro il biodigestore).

A restare sul punto sono stati Fioramonti di Cittatrepuntozero e Tasca di Casapound. Che adesso, se non faranno un passo indietro dopo che il consiglio del 25 avrà (presumibilmente) ratificato la loro incompatibilità, dovranno uscire dal consiglio stesso. Eventualità contro la quale hanno già minacciato ricorsi e denunce.

Al di là dei Codici

Ma. Al di là dell’aspetto legale (comunque importante), quali conseguenze rischia di avere la cosa sul piano politico?

In opposizione, la convivenza rischia di essere ancora più ingarbugliata ed invivibile. Perché i toni inevitabilmente aspri che ci saranno da adesso fino (almeno) al 25, rischiano di travolgere i rapporti già friabili tra le varie (spesso opposte) anime dell’opposizione. Già in sede di conferenza stampa Fioramonti aveva (sottilmente) criticato la mancanza di orizzonte del Pd, per dire. (Leggi qui Il Pd incoerente: Fioramonti lo sorpassa a sinistra).

Un consiglio in cui Tasca e Fioramonti dovessero difendere la purezza della propria posizione diventerebbe una specie di Vietnam. Con la conseguente difficoltà di articolare una posizione comune in minoranza. Come potrebbe Cittatrepuntozero trovare un accordo di coalizione con il resto del mondo progressista? E come potrebbe l’elemento civico che si riconosce in Cardinali trovare un accordo con Tasca?

E pure in maggioranza…

Anche in maggioranza però potrebbero non essere tutte rose e fiori.

Perché, anche in questo caso inevitabilmente, la discussione sull’incompatibilità in consiglio farebbe tornare d’attualità il tema del biodigestore. Ed una discussione sul tema in consiglio farebbe emergere (di nuovo) le contraddizioni e le diverse posizioni che in maggioranza esistono, anche se sono state tacitate dall’atteggiamento di Natalia. Che, sul tema, è passato dal sì al no: riuscendo così a mettere a nudo le contraddizioni. (Leggi qui Colpo di scena: il biodigestore lo propongono quelli che dicevano no) .

Che infatti (vedi la posizione di Medici e Ambiente) continuano a rivendicare spazio di manovra sul tema.

Insomma. Il consiglio rischia di essere solo l’inizio di una nuova, lunga, stagione di polemiche.