Stellantis, la Regione non si fida

La Regione Lazio esprime dubbi sulle promesse del Ceo di Stellantis, Carlos Tavares, riguardo il piano industriale per lo stabilimento Cassino Plant. Lo fa con un Ordine del Giorno approvato oggi all'unanimità dal Consiglio regionale. Clima di grande collaborazione. I numeri delle vendite. La situazione di Cassino

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Non si fida. La Regione Lazio mette in dubbio le parole del Ceo Stellantis Carlos Tavares, il suo piano industriale annunciato personalmente a marzo andando all’interno dello stabilimento Cassino Plant. Non si convince nemmeno di fronte ai quaranta giorni di stop produttivo scattati ieri per avviare l’ultima serie di lavori con cui sostituire la gloriosa piattaforma Giorgio: quella su cui sono nate Giulietta, Giulia e Stelvio. Rimpiazzandola con Stla Large, la nuova piattaforma per le auto premium a motore elettrico che dovrebbero uscire dalle nuove linee già a metà 2024. (Leggi qui: Tavares annuncia: “C’è un futuro premium per Cassino Plant”).

La sfiducia della Regione Lazio sta tutta negli interventi che hanno caratterizzato il dibattito di oggi in Aula. Culminato in un Ordine del Giorno approvato all’unanimità. Lo ha presentato Alessio D’Amato, esprime preoccupazione sul futuro di Stellantis nel Lazio proprio nel primo giorno dello stop alla produzione. «Bisogna fermare questa dismissione silenziosa, vogliamo trasparenza e certezza e la Regione deve fare sentire la sua voce al tavolo ministeriale» dice D’Amato.

Nell’ordine del giorno si impegna la Giunta a relazionare periodicamente al consiglio sulla vertenza e di convocare a Cassino un tavolo tecnico con il coinvolgimento delle parti sociali. La preoccupazione c’è ed è trasversale: la seduta di Consiglio l’ha voluta l’opposizione ma la vicepresidente Roberta Angelilli ha assunto l’impegno a nome della Giunta.

Il dibattito

La Palazzina Uffici dello stabilimento Stellantis Cassino Plant

Fiducia? In Aula se n’è percepita poca. Comprensibile. Le scelte prese a Parigi hanno trattato gli asset italiani come l’ultima colonia dell’impero. Dall’azienda non una parola per preparare alla dismissione di un immobile diventato inutile da anni ma comunque simbolico e rappresentativo: la Palazzina Uffici dello stabilimento di Cassino. Lo ha rivelato Alessioporcu.it . E che siano in vendita anche le due aree ex sottoservizi Itca lo si è venuto a sapere attraverso lo stesso metodo. (Leggi qui: Stellantis, la vendita non è più riservata. Leggi qui: Non solo la Palazzina, in vendita anche due aree ex Itca. E il Politecnico…).

I saldi di fine gestione sono apparsi in tutta la loro crudezza sfogliando il catalogo on line di Immobiliare.it : Cassino, Maserati di Grugliasco, immobili storici al Lingotto che un pezzo alla volta è diventato un po’ albergo, un po’ supermercato, un po’ cinema ed un po’ pinacoteca. Via anche la stanza del mitico senatore Agnelli, il nonno dell’Avvocato Gianni.

Se si tratta così la storia è facile avere dei dubbi. Per questo alla fine il documento dice che «La Regione Lazio si impegna a fondo nel percorso di salvataggio e rilancio dello stabilimento industriale di Stellantis di Piedimonte San Germano».

Salvataggio? Rilancio? Qualcosa non quadra: Tavares ha detto che qui si faranno macchine per almeno un’altra generazione. Perché allora quelle parole? Un dato è chiaro: gli ambasciatori Stellantis non hanno fatto tappa nel Lazio.

Due impegni e tanta paura

Alessio D’Amato

Due gli impegni contenuti nel dispositivo: una relazione periodica della Giunta al Consiglio regionale sull’attività del tavolo istituito dal ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso. Il secondo impegno: la convocazione di un tavolo tecnico regionale a Cassino per il rilancio industriale di tutta l’area.

Quelle che emerge dal Consiglio regionale al di là delle parole è un forte segnale di unità, che ha percorso tutta la discussione. A partire dall’intervento di Alessio D’Amato (Azione), primo firmatario della richiesta di Consiglio straordinario: «Proprio da oggi lo stabilimento Stellantis chiuderà per 40 giorni – ha ricordato – e alla ripresa la produzione avverrà su un unico turno, già annunciati dall’azienda 805 esuberi. La prospettiva di rilancio legata all’elettrico è nebulosa. Serve una voce unitaria della Regione Lazio».

Di grande preoccupazione e clima di incertezza ha parlato anche Sara Battisti (Pd): «Impensabile che si venda una palazzina interna allo stabilimento senza interlocuzione con il Governo. Quello stabilimento è stato costruito con i fondi pubblici. Siamo preoccupati anche per l’idea di realizzare un impianto di smaltimenti dei rifiuti all’interno del sito industriale». Anche questo lo ha evidenziato a suo tempo Alessioporcu.it. (Leggi qui: Non solo la Palazzina, in vendita anche due aree ex Itca. E il Politecnico…).

Urso ci sta lavorando

Daniele Maura

Daniele Maura (FdI) ha ricordato l’impegno del governo ed «il tavolo convocato per il 6 dicembre dal ministro Urso: l’obiettivo è garantire la produzione di un milione di auto negli stabilimenti italiani. Il management di Stellantis, francese, investe in Marocco e Algeria e svende immobili nel nostro Paese». Da parte sua Massimiliano Valeriani (Pd) ha spiegato che «la crisi investe non soltanto Stellantis, ma tutta la filiera. Senza un impegno preciso sui livelli di produzione, dobbiamo battere i pugni con il management francese e rivedere tutta la politica di sgravi e incentivi».

Angelo Tripodi (ex leghista ora al gruppo Misto) ha ricordato «gli ordini del giorno approvati nella scorsa legislatura e non attuati dalla Giunta. Convocheremo una seduta della commissione Lavoro a Piedimonte San Germano. Troppa accelerazione sull’elettrico, bisogna prima preparare il Paese». Mentre Laura Cartaginese (Lega) ha parlato della necessità «di dare risposte ai cittadini, garantendo l’impegno della Regione».

Per Adriano Zuccalà (M5s) «il mondo gira ad alta velocità, non possiamo stare fermi. Serve l’impegno del Governo per porre la questione a livello internazionale». D’accordo con lui anche Alessandra Zeppieri (Polo progressista) secondo la quale è «inquietante pensare che al posto di parte dello stabilimento si possa realizzare un inceneritore». Infine Claudio Marotta (Verdi-Sinistra) ha parlato di un «capitalismo italiano foraggiato per decenni dallo Stato, oggi diventato capitalismo di razzia. Essenziale mantenere livelli alti di ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie».

Angelilli: una sola voce

Roberta Angelilli

Nella sua relazione la vicepresidente Roberta Angelilli ha ricordato il lavoro già fatto dal tavolo istituito dal Governo. Ed ha ribadito «la necessità di lavorare insieme. L’automotive deve diventare una priorità anche per l’Europa. Impensabile lasciare gli stati membri a confrontarsi da soli con colossi asiatici».

«Quella dell’automobile è un’industria strategica e importantissima per il Lazio e per la nazione. Arriveremo con le idee chiare al tavolo di sviluppo sull’automotive con Stellantis convocato dal ministro Urso, per verificare insieme all’azienda la crescita dei volumi produttivi, degli investimenti e la riqualificazione delle competenze».

L’auto si sta evolvendo. Il passaggio all’elettrico è una rivoluzione e Roberta Angelilli mette in chiaro che «occorre investire sull’innovazione e la ricerca, puntando anche sulla riqualificazione delle competenze, determinante nel settore per essere competitivi. Sarà necessaria, quindi, una strategia innovativa per aumentare la produzione».

Dati positivi

Foto: Andreas Liebschner © Imagoeconomica

I dati che arrivano dal mercato però sono positivi. Stellantis ha venduto in Italia a novembre 40.808 auto, il 9,8% in più dello stesso mese del 2022. A dirlo sono i numeri di Dataforce ufficializzati oggi. La quota di mercato è pari al 29,3% a fronte del 30,9% di un anno fa.

Negli undici mesi il gruppo ha immatricolato 472.715 auto, in crescita del 10,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso. La quota è in calo dal 35,4% al 32,5%.

Il mercato si sta riprendendo. Lo dicono i dati del Centro Studi Promotor su un campione rappresentativo di concessionari. Il mercato dell’auto continua a crescere: le immatricolazioni a novembre sono state 139.278, il 16,19% in più dello stesso mese dell’anno scorso. Il consuntivo dei primi undici mesi chiude a quota 1.455.271 con un incremento del 20,1% sullo stesso periodo del 2022, ma con un calo del 18,1% sullo stesso periodo del 2019.

L’inchiesta congiunturale di novembre mette in luce che le vendite 2023 sono state frenate essenzialmente da tre fattori: la situazione economica delle famiglie aggravata dalla riduzione del potere d’acquisto per effetto dell’inflazione, i livelli decisamente elevati raggiunti dai listini e la situazione economica generale. “Il livello ante-pandemia, che era ed è l’obiettivo da raggiungere, resta quindi lontano” spiega il presidente Gian Primo Quagliano che prevede la chiusura dell’anno a quota 1.576.000 unità vendute.

La situazione a Cassino

A Cassino è iniziata la lunga traversata del deserto. Da oggi i cancelli dello stabilimento sono chiusi e lo resteranno fino a mercoledì 10 gennaio. Nel frattempo cambierà tutto: verranno smantellate le vecchie linee  basate sulla storica piattaforma ‘Giorgio’, al suo posto verrà montata la nuova linea di produzione elettrica Stla Large annunciata dal Ceo Carlos Tavares. Nei mesi scorsi i lavori sono partiti nelle officine Lastratura e Verniciatura.

Le previsioni dicono che già nel primo trimestre 2024 Cassino inizierà a produrre i primi modelli di Maserati Grecale elettrici. La linea ha una capacità di circa 175 modelli a turno. 

La linea verrà riavviata il prossimo otto gennaio, mentre la produzione riprenderà l’undici gennaio prossimo. In questo periodo i lavoratori saranno (in base alla loro situazione) in cassa integrazione, permessi o ferie. Il tutto finalizzato comunque al raggiungimento degli obiettivi salariali di fine anno. Il personale delle Presse invece continuerà a lavorare fino al 22 dicembre per poi ripartire l’otto gennaio. Stesse date per il personale collegato a Panda e Tonale. I lavoratori delle Plastiche collegate al Montaggio si sono fermati ieri.

Con la nuova piattaforma cambiano anche i turni. Per tutto il 2024 si lavorerà su un unico turno: la produzione si dimezzerà passando dagli attuali dieci turni settimanali a cinque. Potrebbero salire a sei in quanto c’è la possibilità di lavorare anche il sabato mattina. È uno dei punti ancora aperti. Come pure la possibilità di istituire un unico turno centrale giornaliero anziché mantenere solo quello della mattina. Per definire questi aspetti ci sarà prossimamente una nuova riunione tra azienda e sindacati.