Abbruzzese fa le prove generali dell’Ue degli agricoltori, quella che vede lui

Assieme alle altre due candidate laziali Cinzia Bonfrisco e Laura Cartaginese "Supermario" ha partecipato ad un convengo sul tema. Con la solit(d)a concretezza

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Neanche il tempo di rientrare da Bruxelles che si è fiondato subito a Rieti e ad Amatrice. Mario Abbruzzese lo ha voluto spiegare in uno dei suoi ormai consueti video social. Nella cittadina simbolo del terribile sisma e della ricostruzione successiva lui ci è voluto andare per “rafforzare il concetto dell’Europa dei territori”. Quella stessa Europa di cui Abbruzzese ha voluto respirare l’aria per mettere a regime di sensazione ed operatività una ricetta elettorale che con la lega lo vede impegnato.

A far cosa? Ad avvicinare un’entità politica troppe volte in peccato e predicato stantio di “astrattismo” alla sola veste che Abbruzzese riconosce agli spot di governo. Quella di guardare ad ogni singola fetta di territorio su cui l’azione amministrativa si spande. Con le sue specificità, i suoi problemi, le sue aspirazioni e la sua composizione sociale e produttiva.

Da Bruxelles a Rieti ed Amatrice

Ed a Bruxelles il candidato cassinate del Carroccio alle Europee 2024 ci è andato in trittico operativo con le altre due candidate di circoscrizione: Cinzia Bonfrisco e Laura Cartaginese. Presso il parlamento Ue si discuteva con la formula del convegno di agricoltura. Cioè di un tema su cui Abbruzzese vanta skill di rango eccelso, a contare le sue precedenti esperienze. Ma soprattutto tema che risponde alla perfezione a quell’ottica dell’Europa dei territori in cui le istanze degli stessi troppo spesso non vengono equalizzate con i protocollo di governo di sistema complesso.

Abbruzzese lo ha spiegato bene, anzi, lo ha ribadito, visto che è uno dei suoi temi-claim. “Parlare di agricoltura oggi significa far sentire la nostra voce a tutti i produttori non soddisfatti di questa Unione Europea. Purtroppo non in linea con le esigenze del comparto”.

“Dar voce ai produttori che non ne hanno”

L’accusa a questa Ue fa il paio con la necessità di impalcare con lo strumento del voto di giugno un’Europa più rispondente a quelle esigenze, ed Abbruzzese lo ha ribadito. “Un settore che sta dando molto all’Italia, ma anche al mondo intero, perché il nostro Made in Italy è un’eccellenza di livello internazionale. Non siamo qui per dire no al Green Deal, ma siamo per un’azione più puntuale e più precisa volta a salvare il nostro pianeta e noi stessi”.

Dall’inizio dell’anno solo a Bruxelles ci sono state tre manifestazioni con decine di altre sparse in tutte Europa: il primo ed il 26 febbraio, poi l’ultima solo un mese fa, a margine del Consiglio Agrifish. Il sunto è che il Green Deal così com’è stato concepito pesa sulle tasche della categoria molto più di quanto dia sollievo ecologico al comparto. Bisogna trovare un giusto equilibrio, ed è qui che Abbruzzese intende intervenire da eurodeputato.

Che significa? Che “Supermario” non vuole totem ideologici o, quando li accettasse, vuole che non siano mai in premiership rispetto alla concretezza di risolvere problemi o dar voce a chi quei problemi se li porta irrisolti, in petto ed in tasca, dove fa più male alle famiglie.

Niente totem ideologici, si va pratici

Laura Cartaginese

Assieme a Bonfrisco e Cartaginese Abbruzzese ha chiosato quell’esperienza: “Insieme, ci impegneremo a rafforzare le politiche agricole, difendere con vigore gli interessi degli italiani e il Made in Italy“.

“Il nostro obiettivo è chiaro. Garantire che l’Europa ascolti e risponda alle esigenze reali dei suoi cittadini, migliorando la qualità della vita e proteggendo le nostre risorse e le nostre tradizioni”.

Il senso perciò è uno solo: ci sono sfide e precondizioni difficili, “come la crisi dei costi di vita e la concorrenza sleale”. Insomma, al di là di quello che innesca problemi gli stessi vanno risolti, senza scusanti. Ma per farlo secondo l’ex presidente del Consiglio Regionale bisogna cambiare registro.

Mission elettorale e funzionale

Tuttavia questo non deve far perdere di vista la mission, che è elettorale ma funzionale ad una precisa rotta: “L’urgenza di sostenere i nostri agricoltori”.

E sostenerli non può che passare attraverso la messa a regime di “politiche equilibrate che proteggano la libertà d’impresa e promuovano una transizione sostenibile. Cioè una cosa necessaria se non talebana, ed “essenziale per il benessere dei nostri cittadini e per la salute del nostro pianeta”.

Dove per Abbruzzese il primo però è equiparato alla seconda, e viaggia di pari passo con essa. Perché per lui l’Europa è la gente che ci abita, non le leggi che la gente deve subire.