«Troppi piagnoni e dinosauri: rinuncio a fare il Coordinatore di Forza Italia»

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Cosa c'è dietro la decisione di Del Brocco di rinunciare alla corsa per diventare Coordinatore Provinciale di Forza Italia. "Troppi piagnoni e dinosauri nel Partito". La tregua tra Abbruzzese e Ottaviani 'consigliata' da Tajani. La candidatura di Piacentini. E forse di Ciccone

Non volevano farlo sapere adesso. Non volevano che uscisse così. Meglio il solito comunicato stampa: pulito, infarcito di false spiegazioni politiche. Riccardo Del Brocco e la sua squadra impegnata nella corsa per diventare Coordinatore Provinciale di Forza Italia non sono felici dell’anticipazione fatta ieri da Alessioporcu.it. Che ha rivelato la sua retromarcia. Un sacrificio di Realpolitik per evitare la spaccatura nel Partito, decisa nel corso di un pranzo. (leggi qui A pranzo Del Brocco ritira la candidatura: «Non spacco il Partito»)

Due bicchieri di vino rosso, un paio di salsicce alla brace e poi la retromarcia: non proprio l’atteggiamento ponderato di un segretario politico, non crede?

È chiaro che le cose non siano andate così.

Nega il pranzo o nega di avere fatto la retromarcia?

È stata una decisione ponderata. Presa all’improvviso e buttata lì a tavola: tutto vero. Ma è stata una scelta meditata.

E da quando ci pensava?

Da subito dopo l’incontro tra il presidente Tajani, il coordinatore Piacentini e Mario Abbruzzese. A quel punto era chiaro che io fossi diventato un elemento di divisione e non uno dei vari candidati.

Mario Abbruzzese non ha difeso la sua candidatura al momento del confronto con Piacentini: l’ha barattata sul tavolo della trattativa?

Mario Abbruzzese ha fatto solo un ragionamento di opportunità. Non mi ha ordinato nulla: la scelta di fare il passo indietro è stata la mia. Potevo proseguire e rischiare di spaccare il Partito. Non credo di valere così tanto da potermi assumere una responsabilità simile. Al netto di Mario e Pasquale Ciacciarelli. Ai quali non ho chiesto di essere “battezzato” ma solo di assicurarmi lo svolgimento e la regolarità del congresso.

Hanno minacciato di far saltare il Congresso se lei non avesse ritirato la candidatura: vero o falso.

Io al tavolo non c’ero. Ma se lo dite voi non fatico a crederlo.

Brucia?

Abbastanza.

Allora perché ha rinunciato?

Perché sono un uomo di Partito, la mia forma mentis fa prevalere il gioco di squadra su tutto. Per me in politica bisogna anche saperci stare, in un Partito a maggior ragione. Per questo per me prima dell’interesse particolare viene quello generale. Il rispetto e la lealtà verso una squadra sono sacri.

Si candiderà Piacentini, cercando una riconferma…

Lo apprendo da voi

C’è anche l’ipotesi Ciccone, ci ha ripensato dopo il no alla proposta che gli avevate fatto all’inizio

Sono stato tra i promotori della figura di Tommaso Ciccone, ma oggi si viaggia alla velocità della luce. La politica è istantanea. Non intendo forzare i tempi a nessuno, né pretendo che la gente stia ai miei, ma un eccessivo attendismo non aiuta. In quest’ottica ho deciso di prendere il toro per le corna e scendere in campo. Lui poi ci ha ripensato, io per il bene del partito mi fermo un secondo.

Potrebbe essere Tommaso Ciccone il candidato di sintesi?

Se lo abbiamo scelto per fare il candidato di tutti a Presidente della Provincia, non vedo perché non potrebbe rappresentare tutti nel Partito…

Lo proporrete, chiedendo a Piacentini di fare un passo indietro?

Mettiamo in chiaro una cosa: ha ragione Mario Abbruzzese quando dice che se Forza Italia vuole sopravvivere deve diventare un Partito scalabile, cioè un Partito nel quale ci si conta. Dove le idee e le posizioni si confrontano e poi si fa sintesi politica. Ed i Congressi sono il momento della conta, nei quali si stabilisce la rotta di un Partito. Il congresso lo vincerà chi farà più tessere ed avrà più peso politico.

Ora Piacentini dovrà portare le tessere

Il congresso è una grande occasione di confronto e di vita democratica per un Partito, spero si faccia comunque e davvero. Mi dispiacerebbe vederlo naufragare davanti alle solite logiche di nomine e “volemose bene” che ci stanno portando all’estinzione.

Troppo giovane per fare il Segretario?

All’estero c’è chi alla mia età fa il ministro o il vice premier. Sono il più giovane ed incarno la figura del rinnovamento ma questo non vuol dire che ci sia scarsa maturità politica. Anzi, spesso le due cose non vanno di pari passo. Ho visto persone del doppio della mia età, lamentarsi in maniera perenne come bambinoni.

A chi si riferisce?

Non mi faccia fare nomi, per una diretta Facebook hanno scomodato anche il presidente del parlamento europeo! E che è lesa maestà?! In un Partito si deve accettare il contraddittorio, specie se come nel mio caso dici cose difficilmente contestabili. A 19 anni facevo a sediate con Foglietta, all’epoca era il potentissimo Federale di An ed io il responsabile dei Giovani, pensa che abbia timori reverenziali oggi per gente nominata?

Quanto ha pesato il veto di Nicola Ottaviani?

Ottaviani? Una delle migliori intelligenze del centrodestra regionale, peccato che sia mossa da troppo egoismo e fuori dall’arco Campagiorni sia poco incisiva.

Qualcuno pensa che il congresso verrà congelato perché Tajani non vuole scontri prima delle europee.

Fossi in Tajani mi preoccuperei di scongelare alcuni esemplari rimasti all’era glaciale. Con questi dinosauri non si va da nessuna parte. Tanto meno a Bruxelles.