Se l’apertura di Venturi è un’arma a doppio taglio

L'apertura fatta da Norberto Venturi nei giorni scorsi da un lato mantiene vivi i 'malpancisti' dentro la maggioranza di centrodestra. Ma toglie fuoco alla fucina dell'alternativa a Mastrangeli

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

È partito dall’analisi del calo demografico: Frosinone da anni si sta lentamente spopolando; oggettivo e indiscutibile. Poi dagli eroi di Marvel e dal dibattito sviluppatosi la scorsa settimana sul mantenimento della Scuola di Volo Elicotteri all’aeroporto Moscardini del capoluogo. Per arrivare a dire sui grandi temi si può collaborare tra maggioranza e opposizione in consiglio Comunale”. La proposta non è di un consigliere comunale qualsiasi: viene dal dottor Norberto Venturi, professionista e medico stimato, un amministratore di lungo corso. Eletto in Consiglio comunale sempre con tanti voti: 314 nelle elezioni Comunali dell’anno scorso, con la lista del Partito Democratico.

È stato presidente del Consiglio comunale negli anni in cui il centrosinistra era al governo di Frosinone; una figura di riferimento nel panorama politico socialista. La dichiarazione del Consigliere Norberto Venturi è certamente corretta ed apprezzabile in punto di principio. Si presta tuttavia ad alcune valutazioni di carattere squisitamente politico.

Parla benissimo, ma a che titolo parla?

Norberto Venturi

La prima. Norberto Venturi si è confrontato con il proprio gruppo consiliare del Pd prima di lanciare quel segnale alla maggioranza di centrodestra? Ancora meglio: ha discusso la strategia con il circolo cittadino del Partito. O ha parlato a titolo personale?

Perché la proposta di collaborazione da parte del Partito Democratico verso la maggioranza Mastrangeli, se effettivamente attuata alla ripresa dei lavori a settembre avrà una indiscutibile valenza politica, nel medio e nel lungo periodo.

C’è un elemento che non può essere trascurato: mai Norberto Venturi è stato un amministratore omologabile ed intruppato dentro determinati schemi di Partito. È sempre stato una mente libera. Di pensare e di agire. E se ne è stato convinto non ha mai avuto paura di votare con la maggioranza, come accaduto nella scorsa consiliatura di centrodestra a Frosinone su un tema legato alle scuole

La tattica: circoscrivere fughe in avanti

Andrea Turriziani (Foto panorama: Stefano Strani)

La proposta collaborativa di Venturi dal punto di vista temporale arriva subito dopo quella della lista Marini. La lista dell’ex sindaco aveva lasciato aperta la prospettiva non solo di collaborare con la maggioranza, ma addirittura di arrivare a sostenerla se necessario. Ed anche questa circostanza ha stoppato per il momento le mire sulla giunta avanzate da alcuni consiglieri malpancisti nella maggioranza.

In questo, il sindaco Riccardo Mastrangeli ha giocato in maniera precisa le sue carte politiche. Perché in sintesi il messaggio fatto arrivare dal primo cittadino ai potenziali 4 o 5 “insurrezionalisti” è stato netto. “E’ inutile che vi agitiate tanto, provando a mettere in difficoltà la maggioranza ed il sottoscritto. Perché ci sono consiglieri della minoranza  pronti a sostituirvi fino al termine della consiliatura“.

Ad oggi nella maggioranza il barometro segna bel tempo. Non si sa però se sia anche stabile o meno. Per questo è utile interrogarsi se la sortita del consigliere comunale del Pd Norberto venturi sia servita anche a circoscrivere fughe in avanti. Fughe di una parte abbastanza definita della minoranza.

Ma al tempo stesso c’è pure un altro elemento da tenere in considerazione: Norberto venturi non è un Consigliere di primo pelo. Come buona parte della pattuglia di opposizione ha una vasta esperienza d’Aula. E la fuga in avanti significa mantenere vivo dentro alla maggioranza quel nucleo di scontenti che reclama visibilità ed assessorati. Se è vero che da un lato c’è il valore della deterrenza, dall’altro c’è il logorio dei malpancisti con i loro attacchi al sindaco ed all’amministrazione di cui fanno parte. Contenerli significa tenerli in attività.

I correttivi improvvisi e le proteste sul Brt

Foto © Stefano Strani

C’è ancora un valore da inserire nell’equazione. In questo primo anno di consiliatura Mastrangeli,  il Partito Democratico e l’opposizione hanno esercitato il ruolo di pungolo e  stimolo critico nei confronti della Giunta. Ma facendolo oggettivamente solo in minima parte. Tranne rare eccezioni non si sono registrate mai azioni o atti corali da parte di tutti i consiglieri di minoranza, verso una determinata azione di Governo cittadino.

La modifica ad alcune ciclabili o al percorso del Brt sono state frutto di azioni di “protesta” o distinguo. Azioni paradossalmente portate avanti da qualche consigliere di maggioranza e non dell’opposizione. Per cui il centrosinistra non può rivendicare nessuna vittoria politica fino ad oggi. Ed è trascorso più di un anno. Questo apre un altro file, sul desktop del Comune Capoluogo.

Quello del riconoscimento fisico e politico di chi è contrapposto a Mastrangeli e la sua amministrazione. È indispensabile per iniziare a costruire un’alternativa di centrosinistra alla attuale maggioranza quando si andrà a rivotare tra quattro anni.  

Come si conciliano efficacemente la disponibilità a collaborare (legittima, anche se solo su grandi temi) con la costruzione di una candidatura a sindaco e ad un governo cittadino di orientamento diverso da quello in carica? E questo da parte delle forze di centrosinistra e del Pd in modo particolare. È proprio sui grandi temi forse che l’opposizione dovrebbe fare leva: per far comprendere ai cittadini la propria visione della città, diversa da chi la governa attualmente. La disponibilità a collaborare rende molto più complessa questa costruzione.

Perché questa situazione conviene a Mstrangeli

Le soluzioni prospettate per la soluzione di una determinata tematica o per il raggiungimento di un determinato obiettivo, dovrebbero essere differenti. Esserlo tra maggioranza e opposizione. Proprio per una specifica caratterizzazione e per  la necessità del riconoscimento, da parte della gente, di una proposta alternativa.

È chiaro che la proposta di collaborazione, nel lungo e lunghissimo periodo, fa gioco più a Mastrangeli che all’opposizione. Perché il sindaco potrà dire una cosa a fine consiliatura e quando si riproporrà agli elettori di Frosinone. “Avete visto? la nostra idea per la tematica X era talmente giusta che anche una parte dell’opposizione l’ha condivisa e fatta propria. Per questo merito di essere riconfermato alla guida della città”

In realtà il centro sinistra, se veramente vuole arrivare a rendere contendibile il Comune capoluogo tra quattro anni, deve cominciare oggi a costruirsi ed a costruire. Anzi a ricostruirsi. Perché in Consiglio comunale, tra i banchi della minoranza  non c’è univocità di condivisione dell’azione politica.

Una ricostruzione in primis nella individuazione di una leadership: che in prima battuta deve necessariamente passare per questo Consiglio comunale. Poi potrebbe anche avere un ulteriore approdo nell’area della società civile o delle primarie. La sinistra in questi anni a Frosinone è stata capace di farsi “scippare” dalla destra anche questo tema, che le era proprio

Le difficoltà della gente a recepire

Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli

Una leadership in Aula consiliare che fino ad oggi stenta però  a decollare. Ci prova a volte Memmo Marzi: ha tutta l’autorevolezza, lo spessore e l’esperienza per esercitare il ruolo. Ma c’è un limite ed è quello che lui stesso ha inidicato il giorno delle spoglio del ballottaggio vinti da Riccardo Mastrangeli. Disse quella sera, con estrema lungimiranza Domenico Marzi: “Non posso essere io il futuro del centrosinistra a Frosinone, fosse solo per una questione anagrafica”.

A volte ci prova Angelo Pizzutelli. Anche lui ha l’esperienza ed i voti che legittimano questo ruolo: ma oggi è un capogruppo, leader di un’area del suo Partito; se ha ambizioni da leader dell’intera area deve allora abbattere gli steccati. Quelli interni al Pd ed essere la figura di riferimento riconosciuta ed accettata da tutto il Partito. In questa veste poi deve iniziare a costruire un percorso di coalizione: che non va immaginato a pochi mesi dal voto ma edificato in quattro anni di lavoro gomito a gomito.

Ad oggi sia quelle di Marzi che quelle di Pizzutelli sono azioni solitarie non supportate dal resto della coalizione. Ed a volte, nemmeno dal proprio gruppo consiliare. Così è complicato far emergere un leader.

Altrettanto è difficile essere percepiti dalla gente come forza di centrosinistra, alternativa all’attuale governo cittadino. Questo se non si cominciano a veicolare idee proprie di visione del Capoluogo. Micro e macro. Oggi e per il futuro.

Come ama spesso ripetere nei suoi saggi motivazionali lo scrittore americano Brian Tracy. “Una visione chiara, supportata da piani definiti, infonde una straordinaria sensazione di fiducia e potere personale.”