‘Fuori… de Ciocca’, ma la Lega fa meglio: ‘Imbecille’

Di fronte al Covid «Vale più un magazziniere lombardo di un ministeriale romano». La delirante dichiarazione fatta dall'europarlamentare leghista Angelo Ciocca scatena l'immediata reazione del deputato Francesco Zicchieri. Che investe della questione Matteo Salvini. Ottenendo la sconfessione piena e immediata

«Matteo questo è un imbecille: devi intervenire subito. Sei il Capitano della Lega e non della Lega Nord è meglio che lo ricordiamo subito. E quell’imbecille deve scusarsi immediatamente»: dicono che Francesco Zicchieri, vice capogruppo del Carroccio a Montecitorio, fresco di nomina nel nuovo board leghista, non sia andato molto per il sottile. Ha investito subito Matteo Salvini della questione Ciocca pretendendo una sconfessione totale e immediata.

Imbarazzante Ciocca

Angelo Ciocca

A mandare in allarme il parlamentare eletto nel collegio di Frosinone sono state le parole di Angelo Ciocca, suo collega deputato europeo della Lega. Ha appena finito di partecipare alla trasmissione del mattino su Radio Capital. Dove ha affidato ai microfoni una serie di perle che sarebbero state tollerate nemmeno ai tempi di Umberto Bossi, della Padania, del dio Po e del Vesuvio invocato per lavare i napoletani.

L’uomo mandato a Bruxelles e Strasburgo dalla Lega ha detto: «Non è pensabile che la Lombardia, che ha il doppio degli abitanti del Lazio, possa ricevere meno vaccini, questo è clientelismo territoriale. Poi bisogna valutare quanto l’importanza economica del territorio: la Lombardia, è un dato di fatto, è il motore di tutto il Paese. Quindi se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia».

Ah si? E come mai? «Vale più un magazziniere lombardo di un ministeriale romano».

Ciocca è così. Provocatore per natura. Come la volta che attaccò francesi e spagnoli sostenendo la maggiore pulizia degli italiani: «Noi abbiamo i bidet». Convinto di essere il presidente sovietico Nikita Chruscev, come lui fece all’Onu ha iniziato a sbattere le scarpe sui banchi del Parlamento Europeo. Sempre lui l’autore del polemico lancio delle tavolette di cioccolato tra i banchi.

O lui o io

Francesco Zicchieri e Matteo Salvini

Francesco Zicchieri è stato chiamato da alcune settimane nel nuovo organismo che affianca Matteo Salvini nella guida della Lega: finalmente consapevole che gli uomini soli al comando piacciono agli italiani ma ogni tanto si distraggono e sono problemi. (Leggi qui Zicchieri nel cerchio magico, Durigon subentra nel Lazio).

Appena lette le agenzie con le dichiarazioni di Ciocca, Zicchieri è andato alla ricerca di Salvini e gli ha detto con chiarezza «Matteo questo è un imbecille. O intervieni subito o rischiamo di perdere una marea di consenso. Io stesso non posso stare in un Partito che consente si dica questo».

In quello stesso momento era già in volo la contraerea di Nicola Zingaretti: «una frase delirante e offensiva» detta alle agenzie di stampa. Per aggiungere subito dopo, sulla sua bacheca Facebook: «Rimaniamo in attesa di una presa di distanza da parte della Lega e dei suoi alleati».

Il Segretario del Pd di Roma Andrea Casu rincara la dose: «La vita di un romano non vale meno di quella di un lombardo per Lega che getta la maschera e svela a tutta l’Italia il suo volto peggiore».

A stretto giro apre il fuoco anche il Segretario Pd del Lazio Bruno Astorre: «Il celodurismo padano dei nostalgici di ‘Roma ladrona’ è tornato nelle uscite sguaiate e nelle frasi shock del leghista di turno».

Francesco Zicchieri è fuori dalla grazia di Dio. Matteo Salvini solleva lo smartphone e ordina al suo ufficio stampa di prendere le distanze da Ciocca in maniera chiara, netta e senza equivoci.

Confermo tutto

Mentre viene predisposta la nota ufficiale, Angelo Ciocca si riprende la scena. Anziché scusarsi conferma tutto. E rincara la dose.

«Io ho solo detto che è più importante un lavoratore privato, rispetto a un burocrate ministeriale» ribadisce all’agenzia AdnKronos. «Confermo che tra un ministeriale e un commesso, ad esempio, penso che il governo debba riflettere, perché non si può dare priorità al Lazio, per il fatto che ci sono più ministeri nella regione».

Sconfessione piena

Matteo Salvini

A dire basta arriva Matteo Salvini. «In tutta Italia e nel mondo la vita, ogni vita, è sacra e non può avere un prezzo, né distinzione sociale, geografica o economica. Aiutare, curare e proteggere tutti, a Roma e a Milano, a Palermo e a Torino, a Napoli e a Bologna, è un sacro dovere. Il resto sono sciocchezze».

Gli fa eco Francesco Zicchieri: «Chi soffre per le conseguenze del Covid vissuto sulla propria pelle o su quella di un proprio caro, merita la massima considerazione in qualunque punto d’Italia abbia sofferto. E qualunque lavoro o mansione svolga. La Lega è una, da Nord a Sud. Tutto il resto sono parole prive di senso».

Era più efficace la prima frase, quella detta a Matteo Salvini: «È un imbecille».