Le dimissioni di Salvatore Fontana. Annunciate alla stampa alle 13.30 come definitive: non come quelle inviate a marzo via Pec e poi non confermate. Potrebbe essere un addio alla politica. Compresa la carica di Coordinatore provionciale di Italia Viva. "Clima di odio" e "attacchi alla credibilità”. Ma al Protocollo non ce n'è traccia
Il giorno è casuale. Una coincidenza. O forse no. Certamente è un bel regalo per Enzo Salera che proprio oggi festeggia il terzo anno da sindaco. Il 9 giugno del 2019 ci fu infatti la sfida al ballottaggio contro Mario Abbruzzese. Alle 23 iniziarono gli scrutini: la sua fu un’affermazione talmente netta che dieci minuti dopo la mezzanotte del 10 giugno 2019 poteva esultare sui social: “Cassino è libera“.
In questi tre anni Salera ha dovuto fare i conti con un’opposizione agguerrita, seppur divisa al suo interno. I due alfieri delle minoranze sono stati da un lato Mario Abbruzzese, leader del Centrodestra e coordinatore regionale di Cambiamo; dall’altro, Salvatore Fontana che da anni ha sbattuto la porta del Pd per aderire al partito di Matteo Renzi e di recente è stato nominato coordinatore provinciale di Italia Viva.
Da oggi, nessuno dei due siede più in Consiglio Comunale: Abruzzese ha lasciato già lo scorso anno in favore di Carmine Di Mambro che a sua volta, dopo poche settimane, ha abdicato permettendo l’ingresso di Benedetto Leone. Invece Salvatore Fontana, non volendo, ha lasciato in un giorno simbolo: le sue dimissioni annunciate questa mattina, si configurano quasi come un regalo al sindaco Salera. Perché i due non sono divisi solo dalla politica, è sul piano umano che si acuiscono maggiormente le contrapposizioni. Al punto che non si scambiano neanche il saluto. E quando possibile, si evitano anche con lo sguardo.
Clima di odio
Un clima d’odio che ha spinto Salvatore Fontana a fare un passo indietro. Già ieri, con un post sui social, aveva fatto capire che il suo percorso sarebbe finito oggi. Questa mattina ha annunciato le dimissioni. (Leggi qui: Bilancio, pochi emendamenti. Fontana resta o va?).
La lettera era pronta dal 4 marzo scorso, la inviò via Pec. Il Segretario comunale spiegò che in base all’articolo 8 comma 8 del Tuel, le dimissioni vanno presentate personalmente al protocollo. Fontana, incappato nell’errore, ci ripensò. (Leggi qui (Leggi qui: Caos Fontana: «Mi dimetto. Forse resto. Ora ci penso»).).
Nel frattempo, è stato coinvolto, nella sua qualità di imprenditore edile, in un’indagine sull’housing sociale: nella sostanza dei fatti gli si imputa di aver messo in vendita alcuni immobili per cui aveva beneficiato di alcune agevolazioni fiscali legate all’impegno di non vendere ma di affittare a canone agevolato. L’imprenditore ha spiegato le sue ragioni, accusato il Comune di avere avviato i controlli come ritorsione per la sua ttività politica. Anche questa inchiesta sembra aver pesato sulla scelta di rassegnare le dimissioni.
Bisogna essere credibili
Lo spiega lui stesso: “Chi fa politica deve essere, per prima cosa, credibile. Io ho subito un controllo minuzioso dietro un esposto anonimo. È credibile che non sia un attacco di avversari politici? Non credo, può essere vero ma non credibile”.
Fa capire che, volendo, potrebbe ripagare con la stessa moneta. “Questo però non vale solo per gli altri, chi predica rispetto deve essere rispettoso. Oggi io, da consigliere comunale, posso accedere ad atti che mi riguardano e a atti che riguardano miei avversari politici o di funzionari che mi stanno controllando, quanto sarei credibile se facessi un rilievo in questo senso? Poco. Ad oggi il comandante della Polizia Municipale sta facendo un controllo su una mia attività, quanto sarei credibile se firmassi un atto contro la sua dirigenza? Poco!”.
“La politica è una cosa seria, tanti politici non lo sono. Ma la politica deve tornare a essere seria. Questo è il nostro primo compito, far essere credibile il ruolo politico. Per questo motivo mi dimetto dalla mia carica di consigliere comunale. Lo faccio perché ho un rispetto assoluto delle istituzioni“.
Le dimissioni non risultano
Questo è il suo congedo sui social. Contattato telefonicamente, lascia intendere che il suo potrebbe essere non solo un addio allo scranno di consigliere, ma un’uscita di scena dalla politica.
È amareggiato. Ad esplicita domanda se lascerà o meno la carica di coordinatore provinciale di Italia Viva dice: “In questo momento ho bisogno solo di pensare alla mia salute e al mio lavoro. E spero di non commettere nuovamente l’errore di entrare in politica“.
Nei fatti però, le dimissioni che Salvatore Fontana ha annunciato via WhatsApp alla stampa alle 13:30, in municipio non risultano. Il Consigliere conferma di averle rassegnate. E quando gli si fa notare che nessuno l’ha visto consegnarle risponde: “Hanno visto la mia segretaria”. Quindi le ha consegnate la segretaria? “Si“. Allora non sono valide.
Al protocollo del Comune di Cassino non risulta alcuna dimissione rassegnata in data odierna: né da Salvatore Fontna né da altri.
Al suo posto Laura Borraccio
Al suo posto in assise entrerà Laura Borraccio, un passato nel Centrosinistra. Aveva infatti sostenuto Giuseppe Golini Petrarcone anche nel 2016. Un anno fa, nel marzo del 2021, è però entrata a far parte della Lega, con un ruolo non secondario: il 2 giugno è infatti diventata vicecoordinatrice del circolo locale. A marzo, quando Fontana presentò le dimissioni poi andate a vuoto, Borraccio aveva però spiegato di entrare in assise senza casacche politiche.
Nessun commento dal sindaco Salera e dalla maggioranza, ma da quel che trapela dai suoi pretoriani, oggi si aggiunge un brindisi in più ai festeggiamenti già previsti.