Mastrangeli come Annibale: deve portare gli elefanti sulle Alpi

Il condottiero cartaginese attraversò le Alpi con gli elefanti e mise in ginocchio Roma. Mastrangeli deve trovare a sua volta una strada altrettanto audace per portare al sicuro la sua consiliatura. Perché la domanda di assessorati è superiore all'offerta

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

La marcia a tappe forzate verso le elezioni Europee inizierà tra poche ore: subito dopo le festività pasquali. E sarà un esame di maturità per tutti i Partiti ad ogni latitudine. Dalla prossima settimana si comincerà a fare sul serio: a livello nazionale Giorgia Meloni, Antonio Tajani ed Elly Schlein scioglieranno in modo ufficiale le riserve ed annunceranno se saranno o meno in campo per trainare le loro liste. (Leggi qui: La sfida europea che sa molto di italiano).

A Frosinone, in parallelo a quella marcia ne partirà anche una seconda. È quella che condurrà verso il nuovo assetto dell’amministrazione Mastrangeli: il sindaco costruirà un nuovo equilibrio per la sua maggioranza di governo. Capace di superare scintille e gomitate degli ultimi mesi. L’esito della verifica farà comprendere come e con quale clima politico saranno i prossimi 3 anni nel Capoluogo: quelli che mancano alla fine della consiliatura.

Perché è chiaro come il sole che dopo l’approvazione del Bilancio con tutti i 22 voti della attuale maggioranza il sindaco porterà a compimento il suo mandato senza interruzioni anticipate. Non ci sono né le motivazioni né presupposti, amministrativi e politici. Vediamo perché. (Leggi qui: Guarda i muscoli di Mastrangeli: il Bilancio passa con 22 voti).

IL FATTORE UMANO

Mauro Vicano e Pasquale Cirillo (Foto © Massimo Scaccia)

Il primo fattore da considerare è quello umano. In ogni amministrazione ci sono le fibrillazioni, i malcontenti, le lotte per la supremazia tra i Partiti, le sgomitate di quelli che aspirano legittimamente a  fare l’assessore. E così via, con criticità variegate. Fa parte dell’indole umana manifestare il proprio malcontento, quando si ritiene (a torto o a ragione) di aver subito una penalizzazione. L’amministratore è di fatto un essere umano: con il suo carattere, i suoi limiti di sopportazione, i suoi modi di esprimere la propria insoddisfazione.

Letti con questa premessa i mal di pancia registrati negli ultimi mesi nell’amministrazione comunale sono stati fastidiosi ma non dirompenti. Sono stati logoranti ma non distruttivi. A metterlo in chiaro sono state le votazioni sul Bilancio dei giorni scorsi ma anche le altre votazioni strategiche dei mesi passati. Vero che ci sono state prese di posizione e lacerazioni, altrettanto vero che al momento di contarsi nessuno ha fatto mancare il proprio voto.

Pur in presenza di talune concrete “criticità di rapporti” (sia tra Consiglieri di maggioranza, che tra assessori) nulla è avvenuto di davvero distruttivo, tale da compromettere irrimediabilmente il cammino dell’amministrazione.

I DOCUMENTI “SENSIBILI”

(Foto © Massimo Scaccia)

In secondo luogo. Proprio il fatto che nessuno abbia fatto mancare il proprio voto in Aula in nessuna delle votazioni sui documenti di Bilancio è indice di una grande effervescenza politica ma al tempo stesso di una grande unità ed unanimità amministrativa. Vero che nei mesi scorsi in quattro non hanno voluto firmare il documento in cui si ribadiva la fiducia al sindaco: altrettanto però è vero che si trattava di un documento esterno all’amministrazione. È stato considerato quasi una questione personale con il sindaco.

C’è un’evidenza: i documenti contabili li hanno votati sempre tutti, anche quelli non totalmente allineati con il sindaco.

E’ vero che nella votazione del Bilancio previsionale dell’altro giorno in aula non votarlo avrebbe significato sedersi al tavolo della verifica con il sindaco da una posizione di oggettiva debolezza. Ma è altrettanto vero che quando bisogna fare “massa critica” la maggioranza c’è. E’ testimoniato oggettivamente dalla storia.

IL FATTORE SECONDA CONVOCAZIONE

L’assessore Adriano Piacentini

Con il ricorso sistematico e strutturale ormai da anni all’istituto della seconda convocazione del Consiglio Comunale, quando servono meno voti per approvare le delibere, Riccardo Mastrangeli può portare a casa ogni provvedimento ritenuto utile al buon governo della città, grazie al voto sicuro dei suoi fedelissimi. È  impensabile allo stato che il sindaco possa andare “sotto” in seconda.

Il sindaco con la strategia vincente adottata per arrivare ad avere 22 voti sul previsionale 2024-2026 dell’altro giorno, quando le dinamiche d’Aula sono state tutte studiate e preparate a tavolino creando anche il giusto clima tra i suoi (avendoci parlato prima), può replicare il medesimo piano di azione ogni volta che bisognerà portare in aula tematiche delicate. E potenzialmente “pericolose” per la tenuta della maggioranza.

Su tutte, quella del forno crematorio: che nella scorsa seduta è stato l’unico argomento di tensione. Al punto che è stato necessario un intervento da esperto uomo d’area di rigore come Adriano Piacentini per calciare la palla in tribuna e togliere dal tavolo un tema che rischiava di far saltare il percorso verso l’unità costruito con tanta pazienza.

L’IMPALPABILITÀ DELL’OPPOSIZIONE.

I banchi dell’opposizione

È vero 11 “contro” 22 è una lotta impari: ma la minoranza nemmeno scende in campo con tutti i suoi giocatori. Quando serve. Perché questo è quello che accade. Sempre. Sia nei Consigli ordinari che in quelli più importanti quando si discute della programmazione della città.

Poi ci sono le oggettive ataviche divisioni interne al centrosinistra, mai risolte. Che prima o poi qualcuno dovrà affrontare se vuole provare a rendere contendibile al centrodestra il Comune capoluogo nel 2027. Mancano nell’opposizione consiliare una strategia d’attacco comune, una condivisione delle principali battaglie da portare avanti, una leadership riconosciuta, una comunanza di obiettivi.

Vi è da dire, ad onor del vero, che almeno questa volta sul Bilancio 2024-2026 alcuni gruppi consiliari (Pd-Lista Marzi-Socialisti) hanno sottoscritto insieme emendamenti di contenuti (veri) e non di mera ostruzione. Ma è oggettivamente poco, troppo poco per mettere in difficoltà l’amministrazione Mastrangeli. Che infatti quando c’è andata (in difficoltà) è stato per problemi interni. Non per merito dell’opposizione.

La sensazione è che pur in presenza di tante individualità di spessore, la minoranza non riesca mai a recitare un copione condiviso. Non riesca a recitare quel ruolo che tanti cittadini di Frosinone le hanno comunque affidato: fare opposizione alle politiche del centrodestra.

LA VERIFICA E GLI SCENARI

Riccardo Mastrangeli (Foto © Stefano Strani)

Dalla prossima settimana dunque Riccardo Mastrangeli comincerà ad incontrare i Consiglieri non totalmente allineati con il suo programma. In ordine sparso: Anselmo Pizzutelli, Giovanni Bortone, Maria Antonietta Mirabella, Maurizio Scaccia, Pasquale Cirillo. Comincerà, con democristiana esperienza, ad individuare dei possibili punti di caduta della rinnovata intesa amministrativa.

Ma dovrà trovare la quadra soprattutto sulle legittime aspirazioni assessorili personali o per interposta persona, di tanti. Oggettivamente troppi rispetto alle reali disponibilità. E circostanza per niente da sottovalutare, con il rispetto delle quote di genere. E qui le aspirazioni dei maschietti, si complicano. Parecchio.

I margini di manovra non sono ampi. Consentono due, al massimo tre, cambi. Stop. Chi si aspetta una rivoluzione in Giunta resterà deluso, dopo la verifica. Perché al di la dei tanti giri di parole e dei sofismi di maniera, tanto utilizzati in politica quando non si vogliono chiamare le cose con il vero nome, la ciccia di tutto sta nei nuovi assetti di giunta. Perché la poltrona da assessore è particolarmente ambita, perché ben remunerata in virtù di una legge nazionale.

IL RISCHIO DELL’AMARO IN BOCCA

I banchi della maggioranza

Mastrangeli quindi incontrerà anche tutti i Gruppi consiliari e (probabilmente) i referenti dei Partiti politici. Proprio per avere il via libera da tutti sulla nuova Giunta. E dovrà avere il via libera sul mantenimento degli accordi presi durante il ballottaggio con la lista di Mauro Vicano ergo con la sua (personale o di altri) rappresentanza in Giunta. Non sarà facile accontentare tutti: perché la coperta è corta. La domanda di assessorati è superiore all’offerta.

È possibile quindi che nella maggioranza del sindaco, anche dopo la verifica, qualcuno rimanga non particolarmente soddisfatto o addirittura ancora più amareggiato di prima. Ma questo non metterà in alcun modo a rischio la consiliatura: proprio per tutto quello che è stato spiegato prima.

Perché, come rispose  Annibale, il famoso condottiero cartaginese che terrorizzò Roma, a chi gli contestava l’impossibilità di attraversare le Alpi con gli elefanti  “Noi troveremo una strada. Oppure ne apriremo una nuova.” E Mastrangeli sta prendendo le misure a tutti i mammiferi proboscidati della zona.