Bocciato il Piano del Lazio: tornano i vecchi vincoli

La Corte Costituzionale boccia il Ptpr del Lazio. Aveva ridotto i vincoli a costruire. Che adesso vengono reintrodotti. Cosa è accaduto. Già raggiunta la nuova intesa con il MiBact

Il problema ora è tutto politico. Perché tutto torna in discussione. Bisognerà ricostruire una maggioranza intorno al Piano dopo che sarà modificato come chiede il Ministero. Sta tutta lì la questione. Perché il Ptpr è un documento troppo delicato e trasversale per poter essere approvato come tutte le altre leggi. È il Piano Paesaggistico Regionale al quale poi devono uniformarsi i Piani Regolatori dei singoli Comuni. In pratica, se posso costruire una casa o ristrutturarla e con quali limiti, lo stabilisce il Piano regolatore del mio Comune: che deve essere in linea con il Ptpr.

La Corte Costituzionale Foto © Paola Onofri / Imagoeconomica

Non è un caso che per arrivare all’approvazione del testo, pochi minuti prima delle sei del mattino del 2 agosto 2019, fossero stati necessari tre giorni di dicussioni e 4 maxi sub emendamenti con cui scavalcare oltre duemila proposte di correzione avanzate dalle opposizioni. (leggi qui L’intesa arriva all’alba: la Regione Lazio approva il Piano Territoriale).

Ora tutto torna in discussione. Perché la Corte Costituzionale ha annullato il Piano Paesistico della Regione Lazio.

La sentenza

Quell’intricato lavoro di mediazione ed equilibrio salta perché “Nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole. Ma devono coinvolgere il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo (MiBact)”.

E per i giudici quel confronto è mancato. “In particolare, nel procedimento di formazione del Piano è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato”.

La sentenza è la numero 240 depositata oggi. Annulla il Ptpr e tutti gli atti che ne sono seguiti. La condotta della Regione è stata ritenuta dalla Corte costituzionale in contrasto con il principio della leale collaborazione.

Tutto già previsto

Regione Lazio, l’Aula Consiliare. Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

La questione tra Lazio e Ministero era sorta nello scorso mese di aprile. Il Governo Conte ha sollevato un ‘conflitto‘ con la Regione. Non per una questione di principio, non perché non era stato coinvolto: in pratica, perché ha ritenuto che il Consiglio Regionale del Lazio non abbia imposto una serie di vincoli che invece sono validi in tutto il resto dello Stato.

Tenere tutto e tutto insieme aveva creato il problema. A luglio la Giunta regionale ed il Ministero avevano già raggiunto un nuovo accordo sul Ptpr: è già stato inviato all’esame del Consiglio. Ma ricostruire una maggioranza ampia richiede tempo: non è un caso che la procedura di approvazione del nuovo Piano paesaggistico territoriale sia attesa nel Lazio da oltre 20 anni.

Nel frattempo nessuno ha ritirato il ricorso che era stato promosso davanti alla Consulta. Così è arrivato l’annullamento.

Cosa non funziona

Foto © Can Stock Photo / Jan Pietruszka

Per 12 anni il Piano Territoriale Paesistico Regionale adottato nel Lazio ha prescritto il vincolo di inedificabilità assoluta su una fascia di 150 metri attorno ai centri storici di tutti i Comuni. Il Ptpr approvato ad agosto 2019 ed annullato oggi modificava quel vincolo del 2007 riducendo a 100 metri la fascia di rispetto dei centri storici. Nei fatti, consentiva l’edificazione nelle aree dentro quella fascia di 50 metri, non più vincolata.

Il MiBact ha puntato il dito su questo aspetto ed anche su altri casi di abbassamento dei livelli di tutela paesaggistica introdotti dal PTPR approvato ad agosto.

Quando è stato chiaro che occorreva raggiungere una sintonia tra regione e Ministero si è deciso di congelare la pubblicazione del nuovo Piano. È stata rinviata a dopo il raggiungimento di un accordo. Per raggiungerlo è stato costituito un tavolo congiunto: al termine di 9 incontri che si sono susseguiti per 3 mesi nella sede dell’Assessorato all’Urbanistica, il 18 dicembre 2019 è stato sottoscritto dai due enti un “documento di condivisione”. Conteneva le Norme e le tavole del PTPR approvato di cui il Ministero aveva chiesto la modifica.

La rottura a febbraio

Edilizia
Foto © Imagoeconomica

Si arriva al 13 febbraio 2020, il Covid è ancora una faccenda relegata all’Asia. Il MiBact sollecita la Regione Lazio. Sulla base di quella sollecitazione la Giunta Regionale approva una Proposta di Deliberazione Consiliare in base alla quale la pubblicazione del PTPR approvato il 2 agosto 2019 avrebbe dovuto essere posticipata alla definitiva approvazione da parte del Consiglio Regionale. Cosa significa?

Significa che Ministero e Giunta regionale hanno individuato l’intesa sulle modifiche da apportare al Piano, il documento dovrà essere pubblicato solo dopo che l’Aula del Consiglio avrà esaminato ed approvato quelle modifiche. Si tratta di sostituire le Norme Tecniche di Attuazione approvate ad agosto 2019 con quelle concordate a dicembre 2019. Inoltre si devono adeguare a quelle Norme anche le Tavole del PTPR.

Invece il 13 febbraio la Regione ha pubblicato sul suo Bollettino ufficiale le Norme e le Tavole bocciate dal “documento di condivisione”. Non solo: dopo una settimana ha emanato una Direttiva a tutti i Comuni del Lazio per comunicare che le nuove regole sono quelle del Ptpr pubblicato.

Nasce da qui il ricorso alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione da parte del Governo.