Il prefetto di Frosinone si spazientisce e diffida il sindaco di Ceccano ad avallare i documenti contabili del 2020 entro il prossimo 31 agosto. Il rendiconto verrà approvato tra una settimana. Per il bilancio di previsione ci sarà tempo fino al 15 settembre. Ma per Sua Eccellenza «è incredibile che l'amministrazione comunale sia sempre nelle stesse pastoie». E il primo cittadino non se la tiene
Stavolta il prefetto di Frosinone non è andato per il sottile. Non si è limitato ad inviare la solita lettera standard in automatico a tutti i Comuni che sforano con i tempi per l’approvazione del Bilancio. Una lettera standard ma perentoria, nella quale c’è il termine Diffida e con la quale si ricorda che in caso d’inadempienza parte l’iter per lo scioglimento del Consiglio Comunale. Anche a Ceccano, a quella lettera standard Sua Eccellenza Ignazio Portelli ha aggiunto un paio di considerazioni. Una rampogna a tutti gli effetti. Alla quale il sindaco Roberto Caligiore non ha fatto mancare la sua altrettanto ferma risposta.
Il disappunto del prefetto
In quella lettera c’è il richiamo standard al sindaco di Ceccano all’osservanza delle regole. E c’è la diffida standard ad approvare i documenti contabili del 2020 entro e non oltre il prossimo 31 agosto altrimenti scioglierà il Consiglio comunale. Perché il Bilancio di previsione triennale e il rendiconto di gestione 2020, stando all’ultima proroga disposta dal Decreto Sostegni-bis, dovevano essere avallati entro lo scorso 31 luglio.
Ed è qui che il prefetto ha ritenuto opportuno fare un richiamo più severo. Aggiungendo: «è incredibile che codesta amministrazione comunale non abbia ancora provveduto in tal senso. Ed è incredibile che sia sempre nelle stesse pastoie».
E, nell’occasione, Ignazio Portelli ha mostrato tutto il suo disappunto. Non ci ha girato troppo intorno. Il Prefetto ha ritenuto «doveroso segnalare che non giova certo all’immagine di una buona ed efficiente amministrazione il prolungato ritardo nello svolgimento delle supposte attività di gestione finanziaria, spesso risultando addebitabile a generiche e presunte problematiche di finanza pubblica nonché alla presenza di un’accentuata litigiosità esistente in seno alla maggioranza».
La replica di Caligiore al Prefetto
Alla diffida ad adempiere, Caligiore ha risposto. Rappresentando «a malincuore – premette nella sua controlettera – la necessità di dover formulare alcune precisazioni onde fornire un quadro più rispondente all’attuale situazione in cui si trova il Comune di Ceccano». Che, a fronte delle irregolarità ravvisate di recente dalla Corte dei Conti, ha dovuto regolarizzare la situazione economica.
Infatti, il Consiglio comunale, nella seduta fissata per giovedì 19 agosto, sarà chiamato a compiere tre passi fondamentali contro il dissesto: recepire la deliberazione della sezione regionale di controllo contabile, approvare il rendiconto di gestione per l’esercizio 2020 e fare ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Mentre il disavanzo di amministrazione, dopo le opportune correzioni, è balzato da quasi 3.3 a oltre 8 milioni di euro. (Leggi qui E la Corte bussò al Castello dei… conti).
Come ha replicato il sindaco di Ceccano? Facendo presente che «conosce bene il termine citato (il 31 luglio, ndr)» e che «difatti, nella seduta del 22 luglio 2021, la Giunta comunale ha provveduto ad approvare lo schema di rendiconto di gestione dell’esercizio finanziario 2020». La scadenza, però, fa riferimento alla ratifica dell’apposita delibera di giunta da parte del Consiglio comunale. Che si terrà per l’appunto il prossimo 19 agosto, come comunicato via Pec alla Prefettura lo scorso 6 agosto.
Ed è proprio per questo che Portelli si è spazientito e ha spedito la dura lettera di diffida, fuori standard.
Come a dire: «Non ci fate una bella figura»
Quali sono le generiche e presunte problematiche di finanza pubblica, indicate nella lettera? Il prefetto si riferisce al fatto che Caligiore abbia addossato gran parte delle colpe alla contabilità armonizzata: «Così come è strutturata – aveva lamentato il sindaco dopo la bussata della Corte dei Conti – sta mettendo in seria difficoltà anche i comuni senza debiti come il nostro per via del calcolo dei crediti che il Comune vanta, costringendoci ad accantonare negli anni successivi soldi che potrebbero essere spesi per la comunità».
E l’accentuata litigiosità in seno alla maggioranza evidenziata in un altro passaggio?
Al sindaco di Fratelli d’Italia non risulta affatto. Nella sua replica ne approfitta per un’altra silurata verso il Governo nazionale avversato direttamente solo da FdI. E rappresentato sul territorio proprio dal Prefetto.
«Nel comprendere come l’indirizzo confuso dell’attuale governo della nostra Nazione, che ha fatto della sua litigiosità un marchio, possa trarre in inganno e far pensare che sia lo stesso anche nei territori o, nello specifico, nel nostro Comune – scrive Caligiore – nella nostra Amministrazione non è così e alla confusione rispondiamo con i tanti sacrifici necessari ad adempiere alle esigenze della comunità».
Caligiore: «Nelle pastoie c’è il Governo»
Il primo cittadino rifiuta categoricamente anche l’immagine di un’amministrazione incappata nelle solite pastoie.
«Piuttosto, come tanti altri Comuni, ci siamo ritrovati a doverci districare tra le numerose e complesse disposizioni normative e giurisprudenziali, non da ultimo la sentenza n. 80 del 2021 della Corte Costituzionale, che non possono certamente ritenersi “generiche e presunte problematiche di finanza pubblica”».
Caligiore cita la sentenza di inizio anno con cui l’organo di garanzia ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dei commi 2 e 3 dell’articolo 39 del decreto legge numero 162 del 30 dicembre 2019: che riguardano la disciplina del fondo anticipazione di liquidità.
Provocherà, a detta dell’Anci e dell’Upi – l’Associazione nazionale dei comuni italiani e l’Unione delle province italiane – più dissesti e predissesti negli enti locali in difficoltà finanziaria. Per questo avevano scritto tre mesi fa alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e alla viceministro dell’Economia Laura Castelli invocando un confronto in seno alla Conferenza Stato-Città.
L’ulteriore proroga, con appunto della De Santis
L’organo di raccordo tra Governo e Comuni si è riunito lo scorso 5 agosto. E la viceministro Castelli, come accentua Caligiore, «ha annunciato il differimento dei termini di approvazione del bilancio preventivo e del rendiconto d’esercizio 2020 fino al 15 settembre 2021, ma come sempre i decreti arrivano tardi».
La stessa Castelli, a margine della Conferenza, ha invece dichiarato che «stiamo facendo un lavoro molto importante con gli enti locali, supportando quelli in maggiore difficoltà nella loro azione di risanamento e riequilibrio finanziario. Questo differimento dei termini va visto proprio in questa ottica».
Lo scambio epistolare tra Portelli e Caligiore, nel frattempo, è stato inoltrato a tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza. E l’oppositrice Mariangela De Santis (Nuova Vita), tra gli altri, ha già detto la sua: «L’annuncio di una possibile proroga del termine al 15 settembre è del 5 agosto, cinque giorni dopo la scadenza del termine già prorogato. Ancora non vi è notizia dell’ulteriore decreto di rinvio», ha postato via social.
Per poi ricapitolare: «Il Prefetto ha richiamato il Comune di Ceccano intimandogli di provvedere ad approvare il rendiconto entro e non oltre il 31 agosto. Secondo l’amministrazione Caligiore, invece, è tutto a posto. Un po’ di fantasia, nella vita, non può mancare». E in conclusione, richiamando lo slogan caligioriano “Indietro non si torna”, ironizza: «Soprattutto per le scadenze e il disavanzo».