La minoranza di Anagni continua a non essere compatta. Ma potrebbe essere una scelta strategica. Simile a quella avviata ad Alatri. Ma poi sconfessata da Fratelli d'Italia. Per una ragione precisa
Che stiano nella stessa casa è un dato di fatto. E che ci vivano in maniera separata è un altro dato di fatto altrettanto evidente. Ma a parlare di separati in casa no non si può fare: perché loro giurano he non è vero. Anche se è un’evidenza. Che, a questo punto, rende ancora più fluida la navigazione della maggioranza del sindaco Natalia ad Anagni. La separazione è quella ormai conclamata tra Luca Santovincenzo, esponente di LiberAnagni, ed il resto della minoranza.
La prova ulteriore è arrivata ieri mattina, nel corso di un Consiglio dedicato ad una serie di variazioni di Bilancio e dall’approvazione del consolidato Santovincenzo ha deciso di distinguersi, in tutti i due i casi, dal resto dell’opposizione. In un caso votando contro quando il resto della opposizione aveva stabilito di astenersi. Mentre nel secondo l’esponente della coalizione civica ha deciso di astenersi andando contro il resto dell’opposizione che votava contro. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di venerdì 29 settembre 2023).
È il dato politico più rilevante di un Consiglio, per il resto, piuttosto tecnico, che infatti è durato relativamente poco. E che si è animato sostanzialmente per la polemica legata al possibile ritardo nella realizzazione di due parcheggi.
Il legittimo dubbio
Il dubbio è che anche ad Anagni sia scattata la manovra attuata ad Alatri da Antonello Iannarilli fino a qualche giorno fa quando è stato in Consiglio comunale. Una manovra che nella città governata dal sindaco di centrodestra Maurizio Cianfrocca era riuscita a portare Fratelli d’Italia né in maggioranza né in opposizione. Non in virtù di una strategia epilettica e nemmeno di una palese incapacità nel pianificare l’azione. Anzi: l’esatto contrario. Per ragionamento scientifico.
La manovra di Antonello Iannarilli, appoggiata dal suo collega d’Aula Gianluca Borrelli e dal Coordinatore cittadino Damiano Iovino puntava a posizionare il loro Partito in una specie di limbo. Con un target ben preciso nel piano di volo: costruire le condizioni per poter schierare un candidato sindaco alternativo a Cianfrocca fra tre anni. Operazione politicamente ineccepibile. Ma che tara gli interventi in Aula su un obiettivo che non è tanto la città con i suoi problemi contingenti ma le elezioni prossime venture. E infatti il Partito ha detto no, che così non va bene: ed ha mandato il commissario Fabio Tagliaferri a sistemare la questione. (Leggi qui: FdI torna in maggioranza e Borrelli si dimette).
Due parcheggi e un ritardo solo
Possibile che anche ad Anagni sia così. Possibile che sia una suggestione. Per tentare di capirlo vediamo perché si sono innescate le scintille. Perché, come hanno fatto notare gli esponenti dell’opposizione, la realizzazione di due parcheggi, quello nei pressi del Parco della Rimembranza e quello nei pressi della stazione ferroviaria, è legato alla realizzazione dei lavori per l’ampliamento dell’illuminazione pubblica in città. Un progetto varato da tempo secondo le regole del Project financing, ovvero con il robusto intervento di un privato.
Progetto già a suo tempo molto criticato, anche dall’esponente di Forza Italia Guglielmo Rosatella. Ma che è comunque andato avanti. Non del tutto però, almeno a sentire gli esponenti dell’opposizione. Che hanno parlato di ritardi in questo senso. Che porterebbero, come conseguenza, ritardi anche nella realizzazione dei due parcheggi.
Critiche stoppate dalla maggioranza che, per bocca del vice sindaco e dell’assessore del Bilancio ha assicurato il rispetto dei tempi.
Il punto politico della vicenda
Il punto politico però è stato, come detto, la votazione finale. Ed in questo caso ad opporsi è stato Santovincenzo; mentre il resto della minoranza si è astenuto. Il secondo punto è stato invece relativo all’approvazione del consolidato. Anche in questo caso una discussione molto tecnica. Che però ha visto alla fine l’opposizione frantumarsi ancora una volta. Santovincenzo si è astenuto, tutti gli altri hanno votato contro.
Un comportamento, di tutta l’opposizione va detto, quanto meno ondivago. Che in apparenza lascia immaginare una mancanza totale di coordinamento tra le parti. Ma dietro alla quale forse c’è una scelta scientifica. Che mira a creare le condizioni perfette per una candidatura avvincente nelle prossime elezioni. Cosa che, nel frattempo, lascia campo libero all’attuale maggioranza. Che può a sua volta già tranquillamente cominciare a pensare alle strategie in vista delle elezioni del 2028.
In questo senso, proprio in questi giorni fa parecchio discutere una voce che circola in città. secondo la quale rischierebbe di interrompersi prima di iniziare davvero la cavalcata di Riccardo Ambrosetti come successore di Daniele Natalia nella complicata partita per le elezioni comunali del 2028. Quelle alle quali, salvo modifiche della legge elettorale, il sindaco attuale non potrà più partecipare.
La stella di Ambrosetti che “tramonta”
Una circostanza che, anche se è tutto molto sottotraccia, ha già fatto partire da tempo una vera e propria guerra interna per la successione. Almeno per quanto riguarda i piani interni della amministrazione comunale, il nome su cui si sta convergendo sembra non sia più quello di Riccardo Ambrosetti. Che da subito ha detto di voler lasciare il campo ad altri: perché la sua ambizione è un altra e sta a Roma in via della Pisana cioè il Consiglio Regionale del Lazio.
Si pensa allora ad un altro esponente importante della sezione locale di Fratelli d’Italia. Un nome giovane, rampante dal punto di vista tecnico e giuridico. E soprattutto, a quanto si sostiene, in grado di gestire in maniera molto più pragmatica una maggioranza coesa, in grado di reggere all’urto legato alla fine della stagione dell’attuale sindaco. Il nome in questione è quello di Davide Salvati, stella in ascesa del panorama locale (e non soltanto) di Fratelli d’Italia.
Che, ormai dalla metà della scorsa consiliatura, ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio Comunale. Ed è proprio questo il dato che molti in maggioranza mettono in evidenza per accreditare la possibile candidatura di Davide Salvati al posto di Riccardo Ambrosetti come successore di Natalia. Proprio il fatto, cioè, che Salvati sia stato da tempo piazzato in un contesto che, per ruolo istituzionale e per conoscenza della “macchina” comunale, lo pone in una condizione oggettivamente legittimata ad aspirare alla successione.
Per il 2028 salvati… da Salvati: forse
Non va poi dimenticato l’elemento delle competenze specifiche. Premesso che Ambrosetti, non è digiuno di competenze amministrative e ovviamente politiche, è però soprattutto un uomo di impatto e di conquista dei voti, di Partito e di area. Salvati invece è, per natura, più portato all’aggregazione ed alla moderazione. Potrebbe quindi rappresentare un’opzione importante per mantenere una maggioranza di centrodestra compatta.
Sempre in maggioranza si parla già di una strategia in questo senso; con il sindaco che avrebbe già stabilito un percorso che punterebbe ad una progressiva formazione dell’attuale presidente del consiglio comunale. Lo scopo è proprio quello di metterlo in condizioni, tra quattro anni, di essere accreditato alla carica di candidato a sindaco.
Del resto, mentre per Natalia, che comunque non parteciperà in quanto arrivato già alla seconda consiliatura, a quel punto dovrebbero aprirsi le porte del Parlamento, per Ambrosetti l’ambizione (del resto già dichiarata in altre circostanze) è quella di entrare in lista per tentare la scalata alla Regione Lazio.
Un gioco a scacchi nel quale, a questo punto, rimarrebbe scoperta proprio la posizione del sindaco della città dei papi. Di qui la volontà di affidare il futuro al giovane Salvati.