Centrosinistra al tramonto. Dove osano le “civiche”

Il centrodestra chiude il cerchio sulle candidature unitarie a Sora ed Alatri. Il Pd invece è ancora impegnato nelle discussioni. Una stagione si è conclusa. Non prenderne atto è un rischio. Per il presente ed il futuro

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Il centrodestra ha trovato la quadra anche a Sora, con la candidatura a sindaco di Giuseppe Ruggeri. Come era successo pure ad Alatri, con Maurizio Cianfrocca. Certamente, e il discorso riguarda l’intero ambito provinciale, possono esserci malumori e magari non tutti sono convinti. Ma la coalizione c’è. (Leggi qui Ruggeri fa il miracolo: candidato di tutto il centrodestra).

Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Coraggio Italia metteranno in campo delle liste competitive e avranno pure il sostegno delle civiche. Lo schema è lo stesso che riguarda Roma, con il tandem Michetti-Matone. Cioè sono i Partiti a fare da traino. Pur con le loro contraddizioni e con le inevitabili competizioni. Però l’idea di coalizione esiste.

Giuseppe Ruggeri

Semmai il problema potrà porsi nel caso di un eventuale secondo turno. Nel senso che, finita la spinta dei candidati al consiglio comunale e delle liste, bisognerà poi vedere nell’uno contro uno quale sarà il valore aggiunto di chi ambisce a fare il sindaco.

Fino a qualche anno fa era il centrosinistra a dare le carte in Ciociaria, soprattutto alle Comunali. Da tempo non è più così. Il centrodestra a volte si divide in maniera clamorosa, come è successo quando si è votato per il presidente della Provincia. Però poi è stato capace di vincere due volte a Frosinone, due volte a Ceccano, ad Anagni, a Pontecorvo. E in diversi altri centri.

Le Comunali del prossimo autunno rappresenteranno un esame di maturità. Perché se la coalizione dovesse conquistare anche Alatri e Sora, allora muterebbero tutti gli equilibri. Perfino in prospettiva. A quel punto il centrodestra potrebbe iniziare seriamente a pensare a come eleggere il prossimo presidente della Provincia e anche il numero uno della Saf, la Società Ambiente Frosinone. Fra dodici mesi sono in programma le elezioni nel capoluogo: un eventuale “tris” avrebbe l’effetto di costringere il centrosinistra ad una traversata nel deserto di almeno dieci anni. Ma nessuno nel Pd si sta ponendo seriamente questo tipo di problema. 

Una coalizione andata in frantumi inesorabilmente
Roberto Gizzi

Ieri il Psi di Alatri ha annunciato il sostegno alla candidatura a sindaco di Roberto Gizzi. Con il proprio simbolo. Come è normale che sia. Ma ci sono stati anni nei quali l’alleanza Pd-Psi non veniva messa in discussione a nessun livello. Ci sono stati anni in cui nella coalizione c’erano diversi simboli: dai Verdi all’Italia dei Valori, da Rifondazione ai Democratici. Adesso si fa fatica a mettere insieme simboli e liste. (Leggi qui Il grande rebus delle coalizioni di Alatri).

E la responsabilità politica non può che essere del Partito Democratico. Incapace di aggregare tutto ciò che è alla sua sinistra. Ma anche alla sua destra. Negli anni passati ci sono state sconfitte che hanno lasciato il segno: ad Anagni, a Frosinone, a Ceccano. Ma la rotta non cambia. Anche in previsione delle prossime elezioni comunali d’autunno.

A Sora i Dem stanno lavorando sulle alleanze, va bene. Ma il candidato sindaco? Veti sull’opzione di Maria Paola D’Orazio. E le alternative? Qualche retroscenista azzarda un possibile sostegno a Luca Di Stefano, qualora quest’ultimo dovesse arrivare al ballottaggio. Una sola domanda, ovviamente al Pd: ma pensa davvero di toccare palla con uno come Luca Di Stefano? Buon sangue non mente, recita un antico adagio. E con il padre, Enzo Di Stefano, i Partiti non toccavano palla a Sora.

Poi c’è Alatri, dove il candidato sindaco è Fabio Di Fabio. Il quale avrà bisogno dell’unità del partito, da Mauro Buschini ad Antonio Pompeo. Una sconfitta ad Alatri avrebbe conseguenze fortissime, probabilmente perfino sulla Segreteria provinciale del Partito. E innescherebbe un effetto domino difficile da controllare.

La fine della stagione
Francesco Scalia e Francesco De Angelis

Non è un caso che la “discesa ardita” del Pd sia iniziata quando è venuta meno la diarchia dei due Francesco, De Angelis e Scalia. Capaci di tenere le rispettive truppe, di garantire gli equilibri, di motivare, di fare accordi con gli altri Partiti tradizionalmente alleati. Ma accordi veri, basati sui voti. Non sugli impegni sui massimi sistemi.

È un tema che il Pd dovrebbe porsi al proprio interno. Invece non lo fa. La realtà è che è terminata (da tempo) una stagione politica. Ma si continuano ad utilizzare gli stessi schemi, quando all’appello mancano tanti voti. Tra meno di un anno si vota a Frosinone. Sicuramente il candidato sindaco di centrosinistra punterà su una coalizione civica. Ma è proprio questo a decretare il tramonto della coalizione.

Per il resto non c’è altro sul territorio. Il Movimento Cinque Stelle a livello locale non esiste (tranne qualche eccezione, tipo Sora). Nonostante esprima tre parlamentari (Ilaria Fontana, Luca Frusone, Enrica Segneri) e un consigliere regionale (Loreto Marcelli). In provincia di Frosinone il ribaltone politico si è consumato da tempo: il centrodestra è maggioritario e prevalente. Certamente però, se si divide, allora finisce con il farsi del male. Però succederà sempre meno. 

La differenza si vedrà dal peso delle… liste
Luca Fantini

Le alleanze saranno importanti. Come gli accordi trasversali, in grado perfino di ribaltare i rapporti di forza che emergeranno al primo turno.  Indipendentemente dal fatto se si andrà o meno al ballottaggio. Mai come in questo caso, però, sarà la somma a fare il totale.

Nel senso che le preferenze dei singoli candidati al consiglio comunale faranno capire quanti voti avranno le liste. Tutte le liste: di centrodestra, di centrosinistra. E naturalmente le civiche, che si accingono a diventare sempre di più l’ago della bilancia. Intanto nei Comuni. Ma anche alle politiche o alle regionali. Per una considerazione semplice: i big sapranno leggere bene i voti delle civiche e dei singoli candidati.

È questo lo scenario al quale la politica locale sta andando incontro. Il centrodestra presenta candidature unitarie. Anche se poi magari i problemi non mancano. Il centrosinistra non c’è più come coalizione. Il Pd da solo può reggere fino ad un certo punto. Resta uno spazio di rappresentanza enorme. Al quale guardano le civiche. 

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