Una sconfitta ma tante nuove certezze dalla sfida di Parma

Anteporre la frenesia di una vittoria immediata ad un traguardo di lunga percorrenza. Rischiando anche di vincerla. Sta tutta qui la gara del Frosinone a Parma. Anzi no: sta nella conferma che anche le riserve sono in grado di offrire delle valide alternative a Nesta

Elisa Ferazzoli

Giornalista in fase di definizione

“C’è rammarico perché alla fine potevamo vincerla”. E forse il rammarico più grande è proprio quello di mister Nesta che, se il Frosinone avesse espugnato il Tardini di Parma, si sarebbe trovato di fronte non ad una “qualunque” squadra di serie A bensì alla Roma.

È difficile pensare che non si fosse soffermato nemmeno per un momento ad immaginare come sarebbe stato tornare allo Stadio Olimpico – sorteggio permettendo – da tecnico e contro la rivale genetica, contro l’avversario numero uno della sua gioventù calcistica. Che non abbia sbirciato dentro quell’eventuale emozione trovandovi un suo personalissimo traguardo personale.

Parma-Frosinone 2-1

Anche ai grandi campioni è dato di fare questo genere di sogni ma poi la loro vera grandezza sta nella lungimiranza e nell’accortezza delle scelte compiute anche quando ciò può voler dire rivedere le proprie convinzioni tattiche o anteporre la frenesia di una vittoria immediata ad un traguardo di lunga percorrenza.

“Non sono abituato a fare il passo più lungo della gamba”. Aveva esordito così nella prima conferenza stampa nelle vesti di mister del Frosinone. Non si è smentito.

Perché mister Nesta ha provato a vincerla con tutti i mezzi che riteneva di avere a disposizione ma salvaguardando, allo stesso tempo, i giocatori ai quali sono affidate le sorti della prossima gara di campionato contro la Juve Stabia. Ha ritenuto che Parma fosse l’occasione giusta per dare spazio a chi finora il campo lo aveva visto solo dalla panchina – Eguelfi e Szymiński – a chi aveva bisogno maturare minuti giocati – Tribuzzi – a chi come Trotta aveva necessità di ritrovare goal e fiducia nelle proprie capacità.

Parma-Frosinone 2-1

Perché il campionato è ancora lungo e il Frosinone avrà bisogno di tutti i suoi uomini. E tutto sommato dopo un primo tempo statico e ricco di imprecisioni, quella squadra fatta di riserve ha dimostrato di possedere elementi in grado di offrire delle valide alternative all’undici titolare: buona la prestazione del secondo portiere Iacobucci, incolpevole sul sinistro a rientrare di Siligardi e autore di numerosi interventi salva-risultato. Peccato per la scarsa incisività in fase di conclusione di Citro, che sull’1-1 stecca una clamorosa occasione da rete e per l’ingenuità difensiva di Paganini al 90′, abilmente sfruttata da Kucka che “così cadendo” si procura il rigore e il conseguente vantaggio.

Dopo il pareggio di Trotta, Nesta avrebbe potuto “azzardare” cambi diversi ma “ domenica dobbiamo far punti per forza”, sfatare il trend che vuole il Frosinone mai vittorioso fuori casa. Perché nonostante la Coppa Italia sia una competizione autorevole, anche se in netto declino da anni in termini di prestigio e considerazione – un Tardini semi deserto ne è la prova – il vero obiettivo del Frosinone adesso come adesso resta piazzarsi stabilmente nella zona playoff.  

Fare il passo più lungo della gamba non porta da nessuna parte. L’Olimpico per il momento può aspettare. E Nesta questo lo sa.