I Protagonisti di martedì 22 ottobre 2019 * Top & Flop

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

GIORGIA MELONI

Continua a crescere nei sondaggi e in autorevolezza. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, è ormai indispensabile nel centrodestra. Con qualunque tipo di sistema elettorale, proporzionale o maggioritario.

Giorgia Meloni © Imagoeconomica

Fino ad un anno fa sarebbe stata la candidata ideale per la poltrona di sindaco di Roma. Adesso non più. Non perché la fascia tricolore nella Capitale conti meno di un ministero, ma per il taglio politico della sua figura. Domenica si vota in Umbria: se il centrodestra dovesse “sfondare” le linee del centrosinistra, inizierebbe un pressing formidabile sul governo e sul premier Giuseppe Conte.

Probabilmente le lancette della politica si sposterebbero a gennaio, con il test dell’Emilia Romagna. Ma la crisi di agosto ha dimostrato che ormai può succedere di tutto. Giorgia Meloni si giocherà le sue carte perfino per la Presidenza del Consiglio. Male che vada c’è il ministero degli Interni. Sulla cresta dell’onda.

PASQUALE CIACCIARELLI

È sempre sul pezzo. Il consigliere regionale di Cambiamo è tra i più attivi nel centrodestra regionale. Ciacciarelli sta lavorando moltissimo alla mozione di sfiducia da presentare nei confronti del presidente della Regione Lazio e segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti. (leggi qui Sfiducia a Zingaretti, giovedì si riunisce il centrodestra).

Pasquale Ciacciarelli

In parte è per far dimenticare le polemiche finite addosso a lui in occasione della precedente mozione, finita nel nulla a dicembre 2018; dissero che fu colpa sua perché era andato in Scozia anziché rimanere in Aula. Non è vero, mancavano pure altri. In parte è per mettere un’ipoteca sulla prossima ricandidatura: non necessariamente necessariamente alle Regionali.

Sta frequentando quasi tutte le sere Roma, con tavoli ed incontri, presenze a cene importanti nei luoghi che contano.

Il Lazio è strategico e la situazione estremamente fibrillante. Pasquale Ciacciarelli sta tenendo la tensione molto alta. Evidente che punta ad un ruolo: in Cambiamo o dove andrà a confluire, se così sarà. Obiettivo alla portata, soprattutto se alla fine ci sarà un patto tra la Lega e Cambiamo.

Comunque finisca la votazione, Ciacciarelli è riuscito ad essere protagonista del dibattito. Sette vite.

FLOP 

ROBERTO CALIGIORE

Un silenzio inspiegabile dopo essere stato sfiduciato e mandato a casa. Con i voti decisivi di esponenti della sua stessa maggioranza. E con il sostanziale via libera del senatore Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d’Italia.

L’ex sindaco Roberto Caligiore

L’ex sindaco di Ceccano intende ancora recitare un ruolo politico nello scacchiere fabraterno? Se no, allora sta facendo benissimo e il suo è un silenzio d’oro. Se invece non vuole lasciare la politica, allora tutto deve fare meno che pensare di poter avere un futuro nel centrodestra. Ne consegue che il silenzio sarebbe controproducente.

Lo hanno sfiduciato a pochi mesi dalla fine del mandato. Pensa davvero che gli faranno toccare palla nel centrodestra? Alice nel paese delle meraviglie.

ROBERTO GUALTIERI

E meno male che sarebbe bastata la sua presenza per ammorbidire l’Unione Europea. In realtà il ministro dell’economia ha ricevuto le stesse lettere dei suoi colleghi nei governi precedenti.

Roberto Gualtieri

Il piano italiano, si legge nella lettera inviata dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e del commissario Pierre Moscovici, «non rispetta il target di riduzione del debito per il 2020. La bozza prevede un peggioramento del deficit strutturale di 0,1% del Pil, che manca il raccomandato aggiustamento strutturale di 0,6%, e un aumento della spesa dell’1,9%, che eccede la riduzione raccomandata di almeno lo 0,1%».

Elementi che «appaiono non in linea con le raccomandazioni, puntando a un rischio di deviazione significativa dallo «sforzo raccomandato».

Insomma, Italia ancora bocciata. Nonostante il passaggio dal gialloverde al giallorosso, da Salvini a Renzi-Zingaretti, da Tria a Gualtieri. L’unico elemento di continuità è il premier Giuseppe Conte.

In ogni caso non un grande esordio per il ministro dell’Economia. La resa dei… conti.