Top e Flop, i protagonisti di venerdì 11 agosto 2023

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 11 agosto 2023

Top & Flop. I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di venerdì 11 agosto 2023.

TOP

ROMANO PRODI

Romano Prodi (Foto: Canio Romaniello © Imagoeconomica)

Ha dato la rotta e l’ha indicata ancora. E’ una rotta che alle vecchie mappe potrà anche attingere, ma in saggezza più che in meridiani ed in punti fatti col sestante. Romano Prodi è l’indiscusso padre nobile di una concezione del centrosinistra che ha un pregio ed un difetto. E’ bellissima e moderna, ma non ha ancora attecchito al punto tale da essere vincente. A dire il vero il Pd vincente lo si potrebbe anche considerare, ma da tempo e per modo solo su carta.

E’ come quelle ricette che alla lettura da parte di una giuria di chef passerebbero ogni più pignolo esame concettuale. Ma che devono ancora trovare quel mix magico che le rende straordinarie per i palati dei clienti dei ristoranti. Quello che il Pd deve perciò tornare ad essere non è la sua capacità di essere vincente a scatti, ma competitivo sempre. Prima da solo ed in barba ad une legge elettorale che bandisce i soliloqui. Poi in crasi con altri partiti ma più per necessità strategica che per obbligo da astenia. Prodi lo ha detto e in questi giorni che precedono lo stop ferragostano le sue parole sanno anche un po’ di monito.

“Oggi il pullman non basta, oggi nessuno si fermerebbe alle sue fermate. Ma ci sono tanti strumenti”. E per l’ex premier e fondatore dell’Ulivo ci sono dei concetti chiave da sviluppare. “Si possono prendere 10-15 parole di cui parliamo, pace, sanità, immigrazione, si chieda a 15-20 esperti, saggi, di rispondere in rete e poi il Pd va a dire cosa si è concluso”.

Lo scenario è quello delle moltissime occasioni perdute ma non al punto da far perdere ogni speranza di dare all’Italia un certo modo di governare. “Il Pd ha ancora la possibilità di essere perno della trasformazione, ma è un obiettivo che può essere raggiunto solo con spirito unitario, troppe volte mancato.

E le colpe? I dem non ne sono esenti nel complesso, tuttavia “penso che sia l’unico partito che per la sua storia, per i legami interni e per i rapporti che mantiene con tante parti significative della società sia capace di indicare i progetti e i percorsi. Cioè quelli “necessari perché la democrazia torni a essere operante. Non possiamo continuare a essere un partito rassegnato in un Paese rassegnato.

Carica suonata e cavalleggeri assenti.

MASSIMO RUSPANDINI

La notizia nuda e cruda I tre deputati ed i due consiglieri regionali della provincia di Frosinone eletti da Fratelli d’Italia hanno dato vita ad un comitato di indirizzo, promozione e controllo sul ‘Sin Valle del Sacco’, l’area della Ciociaria ad alto inquinamento industriale classificata “di interesse nazionale” e per la quale è stato sottoscritto negli anni scorsi un protocollo tra Ministero dell’Ambiente e Regione Lazio al fine di giungere alla bonifica.

A costituire il comitato di indirizzo sono stati i deputati Massimo Ruspandini, Paolo Pulciani, Aldo Mattia ed i consiglieri regionali del Lazio Alessia Savo e Daniele Maura.

La cosa va letta al di là dell’aspetto concreto, dei risultati che porterà, della contronarrazione che arriverà dal centrosinistra che legittimamente rivendicherà di avere già approvato i progetti e pure affidato gli appalti per la bonifica.

Con questa operazione Fratelli d’Italia trasmette un messaggio di coesione e di unità. Che non è scontata. Affatto. Perché Massimo Ruspandini e Daniele Maura vengono dall’ala storica ed identitaria del Partito, Paolo Pulciani appartiene all’area altrettanto antica ma più mediana, Aldo Mattia ed Alessia Savo sono approdati nel Partito grazie alla nuova visione della destra europea indicata da Giorgia Meloni.

La realizzazione del Comitato è il segnale della capacità di tenere unito il Partito pur nella sua diversità di vedute. Che c’è e rappresenta una ricchezza. A condizione di saper coinvolgere tutti su un unico progetto. Esattamente come in questo caso.

La valle della coesione.

FLOP

GIUSEPPE VALDITARA

Giuseppe Valditara

Un piccolo ma cauto recap sulla proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sulle “scuole aperte anche d’estate per venire incontro alle famiglie”. Di cosa parliamo? Di una proposta che arriva all’acmè dell’estate e che mette la spunta a quello che potrebbe accadere l’estate che verrà.

“Stiamo aumentando il tempo scuola sia con i tutor sia con Agenda Sud. E ci mettiamo dei soldi. Stiamo già lavorando per venire incontro alle famiglie che giustamente chiedono aiuto”. Tutto, chiaro, ma cosa ha in mente di preciso il ministro? “L’idea è quella di garantire ai ragazzi la possibilità di recuperare o potenziare le loro competenze”. E questo “facendo in modo che, anche in piena estate, ci siano spazi di approfondimento, studio, formazione.

Non fa una grinza e vogliamo chiarirlo subito: il modello scolastico estivo non solo è utile, ma è già in atto in quasi tutto l’occidente ed in alcune regioni italiane. Si tratterebbe di una procedura con partecipazione su base volontaria. Il possibile neo è quello della motivazione cardine che il titolare dell’Istruzione ha voluto dare. Il provvedimento andrebbe ad “aiutare in questo modo le famiglie, perché consentirebbe sia di spingere la natalità nel Paese che l’occupazione femminile”.

Ecco, sulla natalità qualche dubbio sopravviene. Perché pensare che si possa decidere di fare più figli solo perché ci sarebbe una maggior copertura didattica pubblica è come credere che se ne facciano di più quando in giro ci sono più gelatai. La denatalità italiana è figlia di ben altri fattori, tutti in punto di economia stretta sì, ma magari più “ficcanti”. Come quel salario minimo ad esempio su cui proprio il governo di cui Valditara è parte attiva nicchia, lancia strali, annuncia incontri (oggi -ndr) e nega legiferati precisi.

Valditara chiosa: “Erano stati stanziati 100 milioni di euro nel biennio. In modo da consentire l’apertura estiva di 2.800 scuole. A quei soldi ne abbiamo aggiunti altri, prendendoli dai fondi contro la dispersione scolastica, e così abbiamo avviato progetti in altri 768 istituti“. Ve bene signor ministro, va tutto bene e ci sono le coperture, ma non parli di natalità. Non è motivo nel novero della questione.

Giusto ma poco a fuoco.