Dissidenti a 5 Stelle: Bellincampi da eretico a ortodosso in una notte

Si allarga il dissenso nel M5S. Non solo sull'accordo con il Pd. Ma soprattutto per il metodo con cui è stato raggiunto. Il caso Bellincampi. E prima ancora la questione Fioramonti.

Lo accusavano di stare troppo avanti: si è ritrovato scavalcato a sinistra. Il consigliere comunale di Frosinone del Movimento 5 Stelle Christian Bellincampi, in una sola notte è passato da eretico progressista a superato conservatore. Alle scorse elezioni Provinciali aveva sfidato i divieti del Partito ed era andato a votare. Ricevendo la minaccia di espulsione per avere aiutato il centrosinistra. (leggi qui «Cacciate dal M5S l’eretico Bellincampi»). Ora il M5S lo ha scavalcato in blocco ed è andato a formare un Governo con il Pd.

Consigliere, ma almeno hanno riconosciuto che aveva ragione lei?

No, nessuna ragione. E neanche delle scuse. Ma si sa, la dignità non si può pretendere da chi non ce l’ha mai avuta. Tanti peones della politica si esprimono soltanto per slogan propagandistici totalmente vuoti di contenuti. I perfetti yes men.

Ce l’ha con i parlamentari locali, con i dirigenti che non l’hanno sostenuta, con chi fino al giorno prima pubblicava sulla bacheca “Parlateci di Bibbiano” e poi la notte hanno dovuto fare pulizia?

Ce l’ho con chi è responsabile di un Partito che poco alla volta ha iniziato a perdere il contatto con il suo mondo, i suoi elettori, i suoi attivisti.

Barillari a Bologna dice no e riunisce i dissidenti del M5S: troppo radicale o è la via giusta?

Davide Barillari ha le sue legittime ragioni per dire No. (leggi qui A Bologna i dissidenti del M5S annunciano: «Sorprese nella tana di Zingaretti»). Soprattutto perché non ci sono processi decisionali trasparenti per decisioni così importanti. Occorreva più trasparenza, più limpidezza sulla votazione che ha deciso per il Si: lo dovevamo al Paese ed al Partito stesso. Sicuramente Barillari soffre anche gli ammiccamenti che Zingaretti sta facendo al gruppo regionale per farlo entrare in maggioranza in pianta stabile. Lo capisco. Non è facile vedersi crescere intorno la ragione della propria delusione.

I segnali c’erano stati e pure molto chiari: ad Anagni il consigliere Fioramonti, uno dei primi eletti nel M5S, è stato anche uno dei primi a lasciare il MoVimento. In largo anticipo addirittura sulla formazione del Governo

Trovo vergognoso per un Partito serio la gestione della vicenda Fioramonti. (leggi qui Il Vaffa di Fioramonti al M5S). Dopo mesi di allarmi lanciati e richieste di aiuto, con nonchalance si rimane a guardare quando nostri esponenti lasciano il Partito. Nessuno che si sia mosso per chiedergli cosa stesse accadendo, per avviare un confronto: sentire la base e poi spiegare. Invece no. Tutti sono rimasti chiusi nella loro torre. Non vorrei che si fossero abituati subito a quella che Barillari a suo tempo definì la Gabbia Dorata. (leggi qui L’ultimo Barillari nella foresta: «Pd peggiore della Lega»)

Rousseau si è espresso, Grillo pure: eppure c’è chi dice no. Le regole che vi eravate dati per impedire il dissenso che fine fanno?

Rousseau si è espresso, ma nel quesito proposto agli iscritti M5S si parlava di governo con PD e non veniva menzionato LeU. Ora, proprio per il dissenso che sta nascendo intorno a questo accordo e per non aver problemi di numeri al Senato, sono stati fatti entrare anche gli esponenti di LeU. Eppure su Rousseau nessuno lo ha chiesto agli iscritti.

Democrazia vera o esercizi di stile?

Spero ancora nella prima.

Insomma, il dissenso è legittimo…

Il dissenso è il sale della democrazia ed è sempre fondamentale per la crescita personale e collettiva in ambito politico. Fortunatamente iniziamo a sperimentarlo anche nel 5 Stelle. Prima le espulsioni erano più “leggere”.

Cosa farete ora?

Posso parlare per il livello comunale, gli altri livelli ci sono ormai praticamente sconosciuti. Continueremo ad impegnarci com dignità e onore per rispettare il mandato che gli elettori ci hanno affidato. Controllare l’operato della maggioranza, proporre alternative e tentare di bloccare potenziali danni. Se esistesse una filiera sarebbe più facile, ma a differenza degli altri livelli, noi consiglieri comunali siamo dei volontari della politica e ciò che ci spinge è solo la passione e l’amore per le nostre terre.

La Lega non andava bene, nemmeno il Pd va bene: ma cosa volete?

Serve una stagione nuova e una classe dirigente adeguata al momento storico e al nostro disastrato territorio.