Abati, vescovi, sindaci e processioni. In Ciociaria torna lo spirito di Peppone e Don Camillo

Le iniziative di Dom Donato Ogliari, Ambrogio Spreafico e Gerardo Antonazzo. Le processioni solitarie di Roberto De Donatis e Tommaso Ciccone. La benedizione e la fascia tricolore contro il flagello del Coronavirus

L’ultima in ordine di tempo l’ha descritta proprio Alessioporcu.it. In questo modo: «La tradizione lo vuole sempre accompagnato da un cane. Che tra i denti stringe un pane. Pochi sanno che San Rocco di Montpellier è il santo invocato fin dal Medioevo come protettore dal terribile flagello della peste. A lui questa mattina si è rivolto Roberto De Donatis, il sindaco di Sora: città della quale il santo è patrono. In rappresentanza di tutti i fedeli della città Roberto De Donatis ha invocato la protezione del patrono San Rocco contro la moderna pestilenza che sta flagellando il mondo. Poi ha raggiunto il palazzo comunale per l’aggiornamento quotidiano via web ai cittadini, con le ultime notizie sul fronte sanitario e le raccomandazioni». Inevitabili polemiche politiche e non solo. Ma ai tempi della pandemia Covid-19, oltre alla scienza è importante la fede. La religione. (leggi qui Covid-19: il sindaco a messa invoca la protezione di San Rocco contro le pestilenze).

Il sindaco di Pofi Tommaso Ciccone durante la processione

Qualche giorno fa a Pofi «benedizione del paese da parte del parroco don Giuseppe Said, con la reliquia di San Giovanni Paolo II, accompagnato dal sindaco, Tommaso Ciccone». Con Ciccone che ha specificato: «Da soli, rispettando la distanza di sicurezza, nel paese deserto». E’ tornata l’Italia di Peppone e Don Camillo? Magari.

Quella era un’Italia ruspante ma forte. E sul piccolo schermo imperversava il genio di Guareschi, interpretato da Fernandel e Gino Cervi. E un paesino sperduto sulle rive del Po, Brescello (mai citato però nei libri di Guareschi), guadagnò gli onori nazionali. In realtà il connubio politica-religione va avanti anche in tempi normali. Qualche mese fa il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani era in prima fila (come sempre) durante la processione di San Gerardo.

Adesso naturalmente il contesto è diverso. C’è stata la passeggiata solitaria di Papa Francesco per le vie di Roma. C’è stata l’iniziativa dell’abate di Montecassino dom Donato Ogliari. Sempre Alessioporcu.it: «È lui ad uscire dalla cripta dov’è custodita la reliquia di San Benedetto da Norcia: il monaco eremita, il pio che i confratelli tentarono di avvelenare con una coppa di vino, il santo che predicava di pregare e lavorare, il patrono che salvò il sapere di tutto il l’occidente moderno attraverso i suoi amanuensi che replicarono e custodirono i volumi fondamentali del nostro pensiero. Stringe quella sacra reliquia dom Donato e sale nella parte più alta dell’abbazia. Si affaccia dalla loggia da cui si vede tutta la vallata per chilometri e chilometri. Solleva la reliquia e sommessamente inizia a pregare, affidare, benedire». (leggi qui Covid-19, l’abate benedice dalla loggia con la reliquia di San Benedetto: mai accaduto).

Roberto De Donatis durante la messa di affidamento a San Rocco

Ci sono state le preghiere e le iniziative dei vescovi Ambrogio Spreafico e Gerardo Antonazzo. Ma anche nei Comuni i sindaci si sono mobilitati. Perché? Non è una mossa elettorale. Non ci sono elezioni all’orizzonte. E non è una mossa per richiamare gente. Bisogna starsene a casa. E’ un segnale che la politica partecipa al sentire dei cittadini, coinvolgendo un bene che forse qualcuna pensava sulla via dell’estinzione: la fede.

Peppone e don Camillo hanno rappresentato le due facce della stessa medaglia. Un’Italia grezza e orgogliosa che si vorticava nell’impegno politico e nella religione. Un’Italia dove la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista avevano quasi l’80% dei consensi. Oggi è tutta un’altra Italia. Ma se recupera lo spirito di Peppone e don Camillo, se riscopre le proprie origini e i santi patroni, allora dopo veramente si può provare a cambiare molto.