Chi vince e chi perde nella nuova Giunta Rocca

Chi vince e chi perde a Frosinone con la nuova giunta di centrodestra che da oggi governa il Lazio. Come va letta la nomina di Ciacciarelli. Il successo di Ruspandini. La cambiale aperta per Tagliaferri. Il capoluogo che perde

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

È stato un travaglio piuttosto lungo e difficile quello che questa mattina è culminato nel parto della giunta regionale del Lazio. Sintomatico, da un lato, dell’importanza dell’ esecutivo regionale.  Dall’altro, che le fibrillazioni nei Partiti, nel caso di specie quelli del centro destra, non sono mancate. E non mancheranno nemmeno nelle prossime settimane. (Leggi qui: Via alla giunta di FdI con cui Rocca guiderà il Lazio).

La dimostrazione si avrà quando bisognerà nominare i vertici delle varie società regionali: Astral, Cotral, Lazio Crea, Arsial su tutte. Segno che la “poltrona” ingolosisce ancora tanto e tutti.

Innanzitutto la foto della nuova Giunta. Sei assessori sono andati a FdI: ma per dirla con la linea tracciata da questo giornale sono sette in realtà gli assessori presi dal Partito di Giorgia Meloni. Perché sono 6 in Giunta ed uno ad interim, a meno che non si voglia scorporare la Sanità dalle competenze regionali. Due assessorati vanno alla Lega e due a Forza Italia: cinque donne e cinque uomini, in rappresentanza di 4 delle 5 le province laziali; Viterbo verrà ristorata con il Capogruppo FdI. In realtà dovevano essere di 3 province: ma il nome di Fabio Tagliaferri ha provocato vere crisi isteriche nella Federazione di Frosinone, corsa subito a perorare le legittime rivendicazioni del reatino, ben lieta di rinunciare ad un assessore per nulla omologato all’attuale gruppo dirigente.

A Giunta ufficializzata è ora possibile fare un’analisi su chi vince e chi perde, anche in relazione Comune di Frosinone.

Perché vince la Lega

Vince sicuramente la Lega. Ma quale? In primis quella del coordinatore regionale Claudio Durigon, riuscito a far passare il principio del 6-2-2 davanti alle pretese di una FdI cannibale che si è seduta al tavolo delle trattative rivendicando un 7-2-1, più sempre l’interim alla Sanità.

Poi quella non ufficiale che fa riferimento all’ex presidente d’Aula Mario Abbruzzese, tessitore con discrezione del dialogo con Forza Italia per un asse non ufficiale ma parallelo a quello di Durigon.

Vince Pasquale Ciacciarelli: al di là dei tanti padri che accompagnano da sempre il successo, su oltre 14mila schede elettorali in provincia di Frosinone è stato scritto il suo nome. Così tante che nemmeno a Roma hanno potuto parlare: il primo degli esclusi nella Capitale sta poco sopra i 10mila voti.

In seconda fila, proprio dietro ai nuovi assessori, in Sala Tevere questa mattina c’era l’onorevole Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale della Lega. È a pieno titolo uno dei vincitori: sulla nomina di Pasquale Ciacciarelli ad assessore, peraltro con deleghe importanti quali l’Urbanistica e le Politiche abitative, ha puntato tutto. Non poteva fare altrimenti.

Pasquale Ciacciarelli e Claudio Durigon (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Era impensabile per l’onorevole Ottaviani continuare a fronteggiare praticamente da solo il potenziale strapotere di Fratelli d’Italia, che vanta 3 parlamentari e 2 Consiglieri regionali del territorio. Con Ciacciarelli assessore regionale, la situazione si è riequilibrata e di molto tra Lega e FdI in Ciociaria. E in un futuro non molto lontano si potrà anche discutere di leadership del centrodestra provinciale, praticamente ad armi pari. Per lo stesso motivo vince anche il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli, civico in quota Lega: con Ciacciarelli in Giunta avrà una interlocuzione importante e privilegiata.

E dove vince Fratelli d’Italia

Vince Fratelli d’Italia. Non solo perché il Partito (che a Frosinone è il primo) ha fatto praticamente cappotto con 6 assessori (più la Sanità ad interim), tutti di peso, più il presidente del Consiglio Regionale e più il vice presidente della Giunta.

Il gruppo maggioritario in provincia di Frosinone che fa riferimento all’onorevole Massimo Ruspandini ha sventato la nomina di Fabio Tagliaferri ad assessore. Che avrebbe rappresentato un problema. Non sul piano personale o del potere sul territorio: ma sul piano politico. Perché Tagliaferri non fa parte del gruppo storico, che si sarebbe sentito svilito davanti alla scelta di un esterno come assessore dopo avere coltivato per anni FdI portandola da percentuali simili a quelle del preffisso telefonico a quelle europee di oggi.

Sul piano Comunale, Ruspandini assesta un colpo fondamentale. Fa parte della cordata con la quale il sindaco di Frosinone dovrà dialogare per qualsiasi cosa dovesse occorrere al Capoluogo in Regione Lazio. Di fatto, potrà esercitare un potere potenziale di dialogo e di negoziazione con la Regione, addirittura superiore a quello del Sindaco. E lo farà pesare. Questo è sicuro.

La cambiale per Frosinone

Alessia Savo e Francesco Rocca

Vero che Fratelli d’Italia di Frosinone paga il peggiore risultato tra quelli delle altre province nel Lazio e per questo non ha avuto un assessore. Ma questo non significa che conterà meno degli altri in Regione. Anzi, non essersi messa di traverso davanti alle aspirazioni del coordinatore regionale Paolo Trancassini per avere un assessore a Rieti (quello tolto a Tagliaferri) ha aperto una cambiale in bianco per i consiglieri Daniele Maura ed Alessia Savo. Infatti, FdI potrà piazzare domani nella prima seduta d’Aula, uno di loro nell’Ufficio di Presidenza del Consiglio: il massimo organo collegiale e di rappresentanza del Consiglio.

Per essere chiari: è li che vengono decisi anche i finanziamenti da destinare ai Comuni per le manifestazioni. Tanto per intenderci.

In FdI poi vince anche il coordinatore cittadino Fabio Tagliaferri, nonostante una visione superficiale possa dare l’impressione di una sconfitta per l’assessorato tolto all’ultimo minuto. La sua mancata nomina determina una apertura di credito “politico” quasi illimitato all’interno del Partito. Perché Tagliaferri era stato costretto a fare un passo di lato, in favore di dell’ex deputato Antonello Iannarilli,  quando si è trattato di depositare la lista dei candidati al Consiglio. E si è sacrificato anche quando è stato il momento di indicare il candidato sindaco di Frosinone. Non è un caso che ieri nel posto in cui ribadiva la lealtà al Partito abbia citato Arianna Meloni.

La cambiale Tagliaferri

Fabio Tagliaferri (Foto: Stefano Strani)

È chiaro che  Tagliaferri adesso sta a credito nei confronti del suo Partito. Una cambiale che l’assessore ai Servizi Sociali del comune di Frosinone porterà all’incasso, al momento opportuno. In politica bisogna saper aspettare. Non a caso oggi, nei minuti in cui veniva ufficializzata la giunta, sulla sua bacheca scriveva: “Nessun rancore e tanta voglia di ripartire per il bene della Ciociaria e per la costruzione di un modello di Partito plurale che rappresenti totalmente la maggioranza relativa della nostra Provincia”.

È l’indicazione a quel ‘partito plurale’ a togliere il sonno alla vecchia guardia. Perché ribadisce il fatto di essere espressione di una nuova “sensibilità” all’interno del Partito. Area che si ritiene alternativa, in futuro più o meno prossimo,  alla attuale leadership dell’onorevole Ruspandini.

Vince, o almeno potrebbe vincere domani, anche il Partito Democratico della Federazione di Frosinone, qualora la Consigliera Sara Battisti dovesse essere eletta nell’ufficio  di Presidenza, come Consigliere Segretario in quota all’opposizione.

Vale per Sara Battisti quanto detto per Maura o Savo o per chiunque, per la maggioranza o per la minoranza, entra a far parte dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio. E’ un ruolo assolutamente importante e di peso per il territorio.

Chi perde

Foto © Stefano Strani

Perde, anche questa volta, la città di Frosinone per l’incapacità di fare squadra. Se il Capoluogo avesse avuto una propria specifica e riconoscibile rappresentanza, nell’esecutivo regionale, sarebbe stato veramente un grande risultato per la Città. Perché una cosa deve essere chiara: Frosinone città nemmeno questa volta ha un assessore. Da tantissimi anni, il capoluogo affida la sua rappresentanza regionale delegata ad altri Comuni della Ciociaria. In questo caso all’ottimo Pasquale Ciacciarelli; ad Alatri nello specifico, negli ultimi 10 anni: con Antonello Iannarilli ai tempi di Storace e Mauro Buschini poi ai tempi di Zingaretti.

Sarebbe stata una grande vittoria, anche  per la stessa amministrazione Comunale. Invece si è giocato come al solito a traversone. E non ha alcuna importanza se l’assessore regionale in petcore si chiamasse Fabio Tagliaferri o Mario Rossi; e il partito che ha giocato a perdere su Frosinone, Pizza e fichi piuttosto che Fratelli d’Italia. Non è questione di nomi di persone o di Partito. E’ questione di mentalità radicata, sbagliata e miope.

Continuando così  il Capoluogo fatica, e faticherà sempre in futuro, ad assumere il ruolo di leardeship, non solo politica, ma strategica. Che invece dovrebbe avere per tutto il territorio. In attesa che qualcuno lo capisca. A destra come anche a sinistra.