Ciani pronto a candidarsi. E Sassoli conferma il suo No

Sempre più complicato il mosaico delle candidature a Roma. In giornata il presidente del Parlamento Ue Sassoli ha ribadito l'indisponibilità. Che invece ha dato Paolo Ciani, consigliere regionale e volto storico del Sant'Egidio

Nero su bianco, la sua disponibilità l’ha affidata alle pagine del quotidiano Avvenire. Proprio nelle stesse ore in cui il presidente del Parlamento Ue confermava che non intendeva sbarrargli la strada con una propria candidatura. Paolo Ciani, volto storico della Comunità di Sant’Egidio e consigliere Regionale del Lazio nell’amminstrazione di Nicola Zingaretti, è pronto a scendere in campo per le Comunali di Roma.

Ciani, io ci sono

Paolo Ciani (Demos). Foto © Stefano Carofei / Imagoeconomica

Sono pronto a correre alle primarie per il candidato sindaco di Roma. Una candidatura che intende aggregare le tante realtà che non si sentono rappresentate in politica, ma non si rassegnano all’individualismo. E per restituire alla Capitale d’Italia una visione, un ruolo internazionale, culturale, religioso“. Paolo Ciani è consigliere di Democrazia solidale, il progetto che nell’ultimo periodo ha visto il ritorno dei cattolici in politica ad ogni livello. Dietro alla sua disponibilità c’è quella dell’intero ambiente che rappresenta.

Ad Avvenire ha spiegato di averne già parlato con Nicola Zingaretti. “Della nostra volontà di partecipare alle primarie come Demos sì, del mio impegno personale ancora no”.

Ha atteso prima le risposte dei nomi che erano usciti. “Nomi importanti e unitivi come Enrico Letta e David Sassoli si sono tirati indietro. Ma se si tirano fuori nomi importanti e tutti dicono di no è umiliante per la città, perché si sa che governare Roma rischia di bruciarti”.

A Roma serve un’anima

Virginia Raggi © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Con lui è pronto a mobilitarsi il Sant’Egidio ed il suo mondo. “Io parlo con grande umiltà e senso della misura.

«Dopodiché, oggi ho 50 anni. E da quando ne avevo 14 con Sant’Egidio opero nelle periferie di Roma, accanto alle varie povertà, con la vita reale, con tutte le sue gioie e bellezze e i dolori e le difficoltà. In questi anni abbiamo acquisito una grande esperienza della città e dei cittadini. E quindi penso di dovermi mettere in gioco. E dopo le varie rinunce, presumo si andrà alle primarie».

Paolo Ciani ha già una mission ben chiara per Roma. Ad Avvenire ha spiegato che intende «Restituire alla Capitale d’Italia una visione, un ruolo internazionale, culturale, religioso (Roma è il centro della cristianità). Non solo gestione del quotidiano, insomma, ma la città deve ritrovare la sua anima».

Se c’è un nome importante e capace di aggregare ben venga. «Il nome importante va deciso insieme alla coalizione, perché il centrosinistra vince solo se resta unito. Un accordo va trovato insieme. Se non si trova, allora è bene ricorrere alle primarie».

Ciani non ha dubbi. Virginia Raggi rappresenta “il fallimento del grande cambiamento annunciato dai 5 stelle a Roma: è stata una grande frustrazione di tanti sogni e aspettative dei romani. Purtroppo non c’é stato un miglioramento tangibile in nessuno dei grandi problemi della città. Ma io vedo molta fiducia nei cittadini che vedono persone come noi direttamente impegnate a risolvere i problemi di cui parlano“.

Sassoli conferma il no

© Imagoeconomica Genevieve ENGEL

Per un’ora venerdì sera si è pensato che il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli avesse revocato la sua indisponibilità a candidarsi. Cosa poi smentita dal suo portavoce. Un no alla candidatura confermato anche oggi. (leggi qui “Sassoli apre alla candidatura”: ma il presidente Ue nega).

«Il voto per le regionali è importantissimo. Non voglio entrare nella battaglia politica. Sono dentro il sistema istituzionale europeo e il terminale di tante risorse che arrivano per i nostri territori. Possiamo lasciare le nostre Regioni nelle mani di chi vuole dividere l’Europa?».

Così, in un colloquio pubblicato da Immagina il presidente David Sassoli, intervenuto alla Festa nazionale dell’Unità di Modena. E a proposito del cambio di passo registrato in Europa con il Recovery Fund come risposta all’emergenza Covid Sassoli è stato chiaro. «L’Europa ha capito che le crisi non si possono affrontare da da soli. È un risultato costruito in un anno di lavoro, in cui abbiamo messo al sicuro le istituzioni europee. Anche grazie all’apporto fondamentale del Partito democratico».

A proposto delle voci di una sua possibile candidatura a sindaco di Roma, Sassoli smentisce seccamente. «Ringrazio chi ha pensato al mio nome, ma ho iniziato un anno fa una importante battaglia per cambiare l’Europa e per renderla più forte. Un lavoro che è appena agli inizi e che è impensabile venga interrotto adesso. Inoltre non sarebbe una scelta rispettosa dell’istituzione che rappresento»