Da Gaeta a Bruxelles: fatto il Ministero, urge Piano del Mare

A Roma gli Stati Generali di Unioncamere e Assonautica sull'Economia Blu con i Ministri Musumeci (Mare) e Urso (Made in Italy). Briosa la moderatrice De Girolamo: «A Gaeta ci vedevano come marziani, ora il Ministero è realtà». È la consacrazione del Golfo come porto d'Europa: dal Manifesto Smart alle nuove Politiche del Mare. Carta bianca ad Acampora: incontrerà Metsola

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Nello Musumeci, al timone del nuovo Ministero al ramo, ha annunciato stamane che «l’Italia avrà un Piano triennale del Mare, un foglio bianco su cui tutti noi abbiamo il diritto e il dovere di scrivere qualcosa». Con quel “noi” il Ministro delle Politiche del Mare, novità del Governo Meloni, si è rivolto a Unioncamere e Assonautica: l’Unione delle Camere di Commercio e l’Associazione Nautica Italiana.

Il grande annuncio è arrivato dagli Stati Generali di Roma Capitale, dalla sede nazionale di Unioncamere, ma ruota tutto attorno al Golfo di Gaeta. È da lì che, nel luglio 2022, la Camera di Frosinone e Latina ha fatto partire il Decimo rapporto sull’Economia del Mare: facendo scuola in Europa. È da lì che i prossimi 25, 26 e 27 maggio verrà presentato l’undicesimo report realizzato da Unioncamere e Centro Studi Guglielmo Tagliacarne.

Nel mentre sono state dettate le linee guida, siglate con le lettere dell’anglicismo Smart: S come Sistema, ovvero le Filiere; M come Moltiplicatore, ossia la forza moltiplicativa dell’Economia del Mare; A come Articolazione territoriale, il valore della Blue Economy nei territori; R come Resiliente, che ricorre a fronte del costo della pandemia; infine la T di Tecnologia, per la scommessa Green delle imprese Blu.  

Europarlamento, ecco il Patrocinio

Roberta Metsola (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Il Rapporto sulla Blue Economy è stato realizzato per conto della Camera ciociaro-pontina e della sua Azienda speciale: InForMare, che si occupa al contempo di Internazionalizzazione e Formazione. Il secondo Summit Blue Forum Italia Network, ora che il Rapporto è ormai Best Practice dell’Ue, godrà persino dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo. (Leggi qui Stati Generali coi Ministri: ci sta il mare fuori)

Lo ha ufficializzato Salvatore De Meo, presidente della Commissione europarlamentare per gli Affari Costituzionali, per conto della presidente maltese Roberta Metsola. L’ultima volta si era collegata proprio la Presidente con il Blue Forum di Gaeta, definendola «una grande occasione di incontro per collaborare, lavorare insieme, autorità e cittadini, verso una transizione ecologica, per un’economia del Mare sostenibile».

La presidente Metsola aveva garantito: «Il Parlamento Europeo è con voi». Con quel “voi” si era rivolta anche lei ai vertici di Unioncamere e Assonautica, Andrea Prete e Giovanni Acampora, anche presidente della Camera di Commercio di Frosinone e Latina: che, senza troppi campanilismi, sarebbe stata quella del Basso Lazio. (Leggi qui: Blue Forum, il X Rapporto: un mare che moltiplica e ridisegna i confini)

Acampora incontrerà Metsola

Giovanni Acampora (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

L’impegno della presidente Roberta Metsola è concreto. A marzo riceverà il presidente Giovanni Acampora a Bruxelles «per poter condividere – ha riportato il portavoce De Meo – analisi e prospettive sull’Economia del Mare e rafforzare il legame del Blu Forum nazionale con quello europeo». Il “Blu Forum nazionale” è quello di Gaeta, fondato sul Rapporto stilato dal Centro Studi coordinato da Fausto Esposito: «Alexander Pope, poeta inglese del Settecento che riportava Omero e le sue storie di mare – così, concludendo con la citazione alta -, scrisse che il mare unisce i paesi che separa».  

Anche Antonello Testa, coordinatore di InForMare, ha espresso estrema soddisfazione: «Il nostro Rapporto è diventato patrimonio del cluster marittimo e autorevole punto di riferimento per le istituzioni italiane ed europee». What else? «Stiamo lavorando a nuovi strumenti – ha prospettato -. L’Economia del Mare è un settore molto complesso, serve mettere insieme tutte le sue sfaccettature. Sono tante imprese diverse che vivono della stessa risorsa sullo stesso spazio, creando anche conflitti a livello turistico».

Nel 2023, a proposito di nuovi strumenti, sarà lanciata anche la Trend Academy dell’Economia del Mare: «Servirà a seguire i fenomeni evolutivi, intercettare l’evoluzione del mercatore, per fare in modo di accompagnare gli imprenditori verso investimenti giusti, diminuendo i rischi al minimo». In base ai dati, messi come sempre a disposizione di tutti, dicono ormai anche se conviene o meno buttare soldi su un progetto.

L’Europa si orienta al Mare Mediterraneo

Adolfo Urso (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Ebbene sì: il pontino Giovanni Acampora, prendendo quella carta bianca data dal Ministro Musumeci, incontrerà la presidente del Parlamento Europeo affinché dal Manifesto di Gaeta nasca un vero e proprio Piano nazionale per il Mare. Quello che ci chiede l’Europa e serve all’Italia: perché ci sta quasi tutto mare fuori.

Da oltre un anno c’è anche il triste diario dell’invasione della Russia in Ucraina, una guerra nel cuore d’Europa. Si stanno decidendo, com’è abituata a fare l’umanità, i nuovi assetti mondiali. A detta del Ministro Adolfo Urso, intervenuto assieme al collega Musumeci, non tutti i mali vengono però soltanto per nuocere.

«È in corso un atto geopolitico di cui bisogna prendere atto – così il titolare del dicastero per le Imprese e il Made in Italy -. L’Europa, mentre si è alzato un altro muro drammatico con l’Europa orientale, si è resa conto che deve orientarsi verso l’Europa mediterranea, anche e soprattutto verso l’Italia». Per ora la Presidente del Parlamento Europeo, per non saper né leggere né scrivere, si orienta verso il Golfo di Gaeta.  

Dopo il Mare, anche lo Spazio?

Nello Musumeci (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

«L’economia del futuro saranno quelle del mare e dello spazio – ha allargato il giro il Ministro Musumecidove l’Italia ha esperienza e importanti saranno le grandi risorse marittime e spaziali». Chissà, magari ci sarà anche un Ministero dello Spazio prima o poi per sostenere le eccellenze italiane nel comparto aerospaziale. Per ora, oltre al connubio tra Imprese e Made in Italy, ha sfornato il Ministero della Protezione Civile e delle Politiche del Mare.

Nel mentre il Ministro del Mare vuole un’ondata di Formazione: «Abbiamo bisogno di formare nuove leve – così Musumeci -. Confindustria denuncia la mancanza e la ricerca di centinaia di migliaia di lavoratori e al tempo stesso l’impossibilità a poterli reclutare».

A ruota la lezione che, secondo lui, devono imparare le nuove generazioni: «Abbiamo tutti da spiegare ai giovani che il camice bianco di un primario ha la stessa dignità di una tuta sporca di un meccanico. Noi per 30 anni abbiamo delegittimato il lavoro manuale». Ossia la questione che vorrebbero fare tutti i medici e nessuno l’operaio.

La tuta sporca come il camice bianco

Andrea Prete, Nello Musumeci e Giovanni Acampora (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Le parole di Musumeci vanno a sommarsi in materia di Lavoro alle recenti dichiarazioni di Francesco Lollobrigida, Ministro della Sovranità Alimentare «Ai giovani consiglio di lavorare in agricoltura, oggi una passione diventa anche economicamente vantaggiosa». Anche rispetto al mismatch, lo squilibrio tra domanda e offerta di lavoro accentuato dalla carenza di competenze, la di Cciaa ciociaro-pontina fa qualcosa nel suo piccolo. (Leggi qui Il 2022 dell’industria e Un corso anti mismatch: da disoccupati ad autisti di camion e bus).

In conclusione c’è tutta la massima soddisfazione di un Acampora che sottolinea: «Credo che nella vita occorrano sacrificio, voglia di fare, passi indietro quando necessari, per raggiungere risultati. Dobbiamo contribuire tutti quanti insieme a sviluppare una strategia marittima per la nostra nazione. Che sia diversa dal passato, coinvolga pienamente le Camere di Commercio. Che a loro volta devono coinvolgere assolutamente le associazioni datoriali. Quando si fanno tutti insieme, con questo modello di condivisione, le cose riescono».

Ancora prima il commento generale di Andrea Prete, presidente di Unioncamere: «Diciamola tutta, questo è un Paese che a un certo punto la Nautica l’ha odiata. Veniva vista come una roba di ricchi. I ricchi andavano puniti e la Nautica è stata martellata, al punto di mettere in ginocchio un settore che dà lavoro a tantissima gente».

Prete e la barca chiamata “Evasione”

Andrea Prete e Giovanni Acampora (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Il leader delle Camere di Commercio, d’altro canto, ha raccontato però un aneddoto: «Una volta sono andato a fare una vacanza in Montenegro. C’erano tante barche e parlavano tutti italiano. Mi colpì particolarmente il nome di una barca: si chiamava Evasione. Quella era l’atmosfera che si respirava in quella stagione». Ora sentono che si sta finalmente voltando pagina con il Ministero del Mare, quello invocato da Gaeta e introdotto dal Governo Meloni.    

Adolfo Urso, Ministro del Made in Italy, alla fine ricorderà: «Nella scorsa legislatura avevamo presentato un disegno di legge per la costituzione del Ministero del Mare, ma la memoria mi giocava brutti scherzi, visto che avevo dimenticato di essere stato il promotore di un’apposita costituzione sin dal lontano 1995, da capogruppo della Commissione Trasporti».

Urso l’ha ideato e Musumeci lo conduce: «Sicuramente la persona giusta – ha esternato subito dopo il Ministro del Made in Italy, non facendo pensare a risentimenti -. È più che competente in materia vista l’esperienza alla guida di una regione come la Sicilia, un’isola». Cos’è il Made in Italy secondo il Ministro? «Cultura, creazione, arte, produzione, arte. Per questo abbiamo dedicato una serie filatelica anche alle Città di Mare, dedicata al Ministero, attraverso cui vedere passato, presente e futuro nel mare».  

«A Gaeta sembravamo marziani»

Nunzia Di Girolamo (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Della visione di Gaeta ne ha parlato inizialmente l’ex politica Nunzia Di Girolamo, che con la sua conduzione ha dato brio agli Stati Generali: «Quando abbiamo parlato a Gaeta di un Ministero del Mare, sembravamo un po’ dei marziani – ha esordito la già ministra forzista delle Politiche Agricole nel Governo Letta -. Poi c’è stata l’evoluzione politica, è arrivato il Presidente Meloni e il Ministero è diventato realtà, con un pizzico di follia». A margine il simpatico siparietto tra Acanfora e De Girolamo, come l’ha chiamata scherzosamente lui dopo che lei ha sbagliato il cognome, pur conoscendolo ormai bene. 

Il presidente Prete, per conto delle Camere di Commercio d’Italia, ha chiesto infrastrutture: «Non siamo ancora la prima meta europea raggiunta dal turismo, pur con una delle leve dell’Economia Blu, con il 40% di presenze turistiche e il 31% di ricettività legate al mare, 225mila aziende e 921 mila addetti. Non siamo ancora primi, ma potremmo esserlo facilmente».

La vera missione del Governo Meloni, a detta sua, sta però nella semplificazione e nella sburocratizzazione. Anzi «una sburocratizzazione forte, energie alternative, un ambiente pulito, l’indipendenza energetica. Non può essere che nel 2018 sono stati presentati mille progetti di impianti alternativi e ne è stato approvato soltanto il 19%».

Erano semplicemente visionari

La presidente Metsola in collegamento con Gaeta per il Blue Forum 2022 (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Il leader di Unioncamere Prete si è anche unito al coro di lamentele per «il disallineamento della Formazione rispetto alle esigenze di personale competente, mentre noi puntiamo però sugli ITS». Sono gli Istituti Tecnici Superiori. Se a Frosinone è stato realizzato il primo Meccatronico del Lazio, Gaeta può vantare un Meccatronico del Mare: ovvero una Scuola superiore di Tecnologia per il Mare.

Acampora, presidente di Assonautica, ha parlato di un percorso avviato da ormai dieci anni: «Chiedevamo un coordinamento delle politiche del Sistema Mare in una visione unitaria, trasversale rispetto alle diverse filiere, diverse ma interconnesse tra di loro. Il sistema camerale è sicuramente cambiato, ridefinendo asset e strategie, ma anche il panorama istituzionale. Oggi la nascita del Ministero dà concretezza agli sforzi fatti in questi anni».

Da Gaeta partì, come l’ha definito lo stesso presidente della Camera di Frosinone e Latina, «un progetto visionario, una risposta a una sfida della Commissione Europea, passare da Economia Blu a Economia Blu Sostenibile». Ormai, a parte la carta bianca a livello nazionale ed europeo, sta per nascere il Comitato interministeriale per l’Economia del Mare: per scrivere insieme il Piano triennale. Acampora voleva e vuole «una nuova missione strategica marittima per la nostra cara nazione».

Italia, Mare, Made in Italy

Nello Musumeci (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Anticipando Adolfo Urso, Mister Made in Italy, anche Musumeci si è calato nella geopolitica: «In un Mediterraneo che cambia, non più di frontiera ma di cerniera, noi italiani possiamo giocare un ruolo da protagonisti. Senza supponenza, egoismo e superbia, bensì la presunzione che, se mettiamo a sistema riforme e potenzialità, possiamo andare oltre».

C’era tanto Mezzogiorno al tavolo dei relatori, ci si è anche scherzato un po’ su con i colleghi settentrionali. «Sono convinto che il Sud degradato diventi zavorra anche per il Nord – ha esclamato l’ex presidente della Regione Sicilia -. Ma è meraviglioso pensare che, attraverso mari e porti, il Sud possa migliorare la propria condizione. Quindici anni fa nessuno avrebbe scommesso un centesimo sul Ministero, fatto di rilevante novità».

E con il suo consueto savoir faire, «da meridionale, ma non meridionalista piagnone», ha poi aggiunto: «Vengo da una regione, la Sicilia, che non ha coniugazione al futuro, un popolo abituato a vivere il presente. In Italia è mancata una seria programmazione delle politiche del mare, che potesse guardare al Mediterraneo».

Il Ministro del Mare ne è certo: «Con il Presidente Meloni apriamo dialoghi con potenze internazionali sinora snobbate da una politica europea sempre più strabica e distratta, che guardava verso Ovest o Est». Ora guarda anche e soprattutto al Sud, all’Italia: «Abbiamo il dovere – ha accentuato Musumeci – di guardare al Mediterraneo».

L’Europa, intanto, guarda al Golfo di Gaeta.