Fiscalità di vantaggio ed imprese rosa: il meme di Confimprese con Schlein

La prosa di Guido d'Amico al posto della semplice "poesia" di un evento politico. Per puntare allo sviluppo anche senza le Zes

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

La mission resta quella: rimettere, ove possibile, la politica in asse con i sistemi produttivi del Paese reale. E farlo senza sconti, passando l’evidenziatore sulle pagine di agende che troppo spesso sono o concettuali oppure deboli su quei temi che maggiormente possono fare sistema nell’economia italiana. Non è un continuo tentativo di aggiogare l’economia alla politica scordando che non potranno mai essere perfettamente complementari. E’ solo un nodo al fazzoletto che certa politica si è fatta da tempo ma dopo aver riposto il fazzoletto così in fondo che alla fine non è spuntato (quasi mai) più fuori.

Insomma, nessuno tira più fuori i tomi di Keynes quando chiede ad un politico di risolvere problemi di produzione, ma tutti sanno più o meno che ci sono temi ed ambiti che vanno affrontati subito. Temi come quelli che oggi sono mezza croce per una Provincia di Frosinone o una Provincia di Latina che sono state escluse dalle Zes, le Zone economiche speciali in cui si applicano importanti sconti sulla fiscalità. E che in virtù di questo mancato game-field rischiano di pagare un pegno altissimo nella loro veste di siti appetibili per gli investitori.

Frosinone e Latina fuori dalle Zes: è un guaio

Elly Schlein durante il suo intervento all’Aula Pacis

Nel settore delle Pmi il problema è molto più che rilevante, ed il solo tema “cardine” della grande industria non basta a dare la cifra di quel che si rischia. Guido D’Amico questo lo sa benissimo, lo sa perché la sua è una battaglia molto più antica di quanto il passato prossimo non abbia già tristemente accertato. Da tempo Confimprese Italia denuncia come manchino soluzioni mirate per ridare ossigeno ai piccoli e micro imprenditori. E come quelli di Ciociaria e Pontino siano a rischio. Perciò il presidente nazionale ha colto un’occasione irripetibile ed ha deciso di parlarne ufficialmente con Elly Schlein.

Lo ha fatto quando la Segretaria del Partito Democratico è giunta a Cassino qualche giorno fa nell’ambito dell’iniziativa “L’Europa che vogliamo”. La leader Dem ha fatto i compiti: ha cazziato il governo Meloni ed ha elogiato Enzo Salera, poi ha messo l’Europa e le Europee di giugno al centro della griglia di target. Ecco, è esattamente questo il momento in cui si sostanzia l’azione di uomini come D’Amico. E’ il momento in cui retorica e spot arretrano ed arriva uno che, dopo chili di poesia, ti mette la prosa in faccia. (Leggi qui: La benedizione di Elly su Salera: “A Cassino hai lavorato bene”).

Dopo la poesia la prosa: di Guido D’Amico

Guido D’Amico (Foto: Paolo Cerroni / Imagoeconomica)

E ti spiega che è proprio l’Europa che da sempre norma precisi paletti alla fiscalità di vantaggio. Che significa? Che da un lato ci sono sistemi produttivi e terre che, esclusi dalle Zes, potrebbero aggrapparsi come soluzione succedanea alle Zls. Dall’altro c’è Bruxelles che a quelle soluzioni pone vincoli rigorosi. Il tema è questo: la possibilità di prevedere speciali esenzioni, deduzioni ed agevolazioni in materia di imposte e tasse in favore di territori e regioni svantaggiate esiste, ma esistono anche i vincoli europei.

C’è un dato che forse è passato troppo sotto tono: L’Europa può sia normare sull’istituzione di zone a fiscalità eccezionale che fare il contrario, cioè “condizionare l’autonomia impositiva di Regioni ed Enti locali”.

Lo si era visto quando le Zes normate avevano investito le regioni del Sud ma non il Basso Lazio. La Pisana si era sperticata ed erano partite iniziative per correre ai ripari. Tuttavia Roma Capitale è troppo economicamente attrattiva e “fa curriculum” sui sistemi produttivi della Regione in cui sta. Alza la media e per questo Ciociaria e Pontino si trovano fuori insieme a tutto il Lazio. Scorporare solo il Lazio Sud? Impossibile, per l’Ue lo scenario minimo su cui fare considerazioni sono le regioni.

Sistemi produttivi locali a terra

Foto © Stefano Strani

Perciò Frosinone e Latina erano andate a ramengo in un momento in cui i sistemi produttivi di entrambe sono al lumicino.

Il quadro di insieme è quindi difficile: Bruxelles secondo principio ammette la possibilità di concedere, da parte degli Stati, aiuti economici (anche in forma di sgravi ed esenzioni) volti a favorire e sostenere lo sviluppo di determinate aree e regioni particolarmente svantaggiate”.

Tuttavia c’è una condizione. Quella per cui “tali aiuti non alterino le condizioni complessive degli scambi intra-unione e dunque non pregiudichino la concorrenza e la libera circolazione di beni e servizi a livello europeo”. D’Amico aveva perciò proposto l’alternativa, che era quella dell’istituzione delle Zls. Lo aveva fatto contando sulla natura dell’intervento e sulla necessità di trovare almeno una maniglia di agevolazione.

La via delle Zone logistiche semplificate

Di cosa parliamo? Di Zone logistiche semplificate nelle regioni individuate dalla normativa europea come “più sviluppate”. E che ad esempio includano almeno “un’area portuale compresa nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T)”. Il presidente nazionale di Confimprese era stato chiaro: non era la stessa cosa che con le Zes, che agevolano fiscalmente chiunque voglia fare produzione sui territori individuati.

“Intendiamoci bene: non sono la stessa cosa della Zes. Ma da qualche parte bisogna ripartire. Però la sensazione è sempre la stessa e cioè che, svanito l’entusiasmo dell’effetto annuncio iniziale, si ripiombi nell’immobilismo totale”.

Ecco, nell’ottica di quella lotta all’immobilismo e – perché no? – anche ai soli afflati celebrativi, D’Amico ha voluto illustrare ad Elly Schlein la polpa di un problema che è tecnico e cruciale al contempo. Non chiama attenzioni mainstream come le stoccate a Giorgia Meloni. Né mette in graticola polemiche sull’utilizzo del simbolo “religioso” di Montecassino per fini partitici, come ha evocato il dirigente di FdI Gabriele Picano a valle dell’arrivo di Schlein nella Città Martire. No, D’Amico ha voluto portare Schlein sul terreno a tre dimensioni delle reali opportunità. Occasioni per incentivare la crescita di territori che pagano pegno a deindustrializzazione, desertificazione d’impresa ed immense paludi burocratiche. (Leggi qui: Online vs bottega e mercato selvaggio: Confimprese sprona forte la politica).

“Cara Elly noi stiamo messi così”

Lo ha fatto spiegando che “in occasione dell’incontro istituzionale che ho tenuto, nei giorni scorsi, con la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, ho voluto rappresentare alcune questioni che Confimprese Italia porta avanti con priorità assoluta.

E si tratta di temi che hanno grip “specie nell’area vasta della provincia di Frosinone. Mi riferisco ad esempio al tema della fiscalità di vantaggio, alla programmazione negoziata, alle microimprese in particolare modo quelle orientate alle donne.

Un post social del presidente nazionale di Confimprese spiega: “È stato un dibattito intenso e costruttivo, caratterizzato dalla volontà di trovare soluzioni concrete per difendere le imprese e i cittadini”.

“Interesse e disponibilità” della leader dem

Poi la chiosa che è anche una promessa manlevata dall’ombra di una ricerca di consenso che ad un soggetto non politico non tocca. “Ringrazio il segretario Schlein per il forte interesse e la disponibilità mostrata alle nostre istanze. Noi non ci fermiamo, continuiamo a dare battaglia nelle Istituzioni, nel Paese e nel territorio.

Le iniziative con cui Confimprese conduce la sua battaglia non mancano. E la presentazione del Master di I livello in Economia circolare, Sostenibilità e Diritto Ambientale in partenariato tra Camera di Commercio Frosinone Latina ed Unicas è stato la riprova più recente in ordine cronologico.

D’Amico ha sottolineato l’importanza del “contributo al Master che oggi presentiamo, con cinque borse di studio. Un’importante opportunità, rivolta a dipendenti e responsabili aziendali di imprese pubbliche e private. Che risponde ad una crescente richiesta da parte di imprese e professionisti: quella di rafforzare e certificare le competenze.

Ambiente, agility e master universitari

Perché ce n’è bisogno, di quel tipo di formazione? Per le stesse esigenze di agility che Confimprese Italia ha rappresentato a Schlein: burocrazia greve, ambiente e progresso sono di fatto inconciliabili. “In tema di economia circolare e sostenibilità ambientale ci scontriamo con una burocrazia più che mai farraginosa.

Perciò “è necessario avere figure che siano in grado di orientarsi al meglio in questo panorama. A breve prenderà il via anche la seconda parte del Corso di Alta Formazione ‘Esperto Ambientale’. Non possiamo che ritenerci soddisfatti per questo percorso formativo che vede la sinergia di tutti i principali attori del territorio”.

Il sasso nello stagno è stato lanciato e non è un sasso isolato. L’obiettivo è quello per cui le onde innescate siano magari quelle sulla cui cresta cui naviga la possibilità che, una volta per tutte, politica, formazione culturale, territori e sviluppo tornino a viaggiare insieme. Con un obiettivo comune.