Frosinone, in volo falchi e colombe

Gli sherpa sono in campo. Carfagna e Piacentini cercano di ricucire la maggioranza. FdI resta leale. Ma in caso di nuove elezioni non è detto che rinunci di nuovo ad esprimere il sindaco. Cambiando del tutto l'orizzonte

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

Paradossale e incomprensibile. Uscito dalle urne con una maggioranza titanica, con la rotta tracciata da dieci anni di governo senza scossoni, graziato da un’opposizione del tutto evanescente, il centrodestra che guida Frosinone è riuscito a sabotarsi da solo.

Le diplomazie sono già scese in campo per turare le falle e buttare fuori bordo l’acqua che ha fatto sbandare il bastimento. Falle che sono state create in questi mesi da chi riteneva d’avere diritto ad un posto al sole in giunta: ma siccome è brutto dirlo, meglio sostenere che non piace il Piano della Mobilità Sostenibile messo a punto dal sindaco; e che tutti conoscevano bene già prima delle elezioni.

La sostanza sono i distinguo ufficiali e pubblici su determinate opere, le cene carbonare che hanno preceduto quel dissenso, le recenti riunioni infuocate di maggioranza dove pare che qualche assessore sia stato paragonato all’esemplare femminile del gallus domesticus, le reazioni sul filo dell’ironia fatte in pubblico sui social. Per finire con il secondo avviso mandato dal sindaco: se è così meglio anmdare alle elezioni anticipate. Un’amministrazione tutta di pancia. Cosa che non sarebbe affatto piaciuta a Pietro Nenni: amava dire che “la politica non si fa con i sentimenti, figuriamoci con i risentimenti”. (Leggi qui: Cinaglia, il fantasma che agita Frosinone).

Chi ha avuto modo di parlare con il sindaco Mastrangeli in queste ore lo descrive sereno ma assolutamente determinato a non farsi logorare dall’interno. Pronto all’assalto frontale: dimettersi non se ne parla proprio, se hanno coraggio mi sfiducino.

Crisi sottovalutata ma c’erano le cene-sintomo

La maggioranza Mastrangeli

Inimmaginabile solo qualche tempo fa e dopo il risultato elettorale dello scorso anno. Quello che sta accadendo all’amministrazione Mastrangeli è comunque paradossale e per certi versi solo fino ad un certo punto decifrabile. Proprio per questo gli sherpa sono già al lavoro. L’ex presidente del Consiglio comunale ed ora assessore alle Finanze Adriano Piacentini è già in campo e sta ricucendo. (Leggi qui: Il No di Piacentini: “Riccardo, scordati di andare al voto”).

Fratelli d’Italia continua a svolgere la funzione di argine. Lo ha fatto nei giorni scorsi Fabio Tagliaferri assicurando la lealtà al sindaco fino all’ultimo secondo di consiliatura. Lo ribadisce in questi minuti il capogruppo Franco Carfagna. Dice che parlare di crisi “sia una ricostruzione accentuata dei fatti. Per quanto ci riguarda si è instaurato un percorso di confronto costruttivo e corale con il sindaco, volto a contribuire in modo fattivo ed apportare migliorie dove se ne percepisse il bisogno. Diamo atto che questo è avvenuto su piste ciclabili e Brt, su cui l’amministrazione si è fatta carico di alcune criticità sul campo o che potrebbero presentarsi in prospettiva, impegnandosi a sgombrarne il campo laddove si presentino”.

Il segnale politico è chiaro: Fratelli d’Italia blinda il sindaco. Se qualcuno vuole farlo cadere si accomodi. Ma a quel punto non è detto che FdI debba ancora cedere il passo agli alleati e per la candidatura del nuovo sindaco pretenderebbe di dire la sua.

Il virus del malcontento e i sintomi in Giunta

È una crisi che parte da diversi mesi. E probabilmente anche un po’ sottovalutata quando era ai suoi primi passi. Allorquando sono iniziate le cene tra alcuni consiglieri comunali di maggioranza: nemmeno tanto carbonare, visto che sono state consumate in note pizzerie del capoluogo. Forse proprio per farsi vedere e “chiamare” dal sindaco. Ma nessuno è intervenuto, all’epoca. Soltanto dopo.

Quelle cene erano lo sfogatoio dei delusi, che non sono stati presi troppo sul serio, fino a quando non sono usciti dall’aula un paio di Consigli fa: al momento di votare il Piano comunale dei Rifiuti. Un atto strategico, un gesto clamoroso. Sono mancati otto voti. Un malcontento che andava interpretato, investigato al di la delle dichiarazioni ufficiali dei protagonisti, gestito. Per evitare l’implosione.

Il virus del malcontento, che era circoscritto a 4 o 5 Consiglieri, poi si è diffuso. Fino a coinvolgere anche altri consiglieri di maggioranza, (uno sicuramente o forse anche due) fino ad arrivare all’interno della Giunta. Perché l’obiettivo primario sono gli assetti di Giunta. Poi viene la richiesta di maggiore coinvolgimento e valorizzazione: lo chiedono alcuni che si sentono dei novelli Calimero.

Un paio nel mirino ma il sindaco non ci sta

Il Bus Rapid Transit o Brt

Poi viene la condivisione delle strategie. Il maggiore raccordo tra Assessori e consiglieri. Le piste ciclabili, il Brt: tutta roba che per inciso era nel programma di governo del candidato sindaco del centrodestra che tutti partiti, liste e consiglieri hanno sottoscritto. Per questo sorprende non poco che oggi se ne contesti l’iniziativa.

L’obiettivo principale, a breve termine, sono i posti in Giunta ed un paio di assessori. Per i quali qualcuno ne chiede la testa e la sostituzione. Mastrangeli non è disponibile però ad una simile operazione, a meno che non lo chiedano ufficialmente i gruppi consiliari. Ma a quel punto il tavolo cambierebbe: la questione non sarebbe più comunale ma del tavolo dei Segretari di Partito. Che non hanno intenzione di partecipare a questo gioco all’auto sabotaggio.

Ed in  questa ottica che va vista la possibilità, concreta, che a settembre ottobre, si costituisca un nuovo gruppo formato da 4/5 consiglieri. C’è chi arriva a dire addirittura sei. Ma è una ipotesi questa non realistica ad oggi. Per quanto riguarda l’aspetto più politico, è chiaro che i Partiti ora non possono fare finta che nulla stia accadendo a Frosinone. Dovranno comunque intervenire. Per ora non ufficialmente. Ma certamente sotto traccia. Si spiega così l’attivismo di Adriano Piacentini che è anche sub coordinatore provinciale di Forza Italia. E quello di Franco Carfagna che è dirigente di Fratelli d’Italia.

I partiti che non possono far finta di nulla

Il gruppo dirigente di FdI del Capoluogo si è già riunito, per analizzare la situazione di Frosinone. Perché è il capoluogo è strategico, sia per i Partiti che per elezioni future. Provinciali ed europee. Gli obiettivi di Lega e Fdi però, in un contesto di crisi acclarata potrebbero a questo punto non essere più convergenti. Ma divergenti. Vediamo perché.

La Lega ha tutto l’interesse a mantenere viva la consiliatura, vista l’emanazione diretta di sindaco che si dichiara civico in quota Lega. O in caso di ritorno anticipato alle urne, riproporre il suo candidato sindaco Riccardo Mastrangeli. facendo una radicale “scrematura” delle liste. Impensabile che il Partito di Salvini faccia un altro nome.

FdI, che fino ad oggi ha recitato il ruolo, non richiesto di guarda pretoriana del primo cittadino, in questo nuovo scenario potrebbe togliersi l’armatura di guerra e indossare il casco blu di osservatore dell’Onu. Mettersi alla finestra, guardare come si evolve la crisi e in caso di effettive elezioni anticipate, rivendicare per se la candidatura a sindaco, al posto di Mastrangeli.

I nomi grimaldello: Tagliaferri e Piacentini?

Con il presupposto che nonostante i risultati elettorali straordinari conseguiti dal Partito di Giorgia Meloni sia a Frosinone che nel Lazio, fino ad oggi nulla o quasi di quel risultato è stato ancora capitalizzato. Fabio Tagliaferri ha dovuto rinunciare all’assessorato regionale per garantire gli equilibri interni al Partito; in precedenza aveva rinunciato alla candidatura come sindaco di Frosinone, cedendo il passo a Riccardo Mastrangeli, per tutelare gli equilibri interni alla coalizione.

Come nella situazione di Cassino, Fratelli d’Italia finora non ha mai espresso il candidato sindaco a Frosinone: Nicola Ottaviani al primo mandato era di Forza Italia, al secondo era della Lega, Mastrangeli è civico in quota Lega.

Adriano Piacentini

Adriano Piacentini? Sarebbe la soluzione più naturale. In un simile ipotetico scenario, nulla o quasi resterebbe della coalizione unitaria di centrodestra dello scorso anno, che ha vinto le elezioni. E tutti si aprirebbero al mondo del civismo. Che va sempre di moda per intercettare il voto non manifestamente schierato.

Al sindaco Mastrangeli non è certamente sfuggito un dato. Che sotto al comunicato al vetriolo dell’opposizione in riferimento alla crisi della maggioranza, mancano le firme della Lista Marini (messa e poi ritirata), Polo civico e Psi

Una circostanza assolutamente non da sottovalutare. Per nessuno. Sia per quanto riguarda la durata della consiliatura, sia per quanto riguarda possibili elezioni anticipate. E’ un momento di grande fluidità della politica nel Capoluogo. Non si può dare per scontato nulla.

Assist all’opposizione, che manca il goal

Norberto Venturi e Angelo Pizzutelli

Se Sparta piange però, Atene non ride. L’opposizione consiliare, che fino ad oggi era stata clamorosamente silente praticamente su tutto ha avuto servito dalla stessa maggioranza un assist incredibile, quanto inaspettato. Un pallone d’oro solo da spingere in rete per dare finalmente alla parte di centrosinistra della città un segnale di unità e di condivisione della strategia politica.

Un gol a porta vuota che invece l’opposizione è stata capace incredibilmente di fallire. Dividendosi ancora una volta: con il Pd che comunque ha fatto il suo prendendo l’iniziativa, la Lista Marzi ha fatto squadra, insieme hanno firmato il documento più forte “denuncia politica” registrato negli ultimi anni. Lista Marini, Polo Civico e PSI invece non lo hanno fatto.

E’ vero che tutto è possibile a questo punto ma ritornare a votare subito a Frosinone è una missione estremamente complicata. Sia per la destra che per la sinistra. Perché manca, per entrambe, il presupposto fondamentale di ogni vittoria elettorale: l’unità. Lo testimoniano la storicità delle elezioni del Capoluogo. Chi si è presentato agli elettori diviso ha sempre perso.

L’unità che non si vede: né a destra né a sinistra

Intanto per aggiungere ulteriore suspance, bisognerà votare nei prossimi giorni gli equilibri di Bilancio del Comune, che ovviamente verranno approvati.

Resta solo da vedere con quanti voti della maggioranza. Possibile anche con 22, cioè l’unanimità del blocco di maggioranza. Salvo assenze più o meno giustificate.

La resa dei conti “politici” in maggioranza si farà su altro ed in un altro momento. Poi fortunatamente per tutti via libera a giorni di ferie, decantazione e riflessione. Alla ripresa delle attività, il Comune capoluogo rischia di avere il suo “autunno caldo”, che nel 1969 caratterizzò  una fase della storia della Repubblica Italiana.

Solo che dal quel movimento nacque lo Statuto dei Lavoratori. A Frosinone non si sa cosa potrà accadere.