Il via libera 3-2 del Consorzio Industriale al polo dei servizi sanitari in area industriale. Che ripropone il tema della traiettoria sul futuro sviluppo industriale del territorio. Materia per i prossimi Stati Generali
Tre voti favorevoli, due contrari: il Consorzio Industriale ha dato parere favorevole al progetto di conversione dell’ex Interporto. Che diventerà un polo di servizi legati alla Sanità. Lì si trasferiranno le attività dei laboratori ortopedici specializzati nella realizzazione di protesi, si concentreranno una parte dei servizi sanitari che lo stesso gruppo oggi eroga a Sora, si trasferirà la Residenza Sanitaria Assistenziale attualmente in collina nel nord della Ciociaria.
È un progetto che sintetizza la fase in cui si trova oggi il mondo industriale della provincia di Frosinone. Continua a resistere nella sua tradizione manifatturiera (le officine), riesce a primeggiare grazie all’innovazione (i brevetti sulle protesi), attraversa una radicale fase di conversione (i servizi logistici mai avviati dall’Interporto diventano servizi sanitari). Lascia aperti spazi di ambiguità sulla destinazione futura del tessuto industriale frusinate.
Scelte che possono condizionare
Sia detto con chiarezza: non c’è ambiguità sul piano giuridico. I pareri legali ed il voto al Consorzio Industriale dicono che una Rsa si può realizzare in area industriale. Perché sono servizi (per quanto sanitari) e quell’area è destinata a Servizi. L’interrogativo è semmai di prospettiva. Nella prospettiva di una crescita dei servizi sanitari (prevista dagli analisti) e anche dei servizi ambientali che si trovano in prossimità (altrettanto prevista), quanto è il rischio di conflitto tra i due settori. E quanti limiti potrebbe avere il comparto manifatturiero o quello ambientale da una presenza simile. Che – sempre a scanso di equivoci – ha tutti i pareri legali in regola.
L’industria della provincia di Frosinone punta sul manifatturiero? Sull’economia circolare? O sui servizi alla persona? Chi deve venire ad investire nell’area industriale Ciociara? E chi deve puntare su altre zone? Su cosa deve scommettere chi c’è. Perché un’evidenza non può essere negata: una parte del piccolo e medio mondo industriale che è nato ed ha radici in provincia di Frosinone ha già rinunciato ad allargare qui i suoi capannoni. Ed ha trovato più agevole realizzarne di nuovi in Francia, Germania, Polonia, Serbia, Tunisia.
Preoccupazioni, prospettive ed assetti futuri
E la presenza di un polo dei servizi sanitari all’interno di un’area industriale può condizionare gli assetti futuri? Il silenzio dei medici spesso attenti alle tematiche ambientali va letto come un assenza di preoccupazioni? O come una visione di prospettiva che prevede di limitare lo sviluppo di strutture produttive?
Uno dei tanti temi sul quale dovrà confrontarsi a settembre l’assemblea degli Stati generali convocata lo scorso fine settimana dal presidente della provincia di Frosinone Luca Di Stefano. Che per la fine del prossimo mese ha chiamato in Provincia tutti i sindaci, i parlamentari nazionali e regionali del territorio, le forze produttive e quelle sindacali, gli stakeholder che hanno un ruolo nei processi di sviluppo.
Gli Stati generali di Di Stefano piacciono ad Ugl
Al di là dei risultati. Il progetto di convocare gli Stati Generali ha funzionato. Tutti vogliono partecipare. E tutti hanno proposte da portare al tavolo. I primi a dire si sono stati ieri i vertici dell’Associazione delle Bonifiche del Lazio. La presidente Sonia Ricci ed il direttore regionale Andrea Renna hanno dato la loro disponibilità e proposto una sessione nella quale parlare dei cambiamenti climatici, gli interventi da realizzare sul territorio, il piano invasi con cui garantire le forniture di acqua alle produzioni alimentari.
In giornata anche il sindacato Ugl ha detto si “Apprendiamo con favore l’iniziativa del presidente della Provincia Luca Di Stefano per studiare un piano in grado di contrastare la desertificazione industriale in atto“, ha detto il segretario Provinciale Ugl di Frosinone Enzo Valente. Per il quale l’iniziativa arriva dopo anni di assenza totale delle istituzioni. “Abbiamo più volte sollecitato la politica a fare fronte comune a difesa del territorio ma purtroppo i nostri appelli e gli allarmi sono sempre caduti nel vuoto”.
Per Valente gli ultimi confronti costruttivi per difendere il territorio dal declino industriale risalgono a circa dieci anni fa “quando alla presidenza della Provincia c’era Giuseppe Patrizi. Da quel momento più nulla è stato fatto. Dobbiamo ricordare – chiosa il Segretario UGL Frosinone – che il nostro territorio resta di fondamentale importanza per l’economia non solo della regione Lazio ma di tutto il Paese. Occorre recuperare il terreno perso negli anni e farlo in fretta perché non possiamo permetterci di perdere le eccellenze che sono tuttora presenti“.
Anche la Lega ci sta: l’iniziativa è… Amata
Disco verde agli Stati generali anche dalla Lega in Consiglio provinciale. Lo accende il capogruppo Andrea Amata. Che ricorda il lavoro compiuto nel passato dal Comitato per lo sviluppo: portò alla decretazione dell’Area di crisi complessa. Una norma che si è rivelata poi del tutto inefficace per come venne concepita dal Governo nazionale. Ha prodotto una ventina di nuovi posto di lavoro a fronte dei 250 che sperava di rimpiazzare. Anche questo è un dato sul quale gli Stati generali dovranno confrontarsi: cosa ha frenato quella norma? E quanto hanno pesato gli anni trascorsi senza che nulla accadesse?
“Ho apprezzato molto l’iniziativa promossa dal presidente della Provincia Luca Di Stefano che ha convocato gli Stati Generali per affrontare il problema della desertificazione industriale nel nostro territorio” dice accendendo la luce verde Andrea Amata. Che evidenzia: “Da parte mia e del mio partito c’è piena condivisione di questa azione, che ricalca quanto già fatto da me nel 2015. In quell’anno proposi e concretizzai la riattivazione del Comitato dello Sviluppo della Provincia di Frosinone, nel quale erano presenti tutti gli stakeholder territoriali”.
Come andò? Amata ha un ricordo del tutto positivo. “Fu un’intuizione vincente perché da lì nacque la proposta di decretare la nostra provincia Area di crisi complessa”. Che poi la misura progettata a livello nazionale con l’ambizione di tenere insieme l’incentivazione allo sviluppo e il sostegno alle crisi aziendali abbia avuto efficacia limitata è altra faccenda.
Amata chiede di imboccare la via della concretezza. Affinché si eviti che “questi Stati Generali possano ridursi ad un mero confronto verbale tra gli attori che interverranno. Occorre mettere subito nero su bianco e rendere operative quelle iniziative e quelle misure che realmente semplifichino la vita delle aziende, permettano agli imprenditori di venire o rimanere nel nostro territorio, sempre nel rispetto dell’ambiente. Abbiamo davanti un’occasione storica per disegnare il futuro industriale di questa terra”.
Quadrini il pioniere: già ci stava lavorando
Il presidente del Consiglio provinciale Gianluca Quadrini nei giorni scorsi aveva anticipato che si stava lavorano in questa direzione. “Con il presidente Luca Di Stefano abbiamo iniziato a riallacciare i rapporti con gli stakeholder del territorio allo scopo di arrivare nel minor tempo possibile a svolgere il ruolo centrale che compete alla Provincia quale ente di area vasta. E tornare a renderci protagonisti di un confronto sistematico tra tutti (sindacato e imprese in primis) che sia funzionale ad affrontare i problemi e a progettare le politiche di sviluppo”.
Per l’esponente di Forza Italia l’iniziativa di riunire un tavolo di confronto insieme alle forze politiche provinciali, regionali e nazionali, alle imprese del territorio ed ai sindacati “è un atto di grande coscienza e responsabilità.”