Il fattore Fazzone e la coperta corta di Forza Italia

Chi ha fatto (Iannarilli e Savo) o fa (Piacentini e Ottaviani) riferimento al senatore e coordinatore regionale degli “azzurri” nella federazione provinciale del partito se la vede male. Ora si avvicina il congresso, ma senza un accordo non ci sarà per nessuno la legittimazione.

Sarà una settimana decisiva per il congresso di Forza Italia. Intanto c’è la candidatura alla segreteria provinciale di Tommaso Ciccone, sindaco di Pofi e in corsa per la presidente della Provincia per l’intero centrodestra.

È l’uomo di riferimento dell’area di Mario Abbruzzese e Pasquale Ciacciarelli, sostenuto anche da Adriano Roma e da Riccardo Del Brocco. Appoggiato sicuramente pure da Danilo Magliocchetti, capogruppo provinciale del partito ma anche comunale a Frosinone.

Il sindaco del capoluogo Nicola Ottaviani, unitamente ad Adriano Piacentini, coordinatore provinciale e presidente del consiglio comunale di Frosinone, sta valutando se partecipare o meno al congresso. Se entrambi dovessero decidere di restare fuori dall’appuntamento di febbraio, per gli “azzurri” si porrebbe il problema della legittimazione del nuovo segretario. (leggi qui Forza Italia, il congresso rischia di saltare: “Così è una farsa”)

Perché lo strappo dell’attuale coordinatore Adriano Piacentini, voluto in quel posto dal senatore Claudio Fazzone, sarebbe un precedente impossibile da metabolizzare. E a questo si aggiungerebbe la presa di distanza del sindaco di Frosinone, quel Nicola Ottaviani che appena diciotto mesi fa veniva individuato come un modello vincente da Silvio Berlusconi in persona.

A tutto questo bisognerebbe aggiungere le uscite di un “mostro sacro” del partito come Antonello Iannarilli e di Alessia Savo, già sindaco di Torrice. Il comune denominatore che lega Piacentini, Ottaviani, Iannarilli e Savo è che tutti e quattro, sia pure in momenti diversi, sono stati esponenti di riferimento di Claudio Fazzone, coordinatore regionale del Partito.

Il messaggio che passerebbe, inevitabilmente, sarebbe quello che chi sta con Fazzone in provincia di Frosinone o viene messo ai margini del Partito (Iannarilli e Savo) oppure viene spinto fuori (Ottaviani e Piacentini).

Antonio Tajani, numero due nazionale degli “azzurri”, non può permetterselo a pochi mesi dalle elezioni europee nelle quali si gioca la sopravvivenza politica. E allora che succede? Si rinvia il congresso e non si tocca nulla? E Mario Abbruzzese come reagirebbe?

La coperta è corta.