La coalizione è finita, scannatevi in pace

FOTO: COPYRIGHT GIORNALISTI INDIPENDENTI

I leader non si riuniscono dallo scorso settembre, alcune forze politiche non vengono più contattate, la campagna acquisti di Lega e Fratelli d’Italia nei confronti degli “azzurri” non si ferma, Ottaviani va verso il Carroccio. E gli amministratori locali sono lasciati soli. La coalizione non c’è più.

Da quanto tempo il senatore Massimo Ruspandini, leader di Fratelli d’Italia, l’onorevole Francesco Zicchieri (coordinatore regionale della Lega) e il vice responsabile nazionale degli enti locali di Forza Italia Mario Abbruzzese non siedono attorno allo stesso tavolo? Da settembre, quando fu decisa la candidatura del sindaco di Pofi Tommaso Ciccone alla presidenza della Provincia.

Da quanto tempo Alfredo Pallone, punto di riferimento di Noi con l’Italia, non viene contattato da un esponente di centrodestra? Nessuno se la ricorda più la data.

C’è mai stata una riunione tra i sindaci, gli assessori e i consiglieri comunali della coalizione negli ultimi tempi? No.

Eppure il centrodestra, come coalizione, si presenta unito in Abruzzo e farà la stessa cosa in Sardegna. In Ciociaria proverà a marciare unito alle prossime comunali di primavera. Però sarà complicato, perfino più complicato di altre parti. Perché i contatti si sono completamente persi.

Il vicepresidente nazionale di Forza Italia Antonio Tajani non perde occasione per attaccare il leader della Lega Matteo Salvini, da parte del Carroccio ma pure di Fratelli d’Italia c’è una campagna acquisti ininterrotta nei confronti degli “azzurri”. In Ciociaria più che altrove.

All’interno di Forza Italia è complicato capire come andrà a finire se il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani raggiungerà un’intesa con la Lega. Poi ci si meraviglia se si verificano situazioni politiche come Cassino, ma pure come Ceccano e, in prospettiva, Anagni.

I sindaci sono sostanzialmente lasciati soli e non hanno altra possibilità che provare a mettere insieme coalizioni certamente non granitiche. Le divisioni tra e nei partiti del centrodestra fa il resto. Quello che davvero lascia allibiti è che nessuno assuma un’iniziativa.

Né per ricucire, ma neppure per rompere definitivamente.