La lotta di Roma alle recensioni turistiche anonime: anche in Ciociaria

Un Decreto ad hoc sul quale la ministra Santanché punta per debellare gli hater da tastiera che per le aziende possono essere letali

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Daniela Santanché non è solo una mezza icona del “radicalchichismo” di destra, ma quando ci si mette è anche una che il suo mestiere lo sa fare. Quanto meno va riconosciuto alla Ministra del Turismo di essere capace di intercettare rotte afferenti ad un settore nel quale lei per prima è coinvolta per battage professionale. Certo, se poi la ministra critica le code dei taxi a Termini dimenticando che le mancate liberalizzazioni le ha volute il suo Governo poi magari toppa, ma qui il tema è un altro.

Il presupposto di quella che si preannuncia come una importante svolta normativa arriva (anche) dalla Ciociaria. La provincia di Frosinone è territorio di elezione per l turismo di prossimità. E la recente Bit di Milano ha confermato il rilancio di un settore che per lo Stivale è cruciale ma poco sistemico.

Cosa abbiamo e cosa ci manca

Quel tipo di turismo cioè che coinvolge un’utenza per lo più proveniente dalle grandi aree metropolitane di Roma e Napoli e che è fatto di permanenze brevi. Cioè di step veloci in cui è difficile formarsi un’opinione compiuta su chi ci ospita. Le direttrici sono quelle note, per quanto ancora monche.

Trenitalia ha piantato le bandierine delle fermate Tav a Cassino e Frosinone, l’Autosole consta di sei caselli da Anagni a San Vittore del Lazio e la viabilità di immissione sulle dorsali è ancora carente ma non crashata.

Il resto lo fanno le bellezze di una terra che non è seconda a nessuno. Anagni, Casamari, Veroli, Arpino, Trisulti, Castrocielo, Montecassino, La Valle di Comino e tutto lo starter pack di luoghi in cui l’offerta ricettiva è capillare ma non ancora organizzata col puntiglio che meritano le nuove sfide del terzo millennio. Senza ovviamente scordare il Pontino.

Il turismo sostenibile e cosa lo ostacola

Quelle e l’idea di un turismo eco sostenibile, che ad esempio è pallino da lungo tempo di Guido D’Amico, presidente di Confimprese Italia. Tuttavia c’è un problema che ha radici web ed esiti a volte nefasti, ed è un problema che ha coinvolto anche alcune strutture ciociare: quello delle recensioni negative anonime. E feroci.

Il dato è evidente: pochi righi a corredo di un’esperienza che, o non c’è stata per niente oppure che si è avvalsa di equivoci o malafede e l’imprenditore è mezzo rovinato. Nel corso del 2023 operatori di Veroli, Alatri e della Val Comino hanno più volte lamentato i colpi di questa mannaia indiscriminata. Di una ghigliottina a volte immotivata che fa scendere il rating spesso immeritatamente, e quando cala il rating in concomitanza con altri fattori calano gli incassi ed un’economia di settore mette ancor più le ginocchia a terra. Lo fa in maniera radiale, perché un operatore che incassa poco a sua volta compra poco ed un turista che non torna non segnala agli amici quel dato ristorante.

Senza contare che, come sempre accade in quest’Italia polarizzata e supponente, spesso si sfocia in tragedia. Lo ha dimostrato amaramente il caso di Giovanna Pedretti. La titolare del ristorante “Le Vignole” era stata trovata morta il 14 gennaio scorso sulle rive del fiume Lambro. Questo dopo che aveva replicato ad una recensione d un “cliente” che lamentava della presenza di gay e disabili nel suo locale.

La ferocia da tastiera e i danni che può fare

Daniela Santanché (Foto: Sergio Oliverio © Imagoeconomica)

Veridicità o meno dell’accaduto in preambolo – tema claim delle cronache di inizio anno – il problema resta. Le recensioni negative anonime ed ammantate di ferocia da tastiera possono fare danni sistemici al turismo. Ecco, qui entra in gioco quel che Daniela Santanché avrebbe in animo di proporre in Consiglio dei Ministri. Fratelli d’Italia è sintonizzato a puntino sull’iniziativa. Iniziativa che secondo la ministra “pitonessa” prenderebbe di mira iniziativa brade e gratuite che “possono decretare la vita o la morte di imprese, alberghi e ristoranti”.

Il tutto con un semplice click. E come ha spiegato AdnKronos “stroncando un piatto, affondando il colpo su un letto scomodo o una colazione non all’altezza, affilando la lama, o meglio la tastiera, sulla presunta scortesia di un ristoratore o di un titolare di b&b. Inciso: a volte è tutto vero e motivi di doglianza ci sono, ma il distinguo tra una critica sottoscritta che sortisce migliorie ed uno sproloquio magari dettato da un mix di cesarismo da tastiera ed equivoco ci sta tutto.

Lo scenario che disegnò Gianluca Quadrini

Anche perché, tornando a Ciociaria e Pontino, le nostre sono terre che sul turismo puntano molto. Anzi, in piena deindustrializzazione, sul turismo queste terre farebbero bene a puntarci moltissimo. Un anno fa ed in occasione dell’evento “Ritorno in Italia 2023-2028 – Opportunità di sviluppo per i Borghi e le Aree interne” Gianluca Quadrini aveva affrontato il tema di contesto.

L’uomo forte della Provincia guidata da Luca di Stefano e vicepresidente Anci Lazio aveva spiegato: “Com’è noto una delle politiche di sviluppo per i territori del Lazio Meridionale è l’incremento dell’industria turistica. La nostra Provincia, densa di potenzialità, non è certamente ancora davvero lanciata in questo settore”.

E’ vero: la provincia di Frosinone in particolare è bella ma il suo è l’appeal random che non fa massa economica e soprattutto fa poca strategia. Quadrini aveva chiosato: “Il turismo di ritorno è certamente nelle corde dei nostri piccoli centri che, infatti, hanno partecipato numerosi come pure quelli della provincia pontina”. Un proliferare indiscriminato delle recensioni negative anonime e buzzurre potrebbe quindi fare massa critica sul piatto dei danni al settore, che non sono certo solo quelli.

Sapere chi scrive: tocca a Caramanna

Veroli, Piazza Mazzoli (Foto © Ciociaria Turismo)

Santanché ha spiegato che “dobbiamo capire quale sia il modo migliore per sapere chi è che scrive”. Il tema chiave è rappresentato dai “malumori e malcontento negli ambienti più colpiti da commenti e post che viaggiano in Rete nell’anonimato. E che potrebbero essere scritti anche da odiatori di tastiera che mai hanno messo piede negli esercizi che attaccano sul web con recensioni al vetriolo”.

In tutti i sistemi complessi servono un nocchiero ed un uomo di cassero, cioè un ideatore ed un esecutor. Ecco, per la bisogna del “Decreto Giovanna” Santanché può contare sul suo potentissimo uomo sul pezzo.

E’ il deputato di Fdi Gianluca Caramanna, responsabile per il Turismo del partito che potrebbe poi instradare il legiferato in discussione a Montecitorio. Da quanto si apprende la ministra starebbe “cominciando a lavorare” sul tema, in attesa che qualcuno dei suoi lavori su un testo compiuto. Il target è un “provvedimento che non passi per una norma bavaglio, ma che tuteli chi offre servizi e fa impresa da recensioni potenzialmente ‘killer’, seppur protette dall’anonimato”. E le associazioni di categoria cosa ne pensano?

Come la pensa Federalberghi

Turismo trekking

Federalberghi si è già detta d’accordo ed aveva anche diramato una nota ufficiale: “È anche la nostra visione: condividiamo pienamente la sua posizione riguardo la necessità di regolamentare quanto prima le recensioni online. Questo “al fine di arginare gli effetti devastanti che un cattivo uso di questo strumento può provocare alle nostre imprese, ai lavoratori e agli italiani in genere”.

Il tema chiave è il punto di incontro fra la tracciabilità e l’esercizio di critica, quindi non è roba lasca e normativamente va studiata a puntino.

“Armi che distruggono aziende”

E ancora: “Le recensioni on line possono avere un loro valore quando e se garantite da una forma di certificato di autenticità. Viceversa possono trasformarsi in vere e proprie armi capaci di distruggere le aziende e le persone stesse”.

Senza mettere bavagli ma piazzandosi in garitta per verificare che una critica sia fondata, magari ferma ma urbanamente messa in lessico. Per proteggere quello che forse è il settore a cui più di tutti gli altri il sistema Paese dovrà affidarsi nel prossimo decennio.

Perché l’industria non basta più, a sorreggerci. E perché per avere una scappatoia occorre che la stessa sia protetta. Spesso da noi stessi. E come scriveva Barker “saperlo è scienza, usarlo è arte”.