L’alternativa come dovere: la (s)carica di De Angelis su Cassino e Veroli

I due "fortini" dem da tenere all'ombra dell'Abazia e degli Ernici. Ma il primo è già pieno di "truppe fedeli" ed organizzato, il secondo un po' meno

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Due fortini da tenere, ad ogni costo. Ed un brand politico da ribadire, magari proprio da quella ex “Stalingrado ciociara” che si è fatta roccaforte patriottarda: Ceccano. Anche grazie ad uno dei momenti di caos più incisivi e determinanti di una sinistra che non aveva visto arrivare per gradi ma con forza Roberto Caligiore, Massimo Ruspandini e i mal di pancia del sovranismo che sarebbe stato.

Insomma, Francesco De Angelis ha messo a terra la linea del Partito Democratico in un posto fortemente simbolico di quel che va fatto per tenerla, quella linea. E non è stato affatto un caso che nel corso dell’ultimo weekend il presidente regionale Dem abbia scelto uno degli eventi messi in piedi dal segretario provinciale Luca Fantini.

Il voto alle porte e il tema dei civici

Europee ed amministrative di rango massimo sono alle porte. Perciò il lungo rosario degli step “per un momento di riflessione su quale alternativa possiamo offrire ai governi di centrodestra” non è stato processionale, ma perentorio. Bisogna calamitare i civici, proporsi come alternativa imperiosa. Soprattutto, guai a perdere Cassino e Veroli. Cioè le due città della provincia più grandi ed importanti dove il Pd tiene la barra amministrativa.

Due realtà egualmente fondamentali ma diametralmente opposte in quanto a scenari di partenza e possibili sviluppi per conservare un Pd decisore. De Angelis lo sa benissimo, come sa pure che, soprattutto in ordine alla cittadina ernica, la sconfitta non è un’opzione. Non adesso che una sua eventuale epifania poterebbe le impronte digitali (anche) di una cabina di regia regionale della quale lui è parte attiva e di rango assieme a Daniele Leodori.

“Da soli non andiamo da nessuna parte”

Veroli, Piazza Mazzoli (Foto © Ciociaria Turismo)

Insomma, anche al netto dell’agghiacciante ossimoro storico, bisogna “vincere”. E secondo De Angelis “per farlo dobbiamo però innanzitutto lavorare”. E farlo “per unire tutte le forze, comprese quelle civiche, perché soli non andiamo da nessuna parte. Non dimentichiamo che quest’anno ci sarà una tornata elettorale amministrativa importante”. Il dito nella possibile piaga va messo subito: “Noi dobbiamo restare alla guida delle due città più popolose che andranno al voto, ovvero Cassino e Veroli”.

La Cassino di Enzo Salera che punta ad una riconferma con Partito Democratico, Lista Salera Sindaco, Demos – Demorazia Solidale, Partecipiamo Cassino. Poi la Veroli di Simone Cretaro che uscirà di scena e che potrebbe lasciare il testimone d’apice a Germano Caperna. Che è centrista ma sta aggregando con un’operazione civica aperta dichiaratamente a tutti. Due fortini da tenere, due scenari e due situazioni diverse, all’opposto quasi, anche se nel nome di un fine indicato come unico.

Quadro delineato all’ombra dell’abazia e quadro in divenire, troppo in divenire, all’ombra degli Ernici, a due passi da dove De Angelis vive e mette suggello esistenziale alle sue azioni pubbliche.

La coalizione prog per Ceccano

La riunione dell’altra sera a Ceccano

La via è quella dell’aggregazione necessaria. E già da questo punto di vista un segnale per Veroli il presidente regionale Dem lo ha lanciato. Trasversale perché riferito a Ceccano. Traverso come la trasversalità che sta sciorinando la faccenda ernica, ma diretto e senza distorsioni per le orecchie giuste.

“Dobbiamo impegnarci tutti per riportare il Partito Democratico e una coalizione progressista alla guida della città di Ceccano. Abbiamo il dovere dell’alternativa. Possiamo e dobbiamo farlo”. Cosa significa? Che se a Ceccano la strada è quella, nobile e per certi versi assolutoria, della riscossa, a Cassino e Veroli quella medesima formula è molto più cruciale. Perché non ammette deroghe, sbagli o passi falsi. Lì vanno tenute le posizioni e guai e prenderle.

Salera che non imbarca peones

Enzo Salera (Foto © Stefano Strani)

Il mood di un patto serio tra dem e civismo orientato pare non rappresentare un problema per Piazza De Gasperi. Proprio in queste ore un comunicato congiunto di sindaco uscente e liste a supporto ha messo in chiaro alcune cose. Ed indirettamente ha lanciato un segnale che rimanda a quella serenità di fondo che il team Salera ha – almeno su carta – nell’affrontare la compagine guidata dall’avvocato Arturo Buongiovanni. Si va compatti ma non si imbarcano peones dell’ultimo minuto.

Così con probabilità decisamente alte si vince e non ci si mette in casa schegge impazzite. “(…) Anche i complimenti e gli attestati di fiducia da parte di coloro che fino a qualche settimana fa ci criticavano, ci fanno capire che siamo sulla buona strada. Oltre alle capacità tecniche del sindaco e di tutta la squadra, unita ad una abnegazione senza precedenti, ciò che ha contraddistinto questi anni è stata la coerenza del progetto”.

Poi il distinguo tra chi è arruolabile e chi ha visto il carro figo-pavesato e vuole issarsi a bordo per prendersi un po’ di lustrini. “Chi vuole appoggiare il nostro progetto è ben accetto. Chi invece fino a qualche settimana fa ci criticava in modo aggressivo e oggi cambia idea solo per mero opportunismo, non potrà che trovarci fortemente contrari”.

Il rebus Veroli e il Direttivo dem

Simone Cretaro

Attenzione però: nell’ottica di De Angelis Cassino non va persa ma al tempo stesso è città con caratteristiche tutte sue. Politicamente ed in chiave dem Enzo Salera ormai fa quasi corrente a sé. La sua è la simbologia del partito in purezza, più che di Pensare Democratico, corrente maggioritaria affidata a Sara Battisti. Veroli è un’altra cosa, cosa difficile e cosa che si è fatta via via più astrusa nei mesi da dicembre 2023 ad oggi. Lì il Partito Democratico ha squadernato nel corso dei mesi una “dialettica interna” ma ancora sottomarina che ha toccato toni parossistici.

E che soprattutto non è ancora arrivata ad una “quaglia” ufficiale. Esiste un percorso che può portare il Pd e Caperna insieme, è vero, ma dopo il Direttivo convocato dal segretario Toni Pironi il 4 marzo c’è stata solo una mezza maretta.

Pare che nella giornata di domani possa esserci un direttivo locale che valuterà l’ingresso di due “civiche” nel team di Caperna, ma è step in attesa di conferma empirica dalla sede di Via Gracilia. Non al punto tale almeno da offrire all’elettorato un quadro concreto di orientamento in cabina. De Angelis ha presieduto riunioni, sedato malumori e sopportato urla in modalità heavy metal.

La rotta ernica, di area vasta

Probabilmente ha indicato la rotta e molto probabilmente la rotta che lui cerca è quella che nelle prossime ore porterà ad un’area (molto) vasta. Una sofferta comfort zone in cui i dem siano accasati ed al sicuro in chiave vittoriosa. Il segreto-obbligo sta tutto lì: stemperarsi identitariamente per affermare la propria identità, ma solo a risultato incassato.

Tuttavia il fatto stesso che a pochi giorni da Pasqua si sciorinino ancora (fallaci) congetture la dice lunga sulle dinamiche per “tenere” Piazza Mazzoli. Sono dinamiche, appunto, letture. Cioè roba che peppia ma non “quaglia”.

E al di là del diritto dei verolani, un po’ acciaccato, di sapere per chi o cosa dovranno dire la loro resta il dato politico. E’ quello per cui a Veroli l’equalizzatore De Angelis si sta giocando la partita più complicata.

Quella che gli ha fatto dire che “lì si deve restare alla guida”. E il segnale è parso chiarissimo e traducibile. Perfino a chi di Veroli non è: “Pochi scherzi e basta ammuina, qui c’è la mia faccia, oltre che la vostra, regolatevi”. Forse già da domani.