Landini vs Confindustria: “Vuole la restaurazione”

Dal palco della Festa del'Unità il leader Cgil rispedisce al mittente la formula Bonomi-Stirpe. Perché a suo parere superare il 'vecchio' schema orari/salari è sintomo della mai sopita verve 'padrona' di Confindustria.

La risposta a Maurizio Stirpe ed a Confindustria arriva direttamente da Maurizio Landini, il leader della Cgil. È lui a rispedire al mittente le considerazioni fatte dal vice presidente nazionale degli industriali, secondo il quale bisogna superare il vecchio schema orari/salari. (Leggi qui Stirpe: “I sindacati non rispettano i patti”). Non solo: al mittente non viene rimandata anche la lettera inviata a stretto giro dal presidente nazionale Carlo Bonomi. Ma solo perché, a differenza di Stirpe, non ha indirizzato il suo messaggio anche ai sindacati ma solo agli iscritti. Dicendo nella sostanza le stesse cose. (Leggi qui Bonomi agli industriali: “Così l’Italia va a sbattere”).

Il niet di Landini: è sfruttamento

Carlo Bonomi

«L’idea che nei contratti non si debba aumentare i salari per il presidente di Confindustria Carlo Bonomi è una rivoluzione. A me sembra una restaurazione. Teorizzare che in questa fase non si debba aumentare il salario nei contratti nazionali per me è continuare a pensare che il lavoro vada sfruttato, precarizzato e poco pagato. Una logica completamente sbagliata». Maurizio Landini lo ha detto nel corso del dibattito ‘La coesione al centro della ripartenza’ alla Festa dell’Unità 2020.

«Confindustria – ha aggiunto Landini – ha scelto di non firmare dei rinnovi contrattuali che dovevano solo essere firmati. E per i quali c’era una preintesa». E questo, ha aggiunto Landini, «non è costruire coesione sociale ma scegliere una strada in cui si continuano a fare errori. Che c’erano anche prima del Covid». Errori come «non investire sul lavoro e valorizzare» ma «pensare in un’ottica di sfruttamento del lavoro».

Nulla sarà più come prima

MAURIZIO LANDINI DURANTE UN SUO INTERVENTO A CASSINO

Landini è stato lapidario. «Per questo sono d’accordo con chi dice che non sarà tutto come prima. Perché voglio che non sia come prima. Stiamo pagando la troppa precarietà, il ritardo sugli investimenti e la formazione delle persone. E va combattuta l’idea della competizione tra lavoratori».

Nei giorni scorsi, in un’intervista al quotidiano La Stampa, lo stesso Landini aveva detto che gli sgravi al Sud non sono una soluzione. Perché «la decontribuzione esiste da anni ma non ha mai portato risultati».

Aveva invocato «il passaggio dal Medioevo neoliberista della precarietà e dei contratti pirata a un Rinascimento del lavoro, economico e sociale sostenibile». Per il segretario della Cgil la via è quella della progettazione di «un nuovo modello di sviluppo e di un nuovo sistema di ammortizzatori sociali» e nel «far partire gli investimenti pubblici e privati»