Leodori ha già il Campo Largo per le elezioni

Chi c'era e chi non c'era. E come si leggono presenti e assenti all'annuncio fatto ieri da Daniele Leodori, vice presidente uscente della Regione Lazio. È in campo da gennaio ma ora annuncia: "Partecipo alle Primarie”. la strategia Astorre. E buona parte del campo zingarettiano è intorno a lui. Con pezzi di centrodestra che sarebbero pronti a farci un pensiero

Carlo Alberto Guderian

già corrispondente a Mosca e Berlino Est

Il primo colpo sulla via della candidatura ad erede di Nicola Zingaretti al timone della Regione Lazio lo ha messo a segno ieri. Il vice presidente in carica Daniele Leodori sa con chiarezza che se vuole evitare il campo minato sulla sua rotta esiste un solo percorso: la condivisione. A farlo saltare in aria potrebbero essere le legittime aspirazioni di altri candidati come l’assessore alla sanità Alessio D’Amato; l’inevitabile confronto con il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che non viene dalla sua stessa parrocchia Dem; l’altrettanto inevitabile placet che opportunità vuole arrivino anche dal Governatore uscente Nicola Zingaretti e dal Segretario nazionale Enrico Letta. Ieri Daniele Leodori ha dimostrato che c’è una via per evitare quei pericoli.

Daniele Leodori (Foto: Alessia Mastropietro © Imagoeconomica)

La via della condivisione è stretta, lunga e significa una sola cosa: arrivare al termine delle consultazioni avviate con gli altri potenziali alleati potendo dire di averli tutti dalla propria parte; confermando in pieno il Campo Larghissimo generato (unico in Italia) da Zingaretti, pronto ad allargarsi con pezzi del centro che sarebbero pronti a staccarsi dal Centrodestra. La riunione della Direzione avvenuta la scorsa settimana lo ha fatto comprendere con chiarezza (Leggi qui: La dottrina della prudenza per il candidato Pd nel Lazio).

La riunione convocata ieri a ridosso delle sponde del laghetto dell’Eur dicono che la rotta è impostata. Leodori ha annunciato la scoperta dell’acqua calda: «Mi candido alle primarie che indicheranno il candidato del Campo largo alle Regionali 2023». Non è una notizia: sta in acqua da gennaio scorso, cioè da quando fece la prima, grossa, ostentazione di forza muscolare con una riunione convocata al Tempio di Adriano.

Chi c’era e chi no

La vera notizia è che la navigazione su quella rotta ed arrivare alla condivisione totale è possibile.

Bruno Astorre

È realizzabile perché c’è già una parte consistente del Pd in campo. È la componente AreaDem del ministro Dario Franceschini della quale Leodori è la punta di lancia in Regione Lazio. Ad assistere all’annuncio c’è la chioma bianca del senatore Luigi Zanda, capogruppo del Partito Democratico a Palazzo Madama; c’è il Consigliere regionale Michela Di Biase (in Franceschini) e che la candidatura di Leodori fosse solida e concreta s’era capito a gennaio proprio perché lei era al Tempio di Adriano in prima fila. Cosa significa? A lungo il nome del Consigliere Di Biase era circolato come possibile candidato governatore.

C’è soprattutto il segretario regionale Bruno Astorre, il grande tessitore che da oltre un anno sta cucendo la strategia della condivisione intorno a Daniele Leodori: politico espertissimo, amministratore apprezzatissimo e garanzia in bianco per molti del centrodestra. Con lui c’è il Consigliere capitolino ed ex presidente del Pd regionale Andrea Alemanni che già alle 18:51 di mercoledì detta ai giornalisti: «Oggi il segnale che ha dato la partecipazione e la pluralità dell’iniziativa di Daniele è stato fortissimo. Serve un bagno di popolo. Un confronto aperto a tutti con una coalizione larga. Le primarie sono lo strumento che ci consentirà di individuare il candidato migliore e più largamente condiviso». Insomma, le Primarie sono l’obiettivo ufficiale, l’acclamazione quello desiderato e tenuto in un angolo del cuore; come gli allenatori che ad inizio stagione dicono ‘puntiamo ad un buon piazzamento’.

Le impronte di Pensare Democratico

Daniele Leodori con Mauro Buschini

C’è Svetlana Celli, presidente dell’Assemblea capitolina con il consigliere Antonio Stampete. Nel verde del parco si riconosce il presidente del XIV Municipio Marco Della Porta.

Ma il primo segnale forte da tenere in considerazione è che quella di Daniele Leodori non è una candidatura solo romana, non è una candidatura solo di componente. Lo dimostra la presenza di Mauro Buschini, coordinatore della maggioranza di Nicola Zingaretti in Regione Lazio, sottile tessitore insieme a Leodori del Patto d’Aula che consegnò una maggioranza al Governatore vincitore nel 2018 ma senza i numeri per governare.

Accanto a lui c‘è il presidente del Consorzio industriale del Lazio, Francesco De Angelis. La sua presenza e quella di Buschini è un segnale forte: perché sono le colonne di Pensare Democratico, la componente di cui fa parte anche il vice segretario regionale Sara Battisti. Una corrente che da Frosinone ha determinato i risultati del Congresso Regionale.

Segnali di Azione

Valentina Grippo (Foto: Sara Minelli / Imagoeconomica)

Mentre Daniele Leodori annuncia che si candiderà alle Primarie, arrivano a distanza segnali da Azione. Il Partito di Carlo Calenda è in crescita, i sondaggi lo accreditano di una percentuale nazionale tra il 5 e l’8 per cento; nel Lazio sta nel Campo larghissimo di Zingaretti. E nei giorni scorsi aveva fatto sapere che avrebbe digerito la presenza del M5S se il candidato fosse stato Alessio D’Amato. Una posizione poi diluita nei giorni successivi. E ieri sono arrivati segnali di chiara apertura.

Li ha inviati Valentina Grippo, consigliera regionale e portavoce nazionale di Azione. «Il Segretario Carlo Calenda ha espresso un apprezzamento su Alessio D’Amato, per il quale abbiamo una grande stima. Specialmente per la gestione della complessa fase Covid che ha visto il Lazio fronteggiare un’emergenza imprevedibile in modo serio, organizzato e di qualità. Ma da qui a dire quali saranno tutti i passaggi di Azione ce ne passa». È chiaro che su Daniele Leodori sono pronti a dialogare: è una candidatura che li garantisce.

In ogni caso Azione farà di tutto per esserci.Faremo l’impossibile per costruire un’alleanza di centrosinistra – conferma Valentina Grippodove oggi ci troviamo, da dove partiamo e ragioniamo con gli alleati, e dare il nostro contributo». Ma non ci starà a qualunque costo, meno ancora ci starà ad occhi chiusi. «Stiamo ragioniamo anche sull’ipotesi di correre da soli. Certo non ci sfugge che il sistema elettorale regionale non ci dà la possibilità del doppio turno per distinguerci in un primo passaggio».

E la presenza dei 5 Stelle che a Calenda fanno venire l’orticaria solo a nominarli? Valentina Grippo spiega: «Abbiamo una sufficiente onestà intellettuale per chiarire a tutti e non creare ambiguità sul fatto che abbiamo accettato l’entrata in maggioranza del M5S solo in virtù di un’anomalia: quella di gestire l’emergenza Covid con maggiore stabilità e solidità, partendo da dieci punti programmatici che in quell’occasione erano stati condivisi». E se una convergenza l’hai trovata prima puoi trovarla anche ora.

Splendono Cinque Stelle

Loreto Marcelli (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

A proposito: e il Movimento 5 Stelle che fa? All’iniziativa di Daniele Leodori sono rappresentati al massimo livello. C’è innanzitutto il capogruppo in Regione Lazio Loreto Marcelli. E con lui c’è l’assessore Valentina Corrado. Si riconosce in maniera distinta la chioma diradata del vice presidente d’Aula Devid Porrello.

Lo sguardo cerca la matriarca Roberta Lombardi. ma la sua sagoma non si vede. “Non è potuta venire, aveva un impegno personale” assicura Loreto Marcelli. Una scusa diplomatica? Marcelli diventa una sfinge.

Per il M5S è stata una specie di rimpatriata politica. Perché sul prato si vedono i riccioli di Marco Cacciatore, entrato in Regione Lazio con la pattuglia grillina armata di apriscatole, precursore dell’accordo con Zingaretti sotto le insegne dei Verdi; gli altri lo seguiranno con qualche settimana di ritardo, abbastanza per lasciargli la presidenza della strategica Commissione Rifiuti dalla quale ha lanciato il suo veto su ogni nuovo termovalorizzatore nel Lazio.

Cattolici ed ambientalisti

Paolo Ciani (Demos). Foto © Stefano Carofei / Imagoeconomica

Perché Daniele Leodori può farcela a schivare quelle mine, navigando sulla rotta di Bruno Astorre? Perché buona parte del Campo Zingarettiano è lì.

Ad un certo punto arriva il fondatore di Demos – Democrazia Solidale Paolo Ciani con la sua fetta di elettorato cattolico e dell’associazionismo; in nome della stabilità nei mesi scorsi ha imposto al suo assessore Luigi Maccaro di stemperare il confronto con il sindaco Pd di Cassino Enzo Salera.

A proposito di Segretari: da Leodori ci sono anche quelli di di Sinistra italiana (Massi- mo Cervellini), Liberi e Uguali (Riccardo Agostini) e di Europa Verde (Filiberto Zaratti). Con loro è stato visto il consigliere regionale di +Europa Alessandro Capriccioli.

Ed i sindaci? Senza quelli non si vince. Lunedì saranno tutti con l’orecchio incollato alla radiolina per ascoltare i risultati degli spogli a Frosinone, Viterbo e Rieti. ma nel frattempo all’Eur si vedono l’editore Pierluigi Sanna (sindaco di Colleferro) e Massimiliano Borelli (sindaco di Albano). Da Frosinone si è affacciato Angelo Pizzutelli il generale sul campo del bi sindaco Domenico Marzi impegnato nella corsa per strappare il capoluogo ciociaro al centrodestra; Pizzutelli da solo sposta un migliaio di preferenze.

È su questa base che Daniele Leodori punta per raggiungere la candidatura. E se saranno necessarie le Primarie «Sarà una festa di Popolo».