“Ventotto”: ecco la nuova maggioranza Pd-M5S in Regione Lazio

In aula si manifesta la nuova maggioranza M5S-Pd in regione Lazio. Prima conseguenza del nuovo governo nazionale. Lunedì consiglio straordinario sugli assetti politici. La manovra dei dissidenti.

«Ventotto» annunciano al microfono dal tavolo della Presidenza del Consiglio regionale. La nuova maggioranza che governa il Lazio è sotto gli occhi di tutti: Centrosinistra e Movimento 5 Stelle sono rimasti in Aula mentre tutti gli altri uscivano. Ventotto consiglieri. Abbastanza per ritenere valida la seduta, approvare le leggi, amministrare la Regione.

La prima conseguenza dell’accordo che ha generato il Governo Conte 2 è la nuova alleanza nell’Aula della Pisana. Un’alleanza non dichiarata ma evidente a tutti come dicono ora quei 28 voti.

Verifica quanto vuoi…

Mauro Buschini

Era stato il Centrodestra a chiedere al presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini la ‘verifica del numero legale‘. Cioè verificare quanti Consiglieri fossero presenti in Aula. È stata la spada di Damocle appesa sulla testa del Governatore dall’inizio della Legislatura Regionale un anno e mezzo fa: perché Nicola Zingaretti a marzo 2018 ha vinto le elezioni, le urne però non gli hanno consegnato una maggioranza. Il crollo del Pd gli aveva dato solo 25 consiglieri, un voto in meno del necessario: è riuscito ad andare avanti perché i 26 all’opposizione – divisi tra Cinque Stelle e Centrodestra – non hanno mai voluto trovare un accordo per ribaltare il Governatore. Hanno solo finto di farlo.

Un anno fa Buschini (all’epoca era capogruppo Democratico) era riuscito a tessere un accordo con i due Consiglieri fuoriusciti nel frattempo da Forza Italia e Lega, transitati al Misto. Un Patto d’Aula. Che da luglio 2018 ha consentito a quell’anatra zoppa di avere una stampella. E ribaltare da 25-26 a 27-24.

Ogni volta un’impresa. Un capolavoro di equilibrio. In modo da evitare capricci, rancori, imboscate. Sempre con termometro ed aspirina a portata di mano per evitare problemi. Ogni volta con l’incubo della ‘verifica del numero legale‘. Capace di far saltare i lavori.

Oggi il centrodestra l’ha chiesta. Ancora una volta. Approfittando delle assenze. E per portare alla luce quello che era evidente. Ventotto dice alla fine la conta. Il microfono è chiuso, nessuno sente il presidente Buschini, mentre, con la mano davanti alla bocca, dice “E mò chiedilo quanto vuoi sto ca… di numero legale“. Lui giura di non averlo detto.

Guerriglia in Aula

Davide Barillari Roberta Lombardi © Imagoeconomica, Stefano Carofei

La mattinata era cominciata con la guerriglia in Aula. Il Centrodestra ha scoperto il trappolone costruito un mese fa da Pd e M5S: il dialogo intrecciato in silenzio da Buschini con il vice presidente della Giunta Danuiele Leodori e con il capo di gabinetto Albino Ruberti. E dall’altro lato la capogruppo grillina Roberta Lombardi, che teneva informato solo Beppe Grillo. (leggi qui L’esilio e la resurrezione di Roberta Lombardi).

Quel dialogo aveva portato i 5 Stelle ad agevolare l’approvazione del Piano territoriale messo a punto con il Pd. In cambio, il Centrosinistra ha spianato la strada all’approvazione della Legge sul Compostaggio che fa parte del programma a 5 Stelle.

Un mese fa il centrodestra aveva bloccato i lavori d’Aula per impedire che quel patto si concretizzasse. Solo alle 3 della notte era stato trovato un compromesso: va bene, rinviamo tutto a settembre ma almeno un comma ce lo fate discutere. Non era un contentino. Oggi i consiglieri del Centrodestra hanno scoperto che in quel modo il Regolamento consente di riprendere i lavori proprio dalla Legge che invece volevano evitare. (Leggi qui tutti i dettagli: Guerriglia in Regione Lazio per far saltare il patto M5S-Pd).

Lunedì la dichiarazione

Si arriva allora alla verifica del numero legale. Ci sono i ventotto voti. Grazie ai quali oggi l’ex anatra zoppa ha ingranato il turbo. A velocità supersonica, la nuova maggioranza Pd-M5S incendia in un’ora i circa 200 emendamenti con cui il centrodestra voleva bloccare la legge grillina.

Stefano Parisi, portavoce del centrodestra chiede la parola. Lunedì vuole che prima dei lavori sulle Leggi ci sia un dibattito sulla nuova situazione politica. Chiederà ufficialmente alla maggioranza di contarsi.

Addio amara Forza Italia

Non sarà l’unico cambio di assetto. Tre consiglieri hanno lasciato il Gruppo di Forza Italia e sono passati al Misto. Sono il capogruppo Antonello Aurigemma, il presidente della Commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli, l’ex vice presidente del Consiglio Adriano Palozzi.Gli ultimi due hanno dichiarato di passare con Cambiamo di Giovanni Toti.

Pasquale Ciacciarelli

Il gruppo di Forza Italia risulta ora composto da due soli consiglieri: Pino Simeone (nuovo capogruppo) e Laura Cartaginese. (leggi qui tutti i dettagli Cambiamo diventa Partito: ecco i Gruppi nel Lazio e Montecitorio).

Ma è solo l’inizio della rivoluzione: i 3 ex consiglieri di Forza Italia hanno già chiesto la convocazione del Gruppo Misto per procedere all’elezione del loro Capogruppo. È una strategia per fare fuori i due loro colleghi che per un anno hanno fatto da stampella all’anatra zoppa: Enrico Cavallari (ex Lega) e Giuseppe Cangemi (Forza Italia) diventato vice presidente del Consiglio in quota alla minoranza.

Sostituiranno il primo. Chederanno il riallineamento dell’ufficio di presidenza e quindi la sostituzione del secondo.

La rivoluzione è iniziata. partendo da quota ventotto.