‘Dipartite Iva’ e sciacalli a caccia di fondi: il Prefetto vuole stanarli

FOTO: © MARCO CREMONESI / IMAGOECONOMICA

Troppe Partite Iva aperte a Frosinone nei mesi del Covid. Il sospetto è che siano ditte 'finte': aperte solo per chiedere i sussidi di Regione e Stato. Lo rivela il prefetto Portelli a margine dei numeri sull'attività anticrimine. Chiesti controlli approfonditi. Contro usurai e sciacalli

Hanno approfittato del Covid-19. Ci sono saltati a cavallo e lo hanno sfruttato. Per chiedere soldi alla Regione Lazio ed allo Stato. Soldi che non gli spettavano, soldi tolti ad altri che ne avevano bisogno. E non solo: in questo modo hanno riempito di pratiche inutili gli uffici, allungato i tempi per gli imprenditori onesti. A centinaia in provincia di Frosinone hanno aperto una Partita Iva di comodo per chiedere i contributi pubblici riservati alle imprese in difficoltà a causa della pandemia di Coronavirus.

A rivelarlo è stato il prefetto di Frosinone Ignazio Portelli. Lo ha fatto a margine del periodico resoconto sull’attività di prevenzione e di contrasto ad ogni forma di illegalità in provincia.

Usurai nel mirino

Ignazio Portelli Foto © Rocco Pettini / Imagoeconomica

I rappresentante del Governo ha chiesto alle Forze dell’ordine di intensificare l’attenzione sul fenomeno dell’usura. Perché la pandemia ha bloccato molte attività, altre hanno chiuso. Chi ha resistito sta vivendo la fase del rimbalzo. Ignazio Portelli ha chiesto che con discrezione venga fatto un controllo sulle attività passate di mano in questo periodo.

Il timore è legato ai numeri messi a nudo in queste ore da Cerved: ci saranno conseguenze economiche e la provincia di Frosinone è tra le più esposte. Perché la sua economia si basa sull’Automotive che è uno dei segmenti più esposti. (Leggi qui Covid sull’economia: rilancia Latina e affossa Frosinone).

Il prefetto sa che è questo il contesto nel quale sguazzano meglio le organizzazioni criminali specializzate nel prestare i soldi ai disperati. Sono pronti a rilevare le aziende degli imprenditori che non vedono un futuro.

Le Partite Iva

Il Palazzo di Governo di Frosinone. Foto © Emilia Trovini

È stato in questo contesto che sono saltati fuori i numeri sulle Partite Iva. Ignazio Portelli nei giorni scorsi aveva chiesto alla Guardia di Finanza un attento studio sul fenomeno della chiusura ed apertura di partite IVA. Lo ha fatto concentrare sul periodo febbraio – agosto 2020: è quello dei mesi più caldi della prima ondata di Covid.

I dati raccolti dai finanzieri in servizio nella provincia di Frosinone hanno fatto registrare l’anomalo aumento di Partite Iva: ne sono state ben 2.401. Nello stesso periodo ne sono state chiuse 880. 

Chi ha chiuso. I numeri parlano chiaro: hanno cessato l’attività 56 Srl, hanno smesso di esercitare 20 associazioni non riconosciute o comitati; hanno detto basta 760 ditte individuali. 

I numeri sono ancora più eloquenti sul fronte delle aperture. Sono nate nello stesso periodo Covid 410 Società a Responsabilità Limitata, hanno iniziato l’attività 109 associazioni non riconosciute o comitati; il dato più interessante viene dal fronte delle ditte individuali: hanno aperto ben 1.764.

Il sospetto è che molti abbiano aperto solo per poter chiedere i 10mila euro praticamente a fondo perduto messi a disposizione delle Partite Iva dalla Regione Lazio. E pure i 25mila euro a tasso e condizioni ultra agevolate messi a disposizione dallo Stato.

Il prefetto ha chiesto controlli severi ed approfonditi: per stanare i furbi. E fargli restituire i soldi.