Pd, sarà un congresso senza spazi di mediazione: la paura di sbagliare scelta

Gli interventi di Matteo Orfini e Maria Elena Boschi alla Festa de L’Unità di Cassino non hanno lasciato spazi. Con Nicola Zingaretti si andrà allo scontro. E nei territori tutti temono di puntare sul cavallo perdente

Nei loro interventi alla Festa de L’Unità di Cassino il presidente nazionale del Pd Matteo Orfini e la deputata Maria Elena Boschi non hanno lasciato neppure uno spazio all’ipotesi di un Pd diverso da quello attuale, che ha inanellato una serie impressionante di sconfitte a partire dal referendum costituzionale. Per finire con la disfatta del 4 marzo scorso.

L’unica cosa che si può concedere è quella dei difetti di comunicazione.

Questo significa che con Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, si andrà allo scontro quando finalmente si celebrerà il congresso per la segreteria.

 

Saranno in campo due idee diverse e non conciliabili di Pd, al punto che forse non sarebbe sbagliato firmare almeno un documento comune nel quale tutti si impegnano a restare nel Partito chiunque sarà a guidarlo.

Però appare chiaro anche in questo momento che nessuno potrà permettersi il lusso di non schierarsi. O di qua o di là.

 

Nicola Zingaretti è determinato ad andare avanti con il modello Lazio: centrosinistra aperto e inclusivo, coinvolgimento delle liste civiche e delle associazioni. Una Piazza Grande insomma.

Il modello renziano è sempre lo stesso, indipendentemente da chi andrà ad interpretare il ruolo.

 

Ma quando si farà il congresso? Una cosa è certa: o si svolge con un certo anticipo sulle elezioni europee oppure il Pd rischia una ulteriore sconfitta dalla quale sarebbe complicato davvero riprendersi. Gennaio o febbraio quindi potrebbero essere i mesi giusti.

Dappertutto le classi dirigenti sono impegnate a ragionare e a schierarsi. Con Zingaretti o con Renzi? La provincia di Frosinone esprime comunque due consiglieri regionali (Mauro Buschini e Sara Battisti), il presidente della Provincia (Antonio Pompeo), diversi sindaci, i presidenti di Asi e Saf (Francesco De Angelis e Lucio Migliorelli). Può dare un contributo importante.

Ma tutti temono la scelta. Perché per gli sconfitti non ci saranno più spazi.