Pd, torna l’unità: Pompeo non schiera il candidato

Foto: © Stefano Strani

Il presidente della Provincia Antonio Pompeo annuncia che Base Riformista non presenterà un candidato segretario. Si va verso un Congresso Pd unitario. Senza conte e senza lacerazioni. "Abbiamo messo in campo un gesto di grande responsabilità”. Il futuro di Pompeo. E quello delle Province.

Niente spaccature, niente conte, nessuna lacerazione. Il Partito Democratico viaggia a tutta velocità verso la ricostruzione dell’unità interna. Darà vita ad un Congresso provinciale unitario: nel senso vero del termine. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo, leader della componente Base Riformista, nel pomeriggio ha annunciato che non schiererà un candidato di bandiera. È la stessa scelta fatta da Francesco De Angelis sull’altro lato della barricata, quello di Pensare Democratico.

Antonio Pompeo. Foto © Michele Di Lonardo

Non accadeva da decenni. I congressi provinciali del Pd fino ad oggi sono stati scanditi dalle conte fratricide, dalle divisioni interne tra l’ala ex Ds di Francesco De Angelis e l’area ex Margherita di Francesco Scalia. Oppure dagli accordi raggiunti a tavolino, disegnati con il compasso e calcolati al millimetro.

Questa volta no. Esattamente come ha chiesto il segretario nazionale Nicola Zingaretti: vuole un Partito vero, senza tesseramenti drogati dai pacchetti di sottoscrizioni. Il simbolo della rigenerazione in provincia di Frosinone sarà Luca Fantini, il segretario dei Giovani Democratici nel Lazio: unico candidato finora alla Segreteria provinciale.

Il segnale di ritorno all’unità è quello dato da Antonio Pompeo.

Congresso unitario

Presidente, avete ritrovato l’unità

Abbiamo deciso di non indicare  candidati. Si tratta di un atto di grande responsabilità. Riteniamo che in questo momento il Pd, in particolare quello della provincia di Frosinone, non abbia bisogno di conte interne, ma necessiti di unità. E questi principi li vogliamo dimostrare in maniera concreta, iniziando il percorso senza presentare  un nostro candidato segretario. È questa la decisione sulla quale c’è stata la convergenza unitaria.

Avete puntato i piedi perché reclamate i vostri spazi nel Partito: governa solo quello che vince?

“Abbiamo deciso di rimanere nel Partito Democratico e vogliamo rafforzarlo. Vogliamo dare il nostro contributo di idee, valori e radicamento sul territorio. Proprio da questi obiettivi nasce la nostra decisione di non indicare candidati. Concentriamoci su un reale progetto che affronti i temi che interessano il territorio: dall’Ambiente alla Sanità, dall’occupazione alle politiche giovanili, dalla scuola al sociale. È questo il perimetro nel quale si dovrà strutturare il nuovo corso del Pd della provincia di Frosinone. E noi vogliamo esserne parte attiva e protagonista”.

Antonio Pompeo con Francesco De Angelis
Luca Fantini potrebbe essere un punto di equilibrio?

Non è questione di nomi, ma di metodo e di progetto. Con la nostra decisione, crediamo di aver contribuito a creare i presupposti per un congresso realmente unitario, senza alzare i toni che, inevitabilmente, una nostra candidatura avrebbe comportato. Congresso unitario che deve voler dire anche Partito unitario, compito che spetterà al nuovo Segretario. Il quale dovrà dimostrare di avere capacità e qualità necessarie in tal senso”.

Le Province

Oggi c’è la corsa a rinnegare la riforma delle Province: lei è tra i pochi che chiedono di ‘completare’ la riforma anziché tornare indietro e rinnegare tutto. In che modo?

Da quando mi sono insediato alla guida della Provincia di Frosinone, e ancor di più nei ruoli all’interno dell’Upi nazionale e dell’Upi Lazio, più che agli aspetti di mera propaganda e alle dispute ideologiche, ho guardato sempre all’aspetto pratico. Gli enti provinciali ci sono, sono importanti e vanno messi nelle condizioni di operare al meglio”.

Si, come?

Attraverso l’Unione delle Province d’Italia abbiamo predisposto diversi documenti in tal senso, frutto non di teorie astratte ma del contatto diretto e quotidiano che noi amministratori abbiamo con i cittadini e i territori: servono più risorse per le strade, più fondi per le scuole, servono misure per garantire la tutela dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile, servono semplificazione normativa e dei livelli amministrativi. Se si porta a compimento la riforma secondo queste direttive, non ne guadagnano solo le Province ma il sistema Italia, sia dal punto di vista della governance che del rilancio economico.

Matteo Renzi dice che la soluzione è un piano shock per l’economia

Sento tanto parlare di piano shock per l’economia. Le Province hanno pronti oltre 1.500 progetti cantierabili su strade ponti e scuole per più di 4 miliardi di euro. Se si trasformano in interventi lo scossone in positivo per l’economia è immediato, senza dover pensare a misure diverse che implicano più tempo per la realizzazione.  Non solo, le Province sono anche l’esempio che la tanto declamata spending review si può fare. Ad oggi quando si parla di sprechi, di indennità e compensi, di cda, di casta come si suol dire, bisogna pensare ad altri enti.

Il presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
È quello che avete detto al presidente della Repubblica quando vi ha ricevuto al Quirinale l’altra settimana?

Lo abbiamo detto non solo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il quale, a onor del vero, ha sempre evidenziato l’importanza delle Province in ogni suo intervento ufficiale. Lo abbiamo anche ribadito al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Abbiamo riscontrato importanti aperture, siamo fiduciosi e continuiamo a ribadire le nostre richieste.

Le province come sono oggi possono ancora incidere sullo sviluppo dei territori?

La risposta è nella notizia che avete anticipato ieri e che oggi sta su tutti i giornali: il finanziamento di 3,4 milioni di euro per le infrastrutture dell’Area di Crisi complessa”. (leggi qui Strade, rotatorie, svincoli: 3,4 milioni per le vie delle fabbriche)

Se oggi c’è questa possibilità lo si deve alla Provincia di Frosinone, dove, nel 2016, è nata questa opportunità. La Provincia di Frosinone ha fatto parte del Gruppo di Coordinamento e Controllo. Ha richiesto espressamente di dare priorità nel PRRI alla realizzazione di nuove infrastrutture per garantire attrattività e sviluppo per il sistema industriale locale.

Senza contare gli investimenti e gli interventi in tempi record sulle strade perimetrali dello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano. L’unico intervento reale ad oggi su quell’area, nonostante ci si voglia estromettere sulle competenze future. Se non basta questo a far capire l’utilità delle Province, aggiungo che nel dossier presentato al Governo, la Provincia di Frosinone ha pronti 62 progetti cantierabili per le strade per oltre 15 milioni di euro e  40 per le scuole per un importo di oltre 11 milioni di euro.

Ma non basta ancora: abbiamo dimostrato di essere determinanti anche per la crescita della raccolta differenziata, mettendo a disposizione dei comuni circa 12 milioni di euro fino ad oggi e ulteriori 4 a breve. Nel 2014, quando mi sono insediato  la percentuale di rd nel nostro territorio era al 32%. Oggi supera il 50%.

Alessandra Sardellitti
A Roma Alessandra Sardellitti ha sbattuto i pugni sul tavolo: l’economia circolare ed il recupero di nuovi materiali da quelli usati può essere una risposta? (leggi qui Rifiuti, Frosinone contro Roma: “Usate i nostri impianti per incapacità”)

L’economia circolare è il futuro. La trasformazione dei materiali ne è il corollario. Se entriamo in quest’ottica di pensiero allora potremmo avere una opportunità in più per garantire lo sviluppo sostenibile. Anche in una delicata materia come è quella dei rifiuti. Frosinone ha saputo fare la sua parte, altri no e oggi ne pagano le conseguenze. Bene ha fatto la consigliera Sardellitti a ribadirlo in sede di audizione in Regione: l’autosufficienza degli Ato è un principio che abbiamo sempre ribadito e che va rispettato”.

Dopo lo scambio di opinioni a viso aperto tra lei e Zingaretti sui tempi per il rilascio delle autorizzazioni è cambiato qualcosa?

La discussione e il confronto sono il sale della politica se si vuole risolvere un problema. È un dato di fatto che le Province svolgono anche funzioni di competenza regionale. Lo abbiamo evidenziato attraverso l’Upi Lazio e quel tavolo di confronto sta aprendo possibili soluzioni per i territori”.

Dopo palazzo Iacobucci dove trasloca: palazzo Madama o Montecitorio?
Palazzo Iacobucci

Sono abituato ad essere realista e a ragionare un passo alla volta. Per adesso ci sono gli impegni da sindaco e da presidente della Provincia, dunque, mi si passi la battuta, i palazzi che mi riguardano sono solo quelli di piazza Matteotti e piazza Gramsci.

Come vede ragiono sempre da amministratore, e per questo mi sento anche di evidenziare un aspetto: in questo territorio gli amministratori sono gli unici a dare risposte e a dare concretezza agli impegni presi, pur se il loro lavoro non viene adeguatamente valorizzato come spesso capita per i soli annunci.

Ecco, mi piacerebbe che questa prospettiva fosse capovolta. Vorrebbe dire che dagli annunci si è passati ai fatti e dunque i cittadini hanno avuto quelle risposte e quei progetti che aspettano.

Con il taglio dei parlamentari sarà quasi impossibile avere uno spazio…

Mi piacciono le sfide”.