Il gruppo Fardelli si sfascia. E lascia libertà di voto

Non è finita a sediate in faccia. Ma solo per poco. La riunione della componente Pd che faceva capo al consigliere regionale Marino Fardelli mercoledì sera ha ufficializzato ciò che era già chiaro. E cioè che il gruppo si è frantumato. Non esiste più. Finisce così l’esperienza della componente Cassinate che doveva contrapporsi alla Federazione Pd di Frosinone, farne saltare gli equilibri, portare la voce di Cassino lì dove si decide la strategia politica del Partito.

Hanno gridato molto ieri sera. Accusando Fardelli di pensare solo a sé stesso. Mentre il consigliere, gridava a sua volta cercando di far capire che una cosa è il suicidio politico mentre altro è la strategia.

Al centro della lite e della rottura c’è la posizione da assumere alle elezioni provinciali dell’otto gennaio. Il gruppo voleva candidare il consigliere provinciale uscente Alessandro D’Ambrosio. Ma non nella lista del Pd. Bensì in quella alternativa che sta costruendo Gianfranco Schietroma con Socialisti, Possibile, Sinistra Italiana (leggi qui). Ma Fardelli ad un certo punto ha tirato il freno: spiegando che effettivamente in questo modo si manderebbe un forte segnale politico al Pd provinciale, al quale viene rimproverata la sconfitta del centrosinistra alle scorse comunali. Allo stesso tempo però – ha evidenziato Fardelli – ci si taglia ogni possibilità di avere un consigliere regionale nel prossimo mandato. Perché nessuno del Pd ufficiale lo appoggerebbe. (Leggi qui il precedente)

Lo scontro è stato acceso. Con reciproche accuse di egoismo e scorrettezza. Ed a Fardelli di essere sotto il ricatto del Pd provinciale, come già detto sul web nei giorni scorsi (leggi qui)

Alla fine c’è stata la rottura. Marino Fardelli e l’ex assessore comunale alle Finanze Enzo Salera Da una parte. Dall’altra l’ex sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, il consigliere provinciale uscente Alessandro D’Ambrosio ed il consigliere Edilio Terranova.

L’area Fardelli voterà Pd. Gli altri? Si va verso la scheda bianca. Una decisione ufficializzata «dopo profonda e sofferta analisi politica stimolata dal prossimo svolgimento delle elezioni del consiglio provinciale».

Perché questa scelta? Petrarcone, D’Ambrosio e Terranova hanno un lungo elenco di cose che gli impedisce di appoggiare il Pd. «L’atteggiamento incomprensibile ed inadeguato della federazione provinciale Pd di Frosinone. In particolar modo, del segretario Simone Costanzo che in occasione delle scorse elezioni comunali non ha attribuito il simbolo alla maggioranza degli iscritti. Ha consentito a tesserati di sostenere liste schierate contro il sindaco uscente Petrarcone e la sua coalizione di centrosinistra ed a favore del candidato di destra poi uscito vincitore».

Non solo. Alla Federazione viene contestato di «non avere consentito lo svolgimento del congresso cittadino entro il 30 settembre cosi come aveva stabilito il direttivo provinciale». E ancora «Non ha consentito la costituzione del gruppo Pd in consiglio comunale a Cassino».

Alla Federazione provinciale viene imputato «L’atteggiamento equivoco che sostiene ed alimenta accordi con la destra in tutti gli enti intermedi come emerso da recenti trasmissioni televisive».

Il No è anche al presidente uscente Antonio Pompeo «eletto da liste civiche e di destra. Fino ad oggi ha governato con l’appoggio di queste forze e non ha ancora chiarito il programma amministrativo dei prossimi due anni. E nemmeno le forze politiche che sosterranno la sua amministrazione. Alimentando così incertezze ed accordi trasversali».

Sul piatto finisce anche il governo del Consorzio Industriale Cosilam. «Il Presidente Pompeo non ha mai chiarito quale sia la sua posizione sul futuro del Cosilam ed in particolare sulla annosa questione dell’attribuzione del patrimonio attualmente gestito dall’Asi e che insiste sul territorio cassinate. E’ il caso del depuratore dello stabilimento Fiat e della condotta idrica che emunge acqua dalle falde acquifere di Cassino e che serve il fabbisogno dello stesso stabilimento industriale FCA».

Il Pd ha tentato un accordo? Ha provato a smussare gli angoli con il gruppo di Cassino? Petrarcone, D’Ambrosio e Terranova dicono di no. «Il segretario provinciale non ha mai invitato ufficialmente il consigliere provinciale del Pd Alessandro D’Ambrosio ed il nostro gruppo a candidarsi nella lista del Pd. Nell’ultimo direttivo provinciale è emersa la possibilità che nella lista del Pd saranno inseriti esponenti della destra ed in particolar modo di Massimiliano Mignanelli. (Leggi qui il precedente),

E’ per questo che «ritengono non ci siano le condizioni politiche e morali per l’indicazione di una candidatura nella lista del Partito Democratico alle prossime elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale lasciando ognuno libero di esprimere il proprio voto secondo la propria coscienza».

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