«Serve la lista unitaria Pd: sbagliata la conta Pompeo – De Angelis»

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Si riapre il dialogo tra Antonio Pompeo e Francesco De Angelis sulla lista unitaria per Zingaretti alle prossime primarie Pd. Il presidente della Provincia: "Una conta tra di noi? sarebbe uno sbaglio". Il suo ruolo: Aggregare chi è nella zona di confine. L'errore da non commettere: "Contenderci i sindaci tra me e De Angelis, il numero resta sempre lo stesso, come gli aerei di Mussolini"

La lista unitaria nel Partito Democratico per le Primarie? «I matrimoni si fanno in due, per me si può fare ma questo non significa che siamo pronti a farla a qualunque costo». Antonio Pompeo è il presidente della Provincia di Frosinone, eletto per il secondo mandato con il 60% dei consensi nonostante il centrodestra potesse disporre di più voti. Ha vinto con il metodo Zingaretti dopo avere governato con il metodo Zingaretti: coinvolgendo e aggregando, andando oltre gli schemi.

Ora c’è la corsa verso le Primarie del 3 marzo: il voto nei Gazebo dove verrà scelto il nuovo Segretario Nazionale del Partito Democratico. Nicola Zingaretti è in vantaggio. Ma le forze renziane unite, dopo la tappa delle Convenzioni (le votazioni riservate agli iscritti per selezionare e ridurre a tre i candidati), possono dire di avere ancora la maggioranza.

Francesco De Angelis ha mostrato i muscoli e lanciato la sua micidiale macchina da guerra elettorale. (leggi qui Le mascelle del cannibale De Angelis tra le luci del Fornaci per conquistare il Pd). Nei giorni precedenti Antonio Pompeo aveva fatto altrettanto riunendo a Ceprano i suoi quadri (leggi qui). Insieme, al primo turno hanno portato a Zingaretti il 91% dei voti nella Federazione di Frosinone. Poi De Angelis ha chiuso il cerchio su Cassino e accolto nella sua componente Pensare Democratico il segretario di Circolo Marino Fardelli (leggi qui Fardelli passa con Francesco De Angelis: il Pd ora è tutto un Pensare Democratico). Vuole fare l’en plein.

Resta aperto un tema: la lista da presentare a sostegno di Zingaretti. È L’elenco dei candidati che vengono eletti nell’Assemblea Nazionale. Cioè l’organismo che dovrà eleggere il Segretario se tutti e tre gli aspiranti Segretario (Zingaretti, l’ex ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, Roberto Giachetti) dovessero fallire il quorum del 50% nei gazebo.

Francesco De Angelis e Antonio Pompeo stanno con Nicola Zingaretti. Presentano una lista sola e dimostrano l’unità? O andranno alla conta? La settimana scorsa sembrava cosa fatta (leggi qui  Nasce l’alleanza De Angelis – Pompeo: via libera alla lista unitaria del Pd). Poi però erano emerse frizioni interne (leggi qui Contrordine compagni, la lista unitaria non si fa: non c’è accordo per il capolista).

Antonio Pompeo mette in chiaro. «Penso che sarebbe un grave errore ridurre tutto ad una conta interna nel Pd, ad una vecchia campagna acquisti nella quale io e Francesco De Angelis ci contendiamo questo o quel sindaco. Penso invece che si debba andare oltre le correnti. E che il mio ruolo sia quello si ampliare il Partito Democratico. Di aggregare quella fetta d’elettorato che non si riconosce ancora nel mondo Dem ma che si riconosce meno ancora negli altri Partiti. Devo essere l’elemento catalizzatore per chi è stato deluso dalle altre esperienze politiche maturate in questi anni. Solo così potremmo uscire dalle secche del 18%».

La lista unitari tra lei e Francesco De Angelis potrebbe essere utile?

«Tutti i segnali di unità sono utili. Ma i matrimoni si fanno in due, anche quelli politici. Ognuno ci mette una parte. Se Io pretendessi di decidere tutto e imporre a Francesco le mie scelte non sarebbe più un matrimonio, ma una convivenza di comodo destinata a durare molto poco». 

E cosa pensa di poter portare il presidente Antonio Pompeo in questa unione?

«Penso di avere dimostrato in tutte le competizioni elettorali di poter convogliare consensi nel Pd prendendoli da una zona di confine dove ci stanno i delusi degli altri Partiti. Questo è il mio ruolo, il Pd deve sfruttare questa mia posizione»

Con Francesco De Angelis state facendo a chi conta di più?

«Se stiamo dando questa impressione stiamo sbagliando. Gli avversari stanno fuori dal Pd e non al suo interno. Se ci contendessimo i sindaci, ripeto, sarebbe un errore: il numero degli aeroplani alla fine è sempre lo stesso, come la flotta di Mussolini che la spostava da una parte all’altra dell’Italia per fare coreografie alle sue manifestazioni. Le primarie sono appuntamento troppo importante per perderci in una conta sterile tra di noi».

Allora la risposta alla domanda ‘Lista unitaria’ è si?

«Ma non a qualunque condizione».

Il problema è il nome del capolista? Francesco De Angelis vuole farlo e pure lei reclama quella posizione…

«Questo, mi permetterete, è un tema interno al Partito. Ciò che deve essere chiaro, a tutti ed a me per primo, che non vanno consumate ora tutte le energie pensando solo alle primarie. Pensiamo soprattutto alle competizioni al di fuori del nostro Partito».

Quindi: lista unitaria si, non a qualunque costo: il capolista è una condizione negoziabile?

«Così però torniamo alla contrapposizione tra me e De Angelis e, torno a ripetere, sarebbe un errore. No alle conte interne, no alle contrapposizioni. Mettiamola così: mi adopererò per essere elemento di sintesi e non di rottura nel Pd ed è il lavoro che sto facendo».