Sora chiama Frosinone: in ginocchio dal sindaco

Negli anni ’90 i primi cittadini avevano il sostegno delle liste civiche ma il ruolo dei partiti era preponderante. Poi la situazione è cambiata, ma quello che si sta vedendo a Sora in questi giorni anticipa lo tsunami che si abbatterà su Frosinone tra dieci mesi. Quando big politici, parlamentari e consiglieri regionali dovranno prostrarsi ai piedi di chi indosserà la fascia tricolore. Per chiedere udienza. E voti

Il primo ad intuire che per vincere bisognava avere un profilo civico è stato Massimo Ruspandini a Ceccano, con la prima elezione di Roberto Caligiore sindaco. Ma lì c’erano due motivi fondamentali: Ceccano veniva ancora considerata la “Cuba dei Lepini” e quindi il centrodestra per sfondare le linee aveva bisogno di essere rassicurante e perfino mimetizzato. Un capolavoro, quello di Ruspandini. Un anno fa, in occasione della conferma di Caligiore, il profilo civico è rimasto ma la politica si è ripresa i suoi spazi, soprattutto con Fratelli d’Italia.

La necessità delle civche

Adesso invece il voler avere coalizioni civiche è una necessità, perché alle comunali i Partiti non “tirano” o addirittura fanno perdere consensi. Ma il risultato è che le liste civiche si stanno prendendo quasi tutti gli spazi. Rispetto al passato.

Domenico Marzi

Negli anni ’90, nella stagione dei sindaci d’Italia, in tanti si resero conto che era fondamentale avere un appoggio delle liste civiche. Ma i partiti rimanevano preponderanti.

Pensiamo alle stagioni di Domenico Marzi (Frosinone), Piergianni Fiorletta (Ferentino), Danilo Campanari (Veroli), Patrizio Cittadini (Alatri), Giuseppe Golini Petrarcone (Cassino), Enzo Di Stefano (Sora), Maurizio Cerroni (Ceccano). Ma anche più recentemente con Nicola Ottaviani (Frosinone-2012), Antonio Pompeo (Ferentino), Simone Cretaro (Veroli) e via di questo passo.

Nel 2017 Nicola Ottaviani ha avuto una coalizione dominata dalle liste civiche, ma Forza Italia (nella quale militava) era comunque centrale.

L’antipasto di Sora

Adesso invece è cambiato tutto e quanto sta accadendo a Sora è l’antipasto di quello che succederà a Frosinone. (Leggi qui Lino caterpillar licenzia Giuseppe. Riecco Alberto La Rocca).

Certamente il tasso di conflittualità politica che si sta registrando a Sora è da record sugli annali. Però è anche indicativo di una difficoltà enorme dei Partiti a governare le situazioni, a trovare sintesi al loro interno sulle candidature a sindaco e sulle liste.

Anche in questa provincia i risultati dimostrano che più marcato è il voto di opinione e di appartenenza, più i Partiti “reggono”. Pensiamo alle Europee e alle politiche per Camera e Senato. Alle Regionali invece prevale un mix di voto di Partito e radicamento nel territorio. Questo spiega, per esempio, l’eccezionale traino di Francesco De Angelis, che nel Pd ha fatto eleggere in carrozza Mauro Buschini e Sara Battisti. E anche il contributo di Mario Abbruzzese all’elezione di Pasquale Ciacciarelli.

Nei Comuni salta tutto

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Ma quando si scende nei Comuni, allora saltano le regole. Le liste civiche si prendono la scena, perfino in maniera trasversale. Andando a pescare anche in parti di elettorato che alla Camera voterebbero a occhi chiusi per un determinato partito.

Tra dieci mesi a Frosinone si capirà ancora meglio come stanno le cose. Il centrodestra è alle prese con il dopo Ottaviani: difficilmente resterà unito e difficilmente si troverà una sintesi condivisa da tutti sulla candidatura a sindaco. A quel punto il collante potranno essere soltanto le liste civiche. Ed è su questo aspetto che sta già lavorando Nicola Ottaviani, pur essendo il coordinatore provinciale della Lega.

Nel centrosinistra il grande favorito per la candidatura a sindaco, Mauro Vicano, è concentrato esclusivamente sulle liste civiche. Certamente i partiti non potranno non esserci, ma non saranno centrali. Questo comporterà anche un’altra conseguenza: il sindaco ha enormi spazi di libertà perché viene identificato come il salvatore della patria, senza il quale i partiti affonderebbero. E quando si arriverà alle politiche, saranno senatori, deputati e consiglieri regionali a dover alzare la manina per chiedere un aiuto in campagna elettorale. Si è capovolta la politica.