Top e Flop, i protagonisti del giorno: sabato 27 novembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di venerdì 26 novembre 2021. Per capire cosa è accaduto nelle ore scorse e cosa ci attende in questa giornata di sabato

TOP

SALERA-DI STEFANO

Luca Di Stefano

Hanno dimostrato intuito e coraggio. Le candidature al consiglio provinciale di Gino Ranaldi e Alessandro Mosticone serviranno a far capire quanto “pesano” Enzo Salera e Luca Di Stefano in una competizione per addetti ai lavori. (Leggi qui Provincia, ecco la lista Pd. E chi la vota).

Il sindaco di Cassino è ormai uno dei punti di riferimento del Pd, specialmente come modello amministrativo. Se Gino Ranaldi dovesse essere eletto con un numero importante di voti ponderati, allora per Salera inizierebbe la volata per la candidatura alla presidenza della Provincia. Mettendo in conto le altrettanto legittime ambizioni del sindaco di Isola del Liri Massimiliano Quadrini e quindi l’ipotesi di un ballottaggio.

Per Luca Di Stefano il discorso è diverso perché lui ha vinto con una coalizione soprattutto civica che però già rappresenta un modello in qualche modo alternativo a quello dei Partiti. Però Di Stefano è molto giovane e al primo mandato. Ha tanto tempo davanti e la sua carriera non finirà solo come sindaco di Sora.

Sguardi nel futuro.

PASQUALE CIACCIARELLI

Pasquale Ciacciarelli

Lontano da Nicola Ottaviani ma anche da Francesco Zicchieri e Francesca Gerardi. Il consigliere regionale della Lega Pasquale Ciacciarelli ha assunto un suo ruolo specifico.

Alle Provinciali si conterà su Luca Zaccari, ma non è solo questo. Cercherà di capire da quale base può partire in vista delle Regionali. Perché nel 2018 il seggio alla Lega non è scattato in provincia di Frosinone nonostante la massa di voti raccolta da Alessia Savo, bensì è scattato a Latina che ha 70mila abitanti in più e pertanto una percentuale maggiore.

Ciacciarelli vuole capire anche da quale base partire sul territorio, considerando che ha l’incarico di responsabile organizzativo: vuole far comprendere che ovunque bisognerà fare i conti con lui. Nel Carroccio ma anche nel centrodestra. Da Frosinone a Cassino, passando per tutti gli altri centri.

Pasquale Ciacciarelli ha dimostratori avere i voti nel 2018 e sa che nel 2023 avrà una forte competizione interna nella corsa alla riconferma della Pisana. Sta lanciando messaggi inequivocabili: lui ha un suo ruolo autonomo e indipendente nella Lega.

Punto di riferimento.

FLOP

MARA CARFAGNA

Foto Jennifer Jacquemart / Imagoeconomica

Da quanti mesi si parla di lei come possibile leader di una nuova area centrista in grado di fare da ago della bilancia? Da troppi. Da quanti anni la ministra per il Sud esterna malumori per la gestione di Forza Italia e per i mancati interventi di Silvio Berlusconi? Da troppi.

Intanto però è rimasta negli “azzurri”. Mara Carfagna ha le carte in regola per guidare una formazione di centro, ma il fatto è che prima o poi bisognerà iniziare il percorso. Che invece resta fermo al palo.

Tra Matteo Renzi, Carlo Calenda, Udc e altre forze politiche trovare l’accordo è praticamente impossibile. Per quanto riguarda Forza Italia, se Silvio Berlusconi non dovesse essere eletto Capo dello Stato, si aprirà una fase con tante di quelle variabili che davvero potrebbe succedere qualunque cosa. Ma se Mara Carfagna non fa un primo passo, ogni scenario resta solo virtuale.

Regina tentenna.

ALESSANDRO DI BATTISTA

Alessandro Di Battista (Foto Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Le ultime esternazioni sono che i Cinque Stelle sono destinati ad un ruolo marginale (e ha ragione) e che in un nuovo soggetto politico vorrebbe con sé Virginia Raggi. Ma il punto è: quale soggetto politico? Collocato dove? Con quali prospettive?

L’ex enfant prodige dei pentastellati continua a farsi sentire ogni tanto, senza però assumere iniziative concrete.

Ricapitoliamo: è uscito dai Cinque Stelle prima dello storico successo elettorale e politico del 4 marzo 2018. Poi ha iniziato una fase di riflessione e di critica nei confronti dello stesso Movimento. Quindi è stato più volte sul punto di rientrare. Salvo poi consumare la frattura definitiva quando c’è stato il sostegno del Movimento al Governo di Mario Draghi. E’ sembrato vicino ad un rientro lungo un possibile asse con Giuseppe Conte, ma alla fine nulla è successo.

Pure lui dovrebbe assumere qualche iniziativa concreta, altrimenti a cosa serve tutto questo movimentismo?

Incompiuto.