Cosimino come Icaro, ma le alte quote non gli fanno bene

Il sindaco di Gaeta acquisisce due edifici storici. Ma non ha visto il business per il Comune con il parcheggio ex stazione in vendita. Lo hanno preso i privati. Avviata un'indagine interna. La transazione porta le impronte digitali del suo stesso Partito. Ma la faccenda è solo casus belli per il vero nodo: il rimpasto in giunta

Si chiama sindrome di Icaro. In psicologia indica la presenza di un leader capace e ambizioso: così tanto però da diventare distruttivo. Il nome deriva da una celebre figura della mitologia classica greca: Icaro con le sue ali di cera fu il primo uomo a volare. Ma puntò troppo in alto e sfidò il sole: morendo perché il calore sciolse le ali. A Gaeta sono convinti che Icaro non fosse il figlio di Dedalo e di Naucrate una delle schiave del re Minosse, ma sono certi che in realtà sia il sindaco Cosimino Mitrano. Cioè la guida di una delle città che nonostante la crisi e l’emergenza Covid, non ha inserito nel suo glossario il termine crisi.

Molti componenti della sua maggioranza Forza Italia-Fratelli d’Italia e Pd da lunedì pomeriggio stanno ricordando a Cosimino-Icaro quello che il padre Dedalo aveva raccomandato di fare. Cioè di non spingersi troppo in alto e di mantenere la direzione ad ovest. 

I tre che chiedono di ‘volare basso’

MASSIMO MAGLIOZZI

La realpolitik della maggioranza consiliare al comune di Gaeta è in fermento.

Lo è da quando anche tre consiglieri comunali della spaccata minoranza  hanno deciso di votare il rendiconto dell’esercizio finanziario 2019.

Sono l’ex sindaco di Forza Italia Massimo Magliozzi, il presidente della commissione Trasparenza Luigi Gaetani ed il giovane Gennaro Romanelli.

Con il Rendiconto è stata approvata una pioggia di variazioni al Bilancio. Tra queste c’è anche il passaggio nella proprietà immobiliare del comune di due edifici storici di Gaeta: “ex Forte Emilio Savio” e “Casa Tosti“, sinora nella disponibilità del demanio.

Cosimino Mitrano è un uomo dalla non comune capacità di visione: è lui ad avere immaginato Gaeta come città turistica tutto l’anno e non solo in estate, lui ha creato la serie di eventi che fino al Covid hanno catturato migliaia di visitatori in autunno ed inverno; lui ha immaginato il nuovo waterfront per trasformare in un salotto a cielo aperto l’intero lungomare; a lui si deve l’idea dalla palazzina medica con la quale rispondere alla richiesta di salute in città dopo la chiusura dell’ospedale. Tuttavia ora ci sono voci della maggioranza che cominciano ad insinuare un pericolo a meno di due anni dal voto amministrattivo. «Che forse Cosimino stia un pò esagerando».

Il vero timore

COSMO MITRANO

Ma il timore è uno soltanto. Non tanto di aver dilaniato una minoranza sinora apparsa lenta, litigiosa e macchinosa. Quanto per aver reso la sua coalizione un polveriera. Pronta ad esplodere nel momento in cui bisogna fare alcune scelte chiave per il futuro di Gaeta. Una su tutte: la scelta del futuro candidato sindaco destinato a raccogliere l’eredità di Mitrano. 

C’è tempo per il ritorno alle urne. Ma la richiesta di un rimpasto è giunta alle orecchie del sindaco. Soprattutto dopo l’imbarazzante situazione che ha dovuto affrontare la maggioranza quindici giorni fa.

B&B e parcheggi, l’opzione ‘Forte’

IL PIAZZALE DELLA EX STAZIONE DI GAETA. FOTO Pufui PcPifpef

L’imbarazzo è legato alla decisione del Consorzio Industriale del sud pontino di vendere ad una società immobiliare di recente costituzione. Vendere per poco più di 409 mila euro parte del piazzale e la palazzina dell’ex stazione ferroviaria di Gaeta.

Per farci cosa, a cento metri dall’abitazione del sindaco e dell’ex vetreria Avir, a trecento metri dalla spiaggia di Serapo? Un B&B e remunerativi parcheggi a pagamento nel cuore di una città che ha da sempre il grande problema della sosta.

Il comune di Gaeta giura di non aver saputo che quell’area era stata messa in vendita ad un privato. Altrimenti si sarebbe fatto avanti.

Però il consorzio è guidato da un esponente di Forza Italia che è lo stesso Partito nel quale milita il sindaco Cosmo Mitrano. Al timone c’è il nuovo e fidato plenipotenziario del senatore Claudio Fazzone per il sud pontino: l’avvocato formiano Salvatore Forte.

Inchiesta interna

EMILIANO SCINICARIELLO

Il sindaco, dopo le insinuazioni dei consiglieri d’opposizione Franco De Angelis ed Emiliano Scinicariello («non è possibile che la mano destra non sa quel che fa la mano sinistra»), ha promesso un’inchiesta interna.

E ha ibernato la principale richiesta delle minoranze: «Chiedere le dimissioni del presidente Forte non ha proprio senso».

Questa vicenda è affiorata a poco meno di due mesi da quando il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti era giunto a Gaeta. Lo aveva fatto per inaugurare i lavori di riattivazione dell’ultimo tratto dell’ex ferrovia Gaeta-Formia, la più nota Littorina.

E Mitrano  non ha saputo rispondere ad un  quesito che gli è stato posto. «Il consorzio mette in vendita il parcheggio dell’ex stazione. E’ possibile che il comune, urbanisticamente interessato alla legittima iniziativa imprenditoriale del privato, non sapesse nulla? Questo quando a vendere era un ente pubblico, per di più a guida Forza Italia?».

La maggioranza Forza Italia-Pd e Fratelli d’Italia ha rimproverato a Cosimino Mitrano di aver provocato, con i suoi silenzi , lo scongelamento di un pericoloso “batterio”. Un pericolo nascosto sotto una coltre chilometrica di ghiaccio che rappresenta un lascito dell’ultima era glaciale gaetana.

Riemerge un vecchio tarlo centrista

GIUSEPPE MATARAZZO

Si tratta dell’avvocato Giuseppe Matarazzo, di area cattolica. Nella sua  vita politica  ha militato in soli due partiti: la Democrazia Cristiana per la quale ha fatto il sindaco per pochi mesi tra l’autunno 1992 e  la primavera dell’anno sucecssivo, e l’Udc.

Matarazzo ha sempre operato nel cono d’ombra del senatore e sindaco di Formia Michele Forte che, scomparso nel 2016, l’ha reso politicamente un “orfanello”. Ma Matarazzo ora è diventato il “tutorial”  legale di chi ha deciso di rendere complicata la vita amministrativa di Mitrano nell’ultima parte del suo secondo mandato amministrativo.

Ma non basta. Il suo studio legale, che sovrasta il mitico cinema teatro Ariston, da settimane è diventato capolinea di una processione. In fila hanno visto bussare alla sua porta Enrico Tiero, il capo gabinetto della Provincia e vice coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. Nonché fondatore della lista civica “Cuori Italiani” abitualmente rispolverata ogni qualvolta si vota, in maniera indiretta, per il rinnovo del consiglio provinciale. Con lui anche i dirigenti locali della Lega, in primis l’ex assessore alla polizia Italo Taglialatela.

Tutti cercano Matarazzo

Tutti cercano “l’avvocato Matarazzo”. Che non dice no. Ma rispedisce tutti l mittente dicendo: “senza un progetto alternativo a Cosimino lasciatemi dove sto”.

Un ritorno al centro della scena che ha indotto la maggioranza a riproporre al sindaco di Gaeta un altro interrogativo. A quando il rimpasto di Giunta tanto annunciato e mai concretizzato? Questa fase potrebbe essere determinante per la futura definizione della successione a Mitrano.

Questo qualora passasse presso la stazione di Formia il treno diretto al consiglio regionale o a Montecitorio. Soprattutto dopo aver rinunciato nella primavera del 2019 un posto sull’areo diretto al parlamento europeo di Strasburgo.

Ecco chi vuole lo scettro di Cosimino

Il presidente del Consiglio Comunale Pina Rosato

Il nervosismo della maggioranza gaetana è dettato da un elemento: Mitrano ha promesso a tanti il suo scettro.

Tuttavia un bigliettino su cui è stato appuntato il nome l’avrebbe blindato all’interno della cassaforte dell’abitazione di Claudio Fazzone.

I nomi che circolano sono quelli del consigliere provinciale Luigi Coscione. Che non vedrebbe l’ora di tornare a presiedere il consiglio comunale al posto della Dem moscardelliana Pina Rosato per poi correre da sindaco.

Poi c’è l’attuale vice sindaco ed assessore ai Lavori Pubblici e Turismo Angelo Magliozzi. L’iper vivace consigliera delegata al “Carnevale gaetano” Gianna Conte. E soprattutto, il più fazzoniano dopo Mitrano l’imprenditore Christian Leccese.

Rimpasto, ma D’Argenzio ‘scappa’

FELICE D’ARGENZIO

«Il Rimpasto? Io sono pronto – aveva detto il sindaco di Gaeta – quando la mia maggioranza mi renderà note le sue decisioni io le valuterò». In sintesi, potete agitarvi quanto volete ma il sindaco sono sempre io.

Ma alcuni nodi stanno per arrivare al pettine. Uno di questi a settembre riguarderà l’assessore all’ambiente Felice D’Argenzio. Ha già annunciato che andrà via perché il suo ruolo di alto funzionario nell’accorpata Camera di Commercio di Latina e Frosinone «mi chiederà di fare altro». Se fosse dipeso da lui, il miglior allievo prodotto dal compianto consigliere regionale DC Damiano Uttaro, si sarebbe dimesso già a giugno.

Ma «Cosimino mi ha chiesto di attendere settembre. Per completare il passaggio della gestione del ciclo dei rifiuti. Gaeta è una città turistica e la questione è delicatissima per tantissime ragioni».

Sanno di dover lasciare la Giunta gli assessori al commercio Alessandro Martone e alle politiche sociali Lucia Maltempo. Ma quest’ultima potrebbe rimanere accettando alcune delle deleghe attualmente ricoperte dall’assessore Teodolinda Morini. Che è prossima a prendere il posto del dimissionario D’Argenzio. La Morini lascerebbe soprattutto la delega all’urbanistica. In lizza ci sono il consigliere Raffaele Matarazzo; se così fosse il suo posto in aula lo prenderebbe il primo dei non eletti, Davide Speringo.

Divorzio Magliozzi-De Angelis

Soprattutto l’ex sindaco di Forza Italia Damiano Magliozzi. Alle amministrative del 2017 era stato il candidato di una lista civica di fuoriusciti da Forza Italia, “Il Veliero”. Furono eletti lui ed l’ex dipendente comunale Franco De Angelis.

Lunedì il divorzio politico (e non solo). «Aderisco al gruppo misto di minoranze. Lo faccio perché non posso stare  al fianco di chi, oltre alle offese e alle contumelie, avrebbe dovuto fare una strenua opposizione a Mitrano. Ora invece gli vota tutto, ma proprio tutto»

La replica del “Capitano” Magliozzi: «Il consigliere De Angelis deve ringraziare la mia lista. Senza i miei voti non sarebbe mai stato eletto. Altro che». Uno, nessuno e centomila.