Ecoturismo senza le Zes: la rotta di Confimprese per farcela comunque

L'iniziativa degli Stati Generali che piace a Guido D'Amico ma che adesso ha bisogno di passare da intento a progetto: con realismo

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Poche chiacchiere e non tante cose, ma fatte bene: per Guido D’Amico la stella polare sul turismo nel Basso Lazio è quella di un realismo che eviti come la peste “interminabili liste della spesa”. Il presidente di Confimprese Italia ha fatto suo da tempo il buon senso per cui la via delle buone intenzioni non ha sempre lastrico liscio. Perciò, e con l’avallo di un calendario che ci pone già nel 2024 e lancia l’usta del Giubileo 2025, basta con le “letterine a Babbo Natale” e via di concentrazione assoluta e pragmatismo. Su cosa? Sui protocolli reali per dare allo sviluppo di territori ormai “monchi” della grande produzione industriale nuove opportunità di crescita.

Ci sono due preamboli necessari a disegnare un quadro esaustivo e sufficiente a far capire che senza lo stesso non si va da nessuna parte. Il primo è quello per cui di fatto esiste già un “contenitore” collegiale ed istituzionale con cui il tema è stato preso di petto. D’Amico dice cosa e grazie a chi in una nota stampa: “La riunione degli Stati Generali dell’economia della provincia di Frosinone, fortemente voluta e ben organizzata dal Presidente Di Stefano, ha rappresentato un momento importante e positivo”.

D’Amico: “Ok gli Stati Generali, ma non fermiamoci”

Guido D’Amico

Bene ma non benissimo dunque, perché dietro ogni step solutorio c’è sempre in agguato una retorica parolaia che poi non “quaglia”. Perciò a quel momento “adesso bisogna dare seguito”. E qui scatta il secondo preambolo. Indicare o prospettare soluzioni di sistema complesso senza che ci sia il contenitore perfetto per attuarle è difficile, non impossibile ma difficile.

Perciò bisogna tenere in agenda un Piano B. La parola chiave è “risorse”. Per far crescere Frusinate ed in parallelo anche Pontino ce ne sono poche, quindi serve il suggello dei governi territoriali a ché si faccia sul serio. E con esso urge una rete collegiale che metta a regime le realtà locali.

Messa meglio: “Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha dato la sua completa disponibilità ad occuparsi di questo argomento. Però ora tocca ai rappresentanti locali (della politica, dell’economia, del mondo delle associazioni, delle parti sociali) riempire di contenuti fattibili il contenitore degli Stati Generali”. Il messaggio di D’Amico è forte e chiaro: uscire dalla logica della “passerella” e sporcarsi le mani è fondamentale, “mettendo a fuoco le priorità e i modelli di finanziamento degli stessi. Dalle infrastrutture (materiali e immateriali) a tutto il resto”. Si parla di soldi e metodi vincenti per farli fruttare in logica di sistema.

Il rischio Gioco dell’Oca e “torna alla partenza”

La città metropolitana di Roma capitale

C’è un pericolo reale ed è quello del reset che nel caso di specie sarebbe una sorta di “restart”, un Gioco dell’Oca Nera in cui si torna sempre alla casella di partenza e sempre con gli stessi intenti belluini, ma senza che un solo risultato sia andato a massa. E la soluzione? Confimprese Italia parte dal presupposto che senza una Zona Economica Speciale inclusiva delle province di Frosinone e di Latina sarà dura. Se non ci sono agevolazioni per un territorio che punta a nuovi canali di sviluppo sarà difficile rendere quello scenario allettante.

Serve un confronto che produca effetti, e non solo fieri memorandum perché quella che “avrebbe rappresentato la svolta per i territori del Basso Lazio”, la Zes, appunto, qui da noi non c’è. Nei giorni concitati in cui, complice una Roma Capitale che “fa curriculum” per disegnare un quadro di ricchezza che Ciociaria e Pontino in realtà si sognano, aveva fatto capolino un succedaneo.

Da Zes a Zls, non è la stessa cosa ma…

E’ quello delle Zls, le Zone logistiche semplificate. Qui D’Amico è chiaro come non mai ma pragmatico come deve essere sempre: “Intendiamoci bene: non sono la stessa cosa della Zes. Ma da qualche parte bisogna ripartire. Però la sensazione è sempre la stessa e cioè che, svanito l’entusiasmo dell’effetto annuncio iniziale, si ripiombi nell’immobilismo totale”. Da questo punto di vista serviva rammentare un pionierismo che Confimprese aveva fatto suo da anni.

Cioè quando “in tempi assolutamente non sospetti”, l’associazione “avanzò l’idea delle Zone Franche Urbane per l’area della Ciociaria”. La chiave di volta è sempre quella della possibilità concreta di allettare investitori con ammortamenti concreti. “Il concetto è semplice: se in Campania e in Molise ci sono agevolazioni contributive ed incentivi fiscali, allora perché un’impresa dovrebbe venire ad investire (o perfino restare) in Ciociaria?.

Tra lungimiranza e cassandrismo

Ma in Italia dall’essere pionieri di un’ottima idea a diventare inascoltate Cassandre ci passa pochissimo. Tanto poco che quella proposta passò in cavalleria, non ci fu alcuna risposta e si creò il presupposto per cui oggi D’Amico è legittimamente guardingo nei confronti delle cose “trombone” ma inattuate. “Non ripetiamo gli stessi errori, uniamo le forze. La politica a servizio del territorio e delle imprese si fa in questo modo intervenendo cioè sul piano legislativo con lucidità e concretezza. Le Zls non scenderanno dal cielo, va costruito un percorso comune e fattibile dal quale si possa ripartire per tutte le altre proposte.

E sul focus della sua ragione statutaria Confimprese ha le idee chiare. “Nei mesi scorsi questa associazione di categoria ha lanciato la proposta del Turismo sostenibile: si tratta di un’innovazione storica in grado di ‘cambiare verso’ al territorio”. Quella via era stata indicata de relato anche da Pietro Di Alessandri, Sales and Marketing manager presso il Monastero di Sant’Erasmo di Veroli.

L’esempio tv di Barbieri ed i reali benefici

Era reduce da un convegno proprio di Confimprese e della Camera di Commercio su “La Ciociaria verso un turismo sostenibile”. E fece circolare la “ricetta D’Amico” non come una possibile e pelosa via, ma come la sola possibilità che il turismo territoriale uscisse dal bozzolo retrò di un approccio consumistico selvaggio al settore. Qual è la “ricetta D’Amico”? “Sensibilizzare e supportare le imprese operanti nel settore turistico affinché adottino pratiche più sostenibili, migliorando in questo modo le condizioni ambientali locali, coinvolgendo le imprese.

In pratica, il progetto prevede di rendere green ed eco friendly gli alberghi ed i ristoranti del territorio: usando detergenti green in flaconi ricaricabili, accessori in legno anziché in plastica, carta ottenuta da filiere rispettose dell’ambiente, il tutto spinto all’estremo. E poi “pianificando gli incontri, selezionando gli esperti nel campo ambientale, costituendo collaborazioni con scuole e altri enti, implementando le attività proposte, raccogliendo dati e informazioni”.

Fu calzante l’esempio che il presidente di Confimprese fece a proposito di una notissima trasmissione televisiva.Nel programma cult “4 Hotel” il conduttore Barbieri, nelle decisioni che matura, fa molta leva sulla sostenibilità: presenza o meno di bicchieri di plastica nelle camere come di altri materiali più o meno impattanti a livello ambientale”.

La chiave dell’ecoturismo e perché serve

Il chiostro di Montecassino (Foto: Michele Di Lonardo)

“Sta ormai diventando Cultura nel sistema turistico italiano e internazionale, ma probabilmente non sono state considerate con sufficiente attenzione”. L’ecoturismo potrebbe quindi essere non solo la chiave di uno sviluppo sistematico per le nuove vie territoriali dello stesso, ma anche un collettore di utenze a basso budget. Sono quelle più voluminose, quelle che fanno media e risultato, quelle che Venezia vuole bandire a suon di ticket-ingresso, per intenderci. “Non tutti sanno come ottenere una certificazione ‘green’. Sostenibilità è anche rendere l’offerta alberghiera e i servizi turistici i più fruibili possibile per le persone che hanno meno mezzi e possibilità”.

Ci sono modelli di riferimento da prendere, come quelli “di hotel e strutture alpine” incardinati sul concetto di “disponibilità”. Il timing dice che c’è un Giubileo alle porte e tutto dice che in ballo per Frosinone ed anche Latina c’è una irripetibile opportunità. “Parlo del Basso Lazio, che ha mete gettonatissime: penso a Fiuggi, a Gaeta e Formia, alla Valle di Comino, a Cassino”.

C’è una sintesi da cui è difficile derogare: “Il turismo sostenibile è una possibilità da cogliere al volo”. E coglierla non dovrà significare declinarla solo in lessico-spot, ma attuarla nel concreto. Come si fa con le occasioni uniche.